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CALÒ E VERDI (PRC/PDCI/SC): CRISI DELLA PRODUZIONE DI CHIANTI CLASSICO, ALLAME PER IL PERICOLO DI INFILTRAZIONI MALAVITOSE PER LA PRESTAZIONE DI MANODOPERA. DURO ATTACCO ALL’OCCUPAZIONE
Presentata interrogazione

L’agricoltura cede alla crisi: nelle zone del Chianti e del Valdarno F.no crollano le vendite e le produzioni, a rischio il lavoro degli avventizi e degli stagionali mentre si affaccia il lavoro nero e la mano d’opera clandestina. La Flai CGIL segnala l’andamento della crisi nel settore agricolo: nella zona del Chianti e del Valdarno F.no crollano le vendite e le produzioni, a rischio il lavoro degli avventizi e degli stagionali mentre si affaccia il lavoro nero e la mano d’opera clandestina. Già il rapporto Irpet – Arsia sulle politiche rurali della Toscana 2000-2010 segnalava il fatto di come la crisi andasse complicando la vita delle imprese e dei lavoratori segnando duramente l’andamento dell’economia agricola. Ora i dati sono ancora più certi, crollano i prezzi dei vini del Chianti Classico, crolla la domanda e aumentano le giacenze dei prodotti nelle cantine. La scarsa commercializzazione dei vini sui mercati internazionali non consente ad alcuno di poter recuperare le perdite subite. Le aziende dunque si trovano in difficoltà anche dal punto di vista finanziario poiché esse “anticipano” i prodotti e la mano d’opera. Da questi dati la Flai CGIL vede scaturire una problematica importante legata all’occupazione: “…Non vendendo un’uscita economica anticipata, soprattutto legata al costo della manodopera, le aziende hanno come unica via d’uscita, quella di ridurre il personale. In genere si comincia tenendo a casa una buona parte degli avventizi, i lavoratori stagionali…” e questo accade anche a Castelli. “I lavoratori agricoli avventizi – dice il responsabile Flai Cgil – percepiscono l'indennità di disoccupazione, perle giornate non lavorate a luglio 2009, nel successivo luglio del 2010. Ma se nel 2010 non lavorano, nel 2011 non hanno più alcun ammortizzatore”. Oltretutto, la crisi del settore, starebbe alimentando un “mercato nero” del vino. Dunque ci sono in giro società che sembrerebbero offrire appalti di servizio ‘chiavi in mano’, dalla potatura alla consegna dell’uva, anziché intorno ai 700 euro ad ettaro previsti, a 400 euro con fattura e a 300 senza, ossia a nero” un fenomeno preoccupante e allarmante che le istituzioni sono chiamate ad indagare e a contrastare anche per eventuali collegamenti con la malavita organizzata. Rosario non è poi così lontano. Per questi motivi i consiglieri provinciali Andrea Calò e Lorenzo Verdi (PRC/PDCI/SC) interrogano il Presidente della Provincia e chiedono di sapere quali strumenti intende adottare l’Amministrazione Provinciale, per la salvaguardia dell’occupazione e del lavoro nel settore vitivinicolo in particolare nell’area Chiantigiana e Valdarnese. Se risulta attendibile e quali iniziative prevede di prendere per evitare fenomeni di infiltrazioni malavitose come il mercato delle braccia. Quali interventi di sostegno al salario e al reddito verranno adottate a sostegno dei lavoratori delle e se sono previsti strumenti di sostegno al reddito per le piccole aziende.

Andrea Calò Lorenzo Verdi

01/02/2010 15.27
Provincia di Firenze