ENRICO ROSSI SUI TAGLI ALLA SCUOLA: IL DOVERE DI REAGIRE
Su iniziativa di Regione Toscana e Provincia di Firenze classe virtuale in piazza. Giovanni Di Fede: “Manifestazione di membri delle istituzioni
che hanno responsabilità di rappresentare le esigenze delle comunità locali per lanciare un primo grido di allarme contro le politiche governative sulla scuola”. Stella Targetti : “La scuola fabbrica di coesione sociale e di competitività”
“La scuola deve rappresentare la priorità numero uno”. Così Enrico Rossi, presidente di Regione Toscana, a conclusione di un “ultimo giorno di scuola” decisamente particolare: quello che, in piazza Santissima Annunziata a Firenze, ha messo su veri banchi di scuola, davanti a una vera cattedra e con una vera lavagna, gli assessori all'Istruzione delle dieci amministrazioni provinciali toscane con diversi sindaci, e assessori, di Comuni fiorentini.
“Una manifestazione – ha spiegato l'assessore all'Istruzione della Provincia di Firenze, Giovanni Di Fede – di membri delle istituzioni che hanno responsabilità di rappresentare le esigenze delle comunità locali per lanciare un primo grido di allarme contro le politiche governative sulla scuola”.
Per la vicepresidente di Regione Toscana e assessore all'Istruzione, Stella Targetti, che ha concluso, “l'incontro serve per ricordare a tutti il ruolo strategico della scuola, fabbrica di coesione sociale e di competitività, per la costruzione del futuro investendo sul capitale umano”.
La scritta sulla lavagna, con la data dell'ultimo giorno di scuola e l'interrogativo volutamente ambivalente circa la “scuola finita”, ha dato la cifra dell'incontro che si è anche caratterizzato per un altro elemento: un reading collettivo con brani significativi sul valore dell'istruzione. Affidati a singoli assessori provinciali e comunali, si sono succeduti testi di don Lorenzo Milani (“Le lingue le creano i poveri e poi seguitano a rinnovarle all'infinito; i ricchi le cristallizzano per poter sfottere chi non parla come loro. O per bocciarlo”), Mario Lodi (“Se la scuola pubblica è organizzata come un laboratorio di ricerca in forma collaborativa, i bambini in otto anni di lavoro si conoscono, si aiutano, diventano amici superando i pregiudizi razziali che ancora resistono”) Aristotele (“Non è giusto che ogni cittadino pensi di poter vivere pensando solo a sé stesso poiché tutti i cittadini son parte dello Stato e di esso ne sono attori vivi e solidali”), Piero Calamandrei (“Facciamo l'ipotesi che ci sia un partito al potere il quale formalmente vuole rispettare la Costituzione ... non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura ... Allora comincia a trascurare la scuola pubblica”). Sono stati letti articoli della Carta Costituzionale – in particolare il 33 e il 34 – mentre Stella Targetti ha concluso il reading con l'ultimo brano composto da Gaber/Luporini (“Non insegnate ai bambini”).
Enrico Rossi ha raggiunto piazza SS. Annunziata (“luogo simbolico, con l'Istituto degli Innocenti, di attenzione verso i soggetti più deboli” aveva evidenziato l'assessore Di Fede) al termine dell'incontro. “Bisogna far sapere ai cittadini – ha detto – come esattamente stanno le cose: i tagli alla scuola, che nulla hanno a che fare con una giusta lotta agli sprechi, colpiscono al cuore la qualità del servizio scolastico, il senso di una scuola che deve essere per tutti e per ciascuno, obbligandoci a costruire un grande movimento a difesa della scuola pubblica”.
Ai partecipanti – fra cui anche parlamentari, sindacalisti, associazioni di genitori, consiglieri regionali e locali – Enrico Rossi ha ricordato un parallelo con l'inizio della legislatura regionale 2000: “allora ci fu un forte attacco, reazionario e di destra, contro la sanità pubblica e noi sapemmo reagire; oggi lo stesso attacco è riservato alla scuola e noi dobbiamo reagire con la stessa determinazione”.