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DIRITTO ALLO STUDIO... "E AL LAVORO NELLA COFELY"
Il Consiglio provinciale sulla vicenda dei dipendenti licenziati dalla ditta multiservizi

Unificazione delle tre aziende regionali per il diritto allo studio e vicenda dei due licenziamenti alla Cofely. A una domanda d'attualità presentata a riguardo dai consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, ha risposto l'assessore alla Formazione Elisa Simoni. L'azienda Dsu è l'ente istituito dalla Regione Toscana che promuove l’accesso agli studi universitari offrendo servizi e benefici alla generalità degli studenti e in particolare ai capaci e meritevoli ma privi di mezzi economici. I servizi e benefici sono borse di studio, alloggi nelle residenze, ristorazione, attività culturali e sportive, attività di orientamento. L’Azienda ha sede legale a Firenze ed attua gli interventi attraverso le articolazioni territoriali di Firenze, Pisa e Siena. Nei giorni scorsi due lavoratori della ditta multiservizi Cofely, da tempo impegnati nella manutenzione nei plessi fiorentini del Dsu, sono stati licenziati. Il problema risiede nel fatto che il relativo capitolato di appalto era privo di forme di tutela per la continuità lavorativa degli addetti. Le proteste dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali hanno portato ad un appello per la riassunzione dei lavoratori. In un primo momento il CdA dell’azienda Dsu non ha ravvisato forme di intervento vista che la dinamica era interna alla ditta Cofely. I sindacati hanno riunito il personale interessato in assemblea e deciso di chiedere un incontro alla direzione del Dsu. La stessa Azienda Dsu ha nel frattempo assicurato pressioni nei confronti di Cofely perché riassuma i due lavoratori o quantomeno proponga altre soluzioni lavorative. Le organizzazioni sindacali hanno già chiesto all’azienda Dsu che nei prossimi capitolati di appalto, venga inserito l’obbligo di riassunzione quale clausola di salvaguardia minima per i lavoratori impegnati. "Da parte nostra - spiega Simoni - ci uniamo alla posizione dell’azienda ritenendo che nella situazione difficile in cui ci troviamo sia un dovere comune salvare due posti di lavoro". "I due licenziati - ha puntualizzato per parte sue Calò - vantavano un'anzianità di servizio di dieci anni. La modalità con la quale la nuova impresa si è mossa esprimo una scelta totalmente grave e immotivata, sotto tutti i profili".

30/06/2010 11.36
Provincia di Firenze