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ALFA COLUMBUS, CALO': "VICENDA SCONCERTANTE"
Ricostruita la situazione in Consiglio provinciale

La Residenza sanitaria assistita Alfa Columbus di Lastra a Signa è in grado di ospitare oltre 50 pazienti, ha circa 30 dipendenti ed è stata la prima struttura, all’interno della Società della Salute – zona Nord-Ovest fiorentino – a fondarsi su una gestione pubblico-privata. La situazione è stata presa in esame nell'ultimo Consiglio provinciale dall'assessore Giovanni Di Fede, rispodendo a un'interrogazione di Andrea Calò e Lorenzo Verdi di Rifondazione comunista. La direzione è stata affidata ad una Srl., il cui capitale è così suddiviso: il 25,5% di proprietà del Comune di Lastra a Signa, un altro 25,5% della Asl 10 mentre il 49% appartiene ad un socio privato. La Rsa sostituisce le vecchie lungodegenze ospedaliere, basandosi su un piano sanitario personalizzato in accordo col medico di famiglia. Si è dunque parlato di una sorta di “ospedalizzazione domiciliare”. Recentemente la direzione ha deciso di non avvalersi più della ditta di pulizie in essere (Cooperativa Mosaico di Lastra a Signa). Il servizio è cessato alla fine dello scorso mese di agosto. Inizialmente, tale decisione sembrava porre a rischio le tre unità lavorative interessate. Adesso l’unico a rischiare il posto di lavoro è un socio-lavoratore disabile. Infatti, per gli altri due addetti è stata trovata una soluzione all’interno della cooperativa. La stessa, pare non essere intenzionata a ricollocare il lavoratore suddetto per la cui assistenza necessità di una persona. La Rsa del resto, adduce ragioni economiche alla base della decisione che è stata confermata anche al Sindaco. Riguardo al licenziamento del lavoratore disabile, le organizzazione sindacali hanno convinto la Cooperativa a non procedere. Il lavoratore è sospeso, senza retribuzione. Anche su questo punto il Sindaco si è impegnato a verificare le condizioni per trovare una soluzione. All’inizio le organizzazioni sindacali hanno proposto alla direzione della Rsa di assumere i tre addetti visto che il servizio dovrà comunque essere svolto, non potendo essere richiesto agli operatori socio-assistenziali. I sindacati inoltre denunciano come in occasione delle sostituzioni di personale in malattia o maternità, l’azienda sia ricorsa a lavoratori interinali e come i previsti restanti percorsi di stabilizzazione dei contratti a tempo determinato non siano stati attivati. L’Unità di crisi della Provincia non è stata interessata alla vicenda.
"E' una vicenda che continua a preoccupare - commenta Andrea Calò - Stupisce, debbo dire, la scarsa attenzione dell’Amministrazione comunale. Il lavoratore licenziato è un lavoratore disabile. È un fatto sconcertante. Dobbiamo pretendere il massimo delle responsabilità. A quel lavoratore colpito da un provvedimento ingiusto va la nostra solidarietà e attenzione. Ritorneremo a tenere viva l'attenzione in Consiglio"

12/11/2010 12.31
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze