CERAMICHE BRUNELLESCHI, "STORIA CONTROVERSA"
Il gruppo provinciale di Rifondazione comunista ricostruisce la vicenda dell'azienda di proprietà del gruppo Margheri. Attesa per l'incontro previsto in Regione il 19 novembre
Resta incerto il futuro della Ceramiche Brunelleschi, la storica azienda delle Sieci, di proprietà del gruppo Margheri. Tutti i lavoratori, tranne qualche amministrativo, sono attualmente in cassa integrazione. Il 19 novembre è previsto un incontro in Regione Toscana, "un incontro atteso - spiega il consigliere provinciale di Rifondazione comunista Andrea Calò - poiché tutti i lavoratori attendono da tempo delle risposte in termini di rilancio delle attività produttive e dei livelli occupazionali". Già ad ottobre il gruppo di Rifondazione comunista aveva presentato un'interrogazione in Provincia sul tema 'della precarietà per 40 lavoratori in attesa di un rilancio delle attività produttive, del completamento del nuovo stabilimento e di una risposta in termini occupazionali' della discussione della quale, dice Calò, "siamo ancora in attesa". Sta di fatto che 'Ceramiche Brunelleschi' rimane uno degli stabilimenti" più controversi" del patrimonio produttivo della zona della Val di Sieve, la cui conduzione "è stata spesso criticata da Rifondazione in tutte le sedi istituzionali, prima a Rignano sull’Arno, poi a Pontassieve e infine Pelago e Provincia di Firenze". L’azienda non sarebbe mai uscita fuori "dalle forti difficoltà gestionali né tanto meno ha mostrato un grande senso di responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e delle istituzioni da tempo impegnati in complesse e articolate vertenze tese a rilanciare il prodotto, a riqualificare la filiera e a salvaguardare l’occupazione". Ora la crisi economica e "le turbolenze in seno alla proprietà (a suo tempo coinvolta nello scandalo urbanistico di Campi e della Quadra) sempre più disimpegnata hanno accentuato i processi negativi". Il nuovo incontro regionale previsto per il 19 novembre, dopo che è saltato quello del 10 novembre, dovrebbe essere quello decisivo "poiché la situazione è diventata insostenibile". La stessa Fiom Cgil, che segue puntualmente la vicenda, continua ad incalzare il gruppo imprenditoriale e le amministrazioni Locali anche se "non è chiaro chi sia l'interlocutore che potrebbe dare le risposte che attendono non solo i 40 lavoratori delle ceramiche Brunelleschi".
Andrea Calò e l'altro consiglieri provinciale di Rifondazione Lorenzo Verdi hanno chiesto al Presidente della Provincia e all’Assessore competente "di riferire sulla vertenza dell’ azienda fiorentina, su quanto fatto la Giunta Provinciale nei confronti della proprietà, su cosa intende fare per salvaguardare i diritti dei lavoratori e lo stesso sito produttivo".