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SASCH, "ESPOSIZIONE DEBITORIA IRRECUPERABILE?"
Lo domanda il gruppo di Rifondazione comunista in Consiglio provinciale a Firenze

Interrogazione dei consiglieri Calò e Verdi sulla chiusura della Sasch, l’azienda del Sindaco di Prato con sede a Capalle, nel Comune di Campi Bisenzio. "Una gestione con una esposizione debitoria forse irrecuperabile - rilevano Andrea Calò e Lorenzo Verdi, consiglieri provinciali di Rifondazione comunista - 395 lavoratori a rischio disoccupazione. Rifondazione comunista esprime la propria solidarietà e chiede immediato sostegno al reddito per i lavoratori e una assunzione di responsabilità sociale alla proprietà". Ecco il testo dell'interrogazione:


"La Sasch, azienda di abbigliamento di Capalle nel comune di Campi Bisenzio, che fa capo alla famiglia Cenni, del Sindaco di Prato Roberto Cenni e alla famiglia Giovannelli e che impiega attualmente 395 persone, annuncia lo stato di crisi con la CESSAZIONE e liquidazione delle proprie attività.
Attraverso la dismissione e liquidazione dello stabilimento il gruppo proprietario e cerca di ricontrattare con le banche un debito da 145 milioni di euro, per ottenere la riapertura delle linee di credito.
La crisi si consuma sulla testa e sulla pelle dei lavoratori, e con un cliché classico utilizzato dalle imprese e dal mercato: si fanno dichiarazioni scioccanti, improvvise e unilaterali e con scarso senso di responsabilità sociale ci si libera dei lavoratori trasformandoli in esuberi. dei lavoratori senza preoccuparsi del lavoro e del loro futuro.
Dunque la dismissione è piombata come un fulmine a ciel sereno, nessuno è però in grado di verificare l’attendibilità del gruppo e soprattutto se ci sono le condizioni per continuare l’attività industriale.
In un incontro con i sindacati, i dirigenti del gruppo della moda Sasch avrebbero confermato che il debito risulterebbe superiore a quanto da loro dichiarato finora, e troppo distante l'accordo con le banche per sperare di poter tirare avanti.
Resta il sospetto che la proprietà, trovata la porta chiusa dalle banche creditrici (in prima fila i grandi gruppi Mps, Intesa e Unicredit e in seconda battuta Cariprato), speri che il rumore provocato dalla vicenda e il ricatto della perdita dei posti di lavoro con la sicura reazione mobilitazione che provocherà possa contribuire a far riaprire qualche spiraglio. Tra le ipotesi più nefaste è che le banche abbiano trovato una situazione debitoria così grave da indurre la proprietà a interrompere le proprie attività.
Nel caso che fosse confermata la dismissione è irrinunciabile l’attivazione di un rapido percorso di caso riconversione industriale e l’ utilizzo tutti gli strumenti di sostegno al reddito per i lavoratori.
Nello scarno incontro di ieri (22/11) i vertici Sasch incalzati dai lavoratori e dal sindacato si sono resi disponibili a «salvare qualcosa fissando un nuovo incontro con Cgil, Cisl e Uil in data odierna al quale seguirà una lassemblea dei lavoratori nello stabilimento di Capalle. Precisiamo che in lavorano 90 dipendenti, di cui 43 sono in mobilità o cassa integrazione.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere la propria solidarietà ai lavoratori della Sasch con sede a Capalle, Comune di Campi Bisenzio, nel dichiarare il proprio impegno politico e istituzionale a sostegno della vertenza avviata dai sindacati e lavoratori per salvaguardare oltre all’occupazione anche le stesse attività del comparto della moda, chiede al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire su quanto sta accadendo alla azienda di proprietà della famiglia del Sindaco di Prato, Roberto Cenni, e sulla decisione di procedere alla cessazione e liquidazione dell’azienda, cancellando così 395 posti di lavoro.
Cosa intende fare l’Amministrazione Provinciale per quanto di sua competenza per salvaguardare una importante attività produttiva e tutelare lavoro, occupazione, salari e redditi dei 395 lavoratori la cui attività viene messa seriamente a rischio da una inaccettabile politica industriale. Infine chiediamo di sapere se la Provincia di Firenze unitamente alle altre Amministrazioni Locali (Regione Toscana, Comune di Campi Bisenzio) intende attivare un tavolo istituzionale per scongiurare la chiusura della Sasch e la perdita di tutti i posti di lavoro accertando anche eventuali manovre speculative".

23/11/2010 14.20
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze