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CANALE 10, C'ERA L'ACCORDO MA NON LO STIPENDIO
La vertenza verrà affrontata al tavolo di crisi convocato dalla Regione. La situazione illustrata in Consiglio provinciale

Tv a Firenze. L'assessore provinciale al Lavoro Elisa Simoni ricostruisce in Consiglio, su richiesta di Rifondazione comunista e della Lega Nord, che avevano presentato due distinte domande d'attualità, la situazione di Canale 10. Le ultime notizie relative alla vicenda dell'emittente risalivano ad un paio di mesi fa. Allora, secondo un accordo siglato con Profit Group Spa, la società londinese Iasu Limited avrebbe preso in gestione i contenuti televisivi dell’emittente fiorentina. La nuova proprietà aveva assicurato che di voler riconfermare tutto il personale in forza e anche lo staff dirigente, i tecnici e, i giornalisti, il direttore responsabile e il direttore generale. Dava informazioni anche in merito al nuovo palinsesto che confermerà i format oggi prodotti, articolandolo su almeno 10 ore giornaliere e prevedendo nel breve periodo nuove iniziative editoriali. Le organizzazioni sindacali hanno tuttavia denunciato che la situazione è ancora più grave di prima. I 21 lavoratori, già in crisi da tempo, dopo mesi di cassa integrazione gudagani, devono ancora ricevere il primo stipendio dal nuovo proprietario. La motivazione addotta è che gli stipendi vanno pagati con il Tfr dei lavoratori e essendo questo in capo alla precedente proprietà, non spetterebbe alla nuova pagare. I lavoratori raccontano inoltre che la strumentazione è fortemente ridotta e che sono costretti a rifiutare le richieste di Sky e La 7 per la realizzazione di servizi perché non hanno possibilità di realizzarli. La Provincia di Firenza ha sempre suggerito e adottato un atteggiamento prudente sulla vertenza. Continuerà a seguire la vertenza al tavolo dell'unità di crisi convocato dalla regione Toscana. "Non solo c’è una situazione di basso regime salariale - commenta il consigliere provinciale Andrea Calò - ma anche un tentativo di togliere progressivamente gli strumenti di lavoro. Un comportamento che è grave e irresponsabile, perché non solo si eludono i punti del verbale d’intesa, ma ancora si continua a fare melina sulle spalle dei lavoratori, dicendo che gli stipendi arretrati non devono essere corrisposti dalla società che subrentra, ma dalla società che lascia. I lavoratori devono avere giustizia, così come stiamo cercando di farla avere per i dipendenti della ex Electrolux. Vanno mandati segnali forti alle multinazionali in generale".

06/04/2011 11.31
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze