LA SCIENZA SECONDO RITA LEVI MONTALCINI
IL PREMIO NOBEL IN PALAZZO MEDICI RICCARDI
Africa, infibulazione, scoperte, studio del cervello, stato della ricerca scientifica
“L’infibulazione va impedita in tutti i modi. Va combattuta al cento per cento, senza accettare forme simili''. Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina nel 1986, ha toccato questi ed altri argomenti prima di una conferenza pubblica promossa dal Cedip (Centro documentazione internazionale parchi) della Provincia di Firenze in Palazzo Medici Riccardi. Levi Montalcini è il quarto premio Nobel che parla nella Sala Luca Giordano del Palazzo, dopo Amartya Sen, Vandana Shiva e Rigoberta Menchù. “Una presenza che ci onora particolarmente quella della Professoressa Levi Montalcini – ha detto l’assessore al Cedip Alberto Di Cintio - alla quale abbiamo voluto chiedere una riflessione sul rapporto tra scienza e valori”. Nell’incontro con la stampa Rita Levi Montalcini ha risposto a domande su diversi temi, a partire dalla proposta di un metodo alternativo di infibulazione (un puntura di spillo sul clitoride anestetizzato da una pomata) proposto dal medico somalo Omar Abdulkadir, che nell' ospedale di Careggi dirige il centro di prevenzione e cura delle conseguenze legate all'infibulazione genitale, l’unico del genere in Europa. Si tratta di “una proposta debole - ha detto il premio Nobel - Comunque non è che ci vuole qualcosa di simile all’infibulazione. Il fatto è che essa non deve essere praticata”. Meglio puntare sull’educazione e sul sostegno alle donne. Per la scienziata, infatti, “l’infibulazione è una cosa tragica”. La fondazione Rita Levi Montalcini per l’Africa sostiene 200 borse di studio a favore di giovani, dal primo livello scolastico fino all’università, con particolare impegno verso le donne africane che, nonostante l’analfabetismo diffuso, “dimostrano grandi capacità: il motto della fondazione è 5 euro per le donne africane”.
Durante l’incontro il premio Nobel ha lamentato lo stato dei finanziamenti per la ricerca scientifica in Italia: “E’ un problema di lunga durata. Si dà scarsa importanza al merito, ma si guarda ai gruppi di potere: i fondi sono scarsissimi e vengono distribuiti a pioggia e non in base al merito”, ha detto ancora Levi Montalcini che ha lavorato 35 anni negli Stati Uniti: “Là c’è molta generosità nei finanziamenti e i controlli su come vengono impegnati sono sempre molto rigorosi”.
Sono imminenti grandi scoperte scientifiche? “E’ difficile dire cosa accadrà. Non sono una futurologa ma è prevedibile un grande sviluppo delle neuroscienze nei prossimi tempi. Limitandomi a settori in cui ho lavorato per tutta la vita - ha concluso - vedo e mi aspetto un grande sviluppo delle neuroscienze e della psicologia cognitiva''. Rita Levi Montalcini ha suggerito l’idea di creare a Roma un Istituto perché i giovani italiani possano studiare le funzioni del cervello. E il rapporto tra scienza ed etica? “Non c’è dicotomia. Sono campi che possono agire in modo sinergico. L’uno e l’altro sono intimamente connessi. Non si tratta di mettere un lucchetto alla scienza. La conoscenza deve proseguire, ma il controllo è d’obbligo”.