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RICHARD GINORI E LAVORATORI SOSPESI. CALO': "VERA E PROPRIA REPRESSIONE"
Delegati sindacali due giorni fermi. Per Rifondazione comunista questi sono i frutti "della regressione aziendale"

Richard Ginori. Andrea Calò, capogruppo di Rifondazione comunista nel Consiglio provinciale di Firenze, parla di "gravissimo caso di repressione delle libertà e delle attività sindacali nei confronti dei delegati Rsu Cobas della Richard Ginori".
L’azienda, violando lo Statuto dei Lavoratori, avrebbe sospeso i delegati della Rappresentanza sindacale unitaria. Da Rifondazione "piena solidarietà ai lavoratori e richiesta all'azienda di ripristinare i diritti sindacali, fermando la repressione".
Per Calò l’azienda, "dopo aver cercato, senza successo, di intimidire il sindacato di base nel corso di una aspra e legittima controversia aziendale, attiva una procedura disciplinare e sospende dal lavoro per due giorni i delegati sindacali".
Un provvedimento "grave, inopportuno e lesivo delle libertà sindacali" verso il quale la politica deve prendere una posizione chiara e inequivocabile a difesa dello Statuto dei lavoratori e delle libertà sancite dalla stessa Costituzione Repubblicana. Non si può "censurare il diritto di associazione e di attività sindacale solo per il fatto di non convenire con le politiche aziendali".
I delegati Rsu colpiti "dalla repressione sono accusati di aver manifestato liberamente il proprio pensiero e di aver pubblicamente esercitato, nei principi della rappresentanza e rappresentatività sindacali il proprio punto di vista esercitando conflitto e dissenso".
"Credo - spiega Calò - che la politica debba interrogarsi su quanto sta avvenendo anche alla Ginori di Sesto Fiorentino, dove in nome delle leggi immutabili del mercato e dove l’impresa, utilizzando la crisi economica e sociale, sceglie di decidere con rapidità come modificare l’organizzazione del lavoro, cercando di liberarsi dai vincoli contrattuali e in nome della produttività e competitività fa quello che vuole".
Li i Cobas, i delegati Rsu e centinaia di lavoratori "hanno deciso di dire no rispolverando i termini desueti della contrattazione, dei diritti e della dignità del lavoro. E per questo motivo meritano una punizione spettacolare".
Non si può pensare che "a decidere gli orari, i turni, i liberi, le pause, i salari, le regole, i diritti, l’organizzazione della produzione, la flessibilità sia semplicemente il Cda o l’Amministratore delegato della Ginori perché altrimenti questo delocalizza oppure licenzia". E il sindacato "si limita semplicemente a validare presso gli operai le decisioni dell’impresa".
Per Calò "non si può pensare che nelle fabbriche, solo perché c’è una cambiamento regressivo sul piano regolamentativo, legislativo e politico del lavoro e soprattutto dove è avvenuta una pesante controriforma del sistema di relazioni industriali, l’impresa possa fare quello che vuole calpestando le relazioni sindacali, la contrattazione, il contrato di lavoro e i diritti".
Esprimendo la "totale solidarietà ai lavoratori e rappresentati sindacali Rsu Cobas sospesi in modo illegittimo dall’azienda", Calò chiede che il mondo politico-istituzionale "intervenga a viva voce perché alla Richard Ginori siano ripristinate le libertà sindacali".

23/08/2011 17.55
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze