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Comune di Firenze
Firenze. Moschea, le precisazioni dell’amministrazione comunale
In merito alla vicenda moschea, l’amministrazione comunale precisa che durante la fase pandemica, l’assessorato all’Urbanistica e l’assessorato alle Confessioni religiose hanno siglato un protocollo d’intesa con la comunità islamica
In merito alla vicenda moschea, il Comune si impegnava a mettere a disposizione per la preghiera del venerdì il Palavalenti e a concedere poi il pratone del Quercione o il Mandela Forum per i due momenti di preghiera annuali nella settimana del Ramadan. Questi impegni sono stati entrambi rispettati dall’amministrazione, sebbene l’impianto sportivo non sia poi mai stato utilizzato dalla comunità islamica; i momenti di preghiera del Ramadan si sono svolti invece regolarmente al Prato del Quercione. Dall’altra parte, nel protocollo in questione, la comunità islamica si impegnava a presentare proposte di contributo per la localizzazione della moschea per il futuro Piano operativo, così come ogni altra comunità religiosa e ogni altro soggetto religioso hanno fatto fino ad oggi per avviare l’iter e manifestare l’interesse (si veda, da ultimo, la variante urbanistica approvata lo scorso anno dal consiglio comunale per accogliere la proposta dei Testimoni di Geova di realizzazione di un luogo di culto su un terreno da loro acquistato in via Aretina al posto di un ex benzinaio). Peraltro, nel medesimo protocollo, l’amministrazione si impegnava a prendere in esame i contributi della comunità anche laddove fossero arrivati fuori termine.

Tuttavia, la comunità islamica non ha poi presentato alcun contributo, nonostante l’amministrazione abbia sollecitato l’invio per dar seguito al protocollo, anche a fronte di una soluzione che era stata prospettata a febbraio di quest’anno dal capo della comunità islamica all’assessora all’Urbanistica Cecilia Del Re e all’allora assessore alle Confessioni religiose Alessandro Martini per un terreno del quale stava trattando l’acquisto, e per il quale l’assessorato all’Urbanistica aveva fornito le indicazioni su come formulare il contributo, mettendolo in contatto anche con gli uffici della Direzione Urbanistica per ogni ulteriore informazione.

La questione dei luoghi di culto viene comunque affrontata nel nuovo Piano operativo, con una norma generale dedicata al tema dei ‘luoghi di culto’, per agevolare tempi e iter per la realizzazione di questi spazi in città.

In merito poi ancora alla questione moschea, si ricorda, inoltre, che l’amministrazione, per il tramite dell’allora assessore al Patrimonio e alle Confessioni religiose, ha consegnato alla comunità islamica un elenco di terreni di proprietà comunale di superficie superiore a 5mila mq, anche per avviare un’ipotesi di concessione sul modello di quanto fatto da altri comuni, rispetto ai quali non c’è stato però un riscontro da parte della comunità islamica.

Infine, riguardo alla vicenda del fondo di piazza dei Ciompi oggetto oggi di alcuni articoli di stampa, si precisa che nel 2005 l’allora amministrazione comunale accertò l’uso di quel fondo a ‘luogo di culto’ in base alle norme allora vigenti e che la proprietà del fondo ha poi impugnato un’ordinanza dell’amministrazione del 2020, con la quale il Comune ordinava la demolizione di alcune opere realizzate senza titolo (che sono state infatti poi demolite), e dove poi ordinava l’aggiornamento catastale dell’immobile in base all’uso accertato nel 2005 (e questo punto è stato oggetto di impugnazione di fronte al Tar Toscana da parte del proprietario del fondo, ed il contenzioso contro il Comune è tuttora pendente).



11/11/2022 10.41
Comune di Firenze