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Regione Toscana
Sanità: come sarà il nuovo piano regionale 2024-2026
La Giunta regionale ha svolto in Aula un’informativa in merito al prossimo Piano sanitario e sociale integrato. L’intervento dell’assessore Bezzini
Si è aperta con l’intervento dell’assessore alla Sanità Simone Bezzini l’informativa della Giunta regionale in Aula in merito al Piano sanitario e sociale integrato regionale 2024-2026.

L’assessore ha spiegato che è in corso di elaborazione una bozza di piano, che successivamente si aprirà un percorso di approfondimento e che l’atto sarà sottoposto al Consiglio regionale.

L’assessore si è soffermato sul contesto e sulle linee guida ispiratrici del nuovo atto, che delineerà il welfare in Toscana per i prossimi anni. “Siamo in una fase in cui ci si pongono molte domande sul futuro dei sistemi sanitari, a rischio di tenuta per i cambiamenti sociali, anagrafici ed ambientali in corso, che hanno impatti sui bisogni di salute e di conseguenza sulla quantità e sulle qualità delle prestazioni richieste” ha detto Bezzini. Fenomeni come l’aumento della speranza di vita, per cui la Toscana si piazza ai primi posti in Europa e che rappresenta certamente un fattore positivo, pongono d’altro canto una maggiore richiesta di servizi per l’invecchiamento della popolazione e per l’aumento delle patologie croniche. Stanno inoltre emergendo richieste nuove, come l’aumento esponenziale di cure per i disturbi legati all’alimentazione; anche i cambiamenti climatici hanno un impatto sulla salute, a partire dagli episodi di grande calura per arrivare alla diffusione di alcune malattie infettive.

“A fronte di questo quadro occorrono maggiori risorse economiche e professionali, altrimenti facciamo fatica a tenere il passo” ha commentato Bezzini.

La visione con cui il governo della Toscana vuole costruire il nuovo piano è quello della strategia “One health”: la salute non significa “solo curare una persona quando sta male ma cercare nuovi equilibri che non possono prescindere da una promozione del diritto alla salute trasversale e orizzontale”. Occorre dunque agire sui determinanti di salute e “chiudere il disegno di nuova definizione dell’assistenza territoriale”. L’assistenza territoriale sarà uno dei pilastri del nuovo piano, ha ribadito l’assessore, con l’organizzazione “di percorsi, soprattutto per la cronicità, in cui le persone devono essere prese per mano. Le delibere devono integrarsi e formare un disegno per garantire la qualità e la semplicità della presa in carico”.

Altri temi da privilegiare sono la parità di accesso ai servizi per tutti i cittadini toscani, sia che risiedano nelle grandi città o in aree marginali e disagiate; lo sviluppo e l’implementazione delle tecnologie digitali, iniziando dal portale di telemedicina; l’appropriatezza delle cure, sia per quanto riguarda le prescrizioni che il percorso. (1 - segue).

Parte seconda

Sanità: come sarà il nuovo piano regionale 2024-2026 (2)
Dopo l’assessore Bezzini è intervenuta l’assessora Serena Spinelli

Nel suo intervento sul Piano sanitario e sociale integrato regionale 2024-2026 l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli ha sottolineato come “da sempre la Regione abbia avuto un approccio condiviso nei diversi strumenti di programmazione. Un approccio che deve avere al centro le persone con le loro fragilità e deve tenere insieme i due punti di vista quello delle politiche sanitarie e quello delle politiche sociali”.



“Il tema - ha proseguito - è di come noi riusciamo ad implementare la modalità di lavoro dei nostri professionisti e delle nostre professioniste e la modalità di relazione tre le diverse istituzioni, tra comuni, aziende e territori al fine di attivare percorsi e non singole prestazioni in cui al cittadino non appaia più in maniera eclatante la separazione tra pubbliche amministrazioni. Le politiche sociali, infatti, sono anche competenze dei Comuni e con loro vogliamo condividere le modalità del percorso. La pandemia ci ha insegnato che la prossimità è uno dei modi di rispondere alle condizioni di cronicità e non avere continuato ad investire nel sistema sociosanitario in questo Paese ha contribuito al disinvestimento nei sistemi territoriali. Le politiche sociali devono diventare strutturali per uscire dalla dinamica delle politiche del buon cuore”.



“La Toscana - ha aggiunto l’assessora - con il suo sistema legislativo ha posto in questo senso una solida base di partenza. Quando paliamo di accesso al sistema territoriale parliamo di un accesso che deve essere unico nelle case di comunità, perché i punti unici di accesso non sono sportelli o uffici, ma sono luoghi dove le competenze professionali prendono in carico le persone e attivano i meccanismi di costruzione del percorso. Sono luoghi dove si dovranno portare anche le politiche sociali e socio-assistenziali. Piani che sono da reimpostare anche a livello nazionale. I livelli essenziali delle prestazioni non sono uguali in tutta Italia, ma dobbiamo garantire il diritto a tutti i cittadini di avere i Lep altrimenti gli neghiamo un diritto costituzionale”.



“La cronicità non riguarda solo gli anziani perché siamo in grado di vivere a lungo con una cronicità. Questo riguarda le disabilità alla nascita o acquisite, le condizioni di cronicità per patologia. Noi immaginiamo di rispondere alle esigenze dei cittadini con una presa in carico integrata e un sistema sociosanitario che sia proattivo e non di attesa. Una presa in carico che deve essere la più personalizzata possibile. Stiamo assistendo a un aumento della povertà educativa che ci consegnerà bambini e adolescenti non solo più poveri ma bloccati in una dimensione che forse non è la loro scelta di vita, ma soprattutto meno sani. Per questo è necessario un approccio regionale anche per le politiche sui minori”.



“La connessione tra ospedale e territorio in tutte le condizioni di fragilità – ha concluso l’assessora – è fondamentale e non scontata. Quando esco dalla struttura devo sapere come gestire la situazione. Noi crediamo nella costruzione attenta di una governance territoriale sempre più chiara e certa, che pure necessita di una maggiore presenza di professionisti, sia la risposta adeguata alle fragilità delle nostre comunità. Non mi sentirete dire che tutto funziona ma l’indirizzo giusto è quello e serve un sistema che sia finanziato in maniera adeguata”. (fine)



11/07/2024 9.24
Regione Toscana