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Redazione di Met
Alle Oblate, De Vita con Pirandello e Pasolini
Sabato 28 dicembre, ore 17.45, spettacolo tra didattica e letteratura

Alla Biblioteca delle Oblate, in Sala “Sibilla Aleramo”, sabato 28 alle 17.45 Ugo De Vita porta un singolare evento, tra didattica e letteratura: “Da Pirandello a Pasolini, tra i Sicilianismi della Novelle al “Canzoniere Italiano” del poeta.

“Non sarà uno spettacolo, - tiene a sottolineare Ugo De Vita, attore, autore e docente universitario - anche in questo caso, come nei precedenti miei interventi in Oblate, saranno voce e “logos” a dare senso all’evento. Quella del 28 sarà una lectio con citazioni importanti, oltre il richiamo etico, che da sempre contraddistingue il mio lavoro.”

Una occasione preziosa per la città nei giorni di festa, questa di De Vita, che esprimerà una riflessione sui dialetti: dalla voce magistrale di Sicilianità di Pirandello, cui anche Sciascia dedicò autorevolissime pagine di critica letteraria, alla scrittura della Antologia pasoliniana, dal titolo “Canzoniere Italiano”, 1963), data alle stampe più avanti in molte riedizioni da Garzanti.
“Il dialetto per Pasolini era lingua, il poeta lo contestualizzava alla sua passione rivolta all’ arcaico ed alla tradizione contadina - prosegue De Vita - ma non mancherà accento all’etica della scrittura pasoliniana e alla tragica fine del poeta all’Idroscalo di Ostia nella notte tra il primo e il due novembre 1975.”

Cosa significa per lei De Vita proporre Luigi Pirandello, scrittore e drammaturgo, e assieme la scrittura di Pier Paolo Pasolini?

“Pier Paolo l’ho conosciuto adolescente a Roma, mio zio Corrado De Vita, gli era molto amico e da Milano, lo aiutò quando dirigeva “Milano sera”, lo zio fu il primo a convincere Pier Paolo che doveva ancora girare i suoi grandi capolavori in pellicola, pubblicò così negli anni cinquanta, tra i primi allegati al quotidiano che aveva diretto e fondato con Vittorini, le carte sul viaggio tra i dialetti di Pier Paolo. Poi più avanti Pasolini riordinò il suo studio lo ampliò e ne fece un vero e proprio saggio in due volumi. Luigi Pirandello è il drammaturgo italiano per “eccellenza” tra i moderni, portai all’esame di ammissione alla Accademia “Silvio D’Amico” “L’uomo dal fiore in bocca”, mi fece da spalla per altro un attore e scrittore che voglio ricordare Luca di Fulvio, scomparso da poco.
Tornando alla scrittura di Pirandello, dirò che aveva in sé con questo marchio distintivo della Sicilitudine, prospettiva ineludibili che filtrava percezione del mondo dall’isola la sua gente, i parlari diversi, che impreziosiscono le sue pagine nella narrativa e il teatro, si pensi a “La giara”, “Lumie di Sicilia” o anche a “Liolà” in teatro.”

De Vita, romano ma fiorentino di adozione, tea gli operatori culturali più presenti in città e in regione, quest’anno svolgerà didattici presso l’Università di Padova.
Davvero occasione da non perdere, questo appuntamento alla Sala “Sibilla Aleramo”il 28 alle 17.45 con ingresso libero e gratuito ad inviti.

26/12/2024 11.35
Redazione di Met