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Uncem
Stati generali della Protezione Civile
Bussone (Uncem): anche su responsabilità, allertamento e gestione associata tra Comuni
"Il modello dell'organizzazione istituzionale della Protezione Civile sui territori deve essere rivisto nella riscrittura del Codice nazionale. La Protezione Civile va costruita insieme tra Enti locali. I Comuni devono gestire insieme la funzione. Oggi sono 247 le Unioni di Comuni che gestiscono insieme la funzione. Ma in altre 200 Unioni esistenti, la funzione è ancora separata ne singoli Comuni. Così nelle Comunità montane. Solo 17 su 70 esistenti in Italia gestiscono la funzione associata della Protezione Civile. In totale, tra Unioni e Comunità montane, stiamo comunque parlando, secondo i dati di OpenItaliae, di 1812 Comuni, per complessivi 7 milioni e mezzo di abitanti, che mettono insieme la funzione comunale. Questo è il tema. Insieme vanno fatti i piani di protezione civile, conosciuti da tutti i cittadini, tolti da armadi e cassetti, georeferenziati, raccontati nelle scuole e con il Dipartimento della Presidenza del Consiglio dobbiamo lavorare sulle responsabilità. Occorre capire se ha senso che le responsabilità restino ancora in capo a un singolo Sindaco, solo e senza risorse umane ed economiche adeguate per la gestione della funzione. Un tema enorme legato appunto alle responsabilità. Perché quando succede un'emergenza o vi è un problema, non può essere il Sindaco a essere indagato e condannato per tutto. Non possiamo fare dei sindaci carne da macello, ha detto il Ministro Musumeci. Ha ragione. Ma allora si stabilisca una catena di responsabilità che non lasci il cerino in mano ai Sindaci, sempre e comunque".

Così il Presidente nazionale Uncem Marco Bussone agli Stati generali della Protezione Civile, in corso a Roma all'EUR.

"I Piani di Protezione civile devono essere sovracomunali. Nelle zone montane, nelle valli, le Regioni individuino ambiti territoriali ottimali. Nei quali si monta un sistema istituzionale solido e chiaro, come lo erano fino al 2010 le 350 Comunità montane. Oggi tutto è fluido e non va bene - prosegue Bussone - Si usi ad esempio bene ITAlert, anche con l'intelligenza artificiale che agevola i processi di informazione e allertamento. La comunicazione è fondamentale. Tutela gli Amministratori locali. Il Dipartimento nazionale metta fine alla corsa a sistemi di allerta messi in campo da soggetti privati. Ben pagati dai Comuni. Così come si intervenga sulla formazione fatta da soggetti non sempre qualificati che si fanno ben pagare. Fa bene il CapoDipartimento a lanciare un sistema formativo unico, per tutti i soggetti coinvolti nel sistema di protezione civile. E ancora, il Ministro Musumeci ha ragione: si sblocchino 6 miliardi di euro di risorse ferme per fare prevenzione. Sono impantanate e nella fragilità dei territori, senza un piano nazionaale di adattamento ai cambiamenti climatici finanziato, senza un tessuto economico vivo, con faglie di abbandono e spopolamento, bosco di invasione in aumento, disuguaglianze marcate tra zone montane e urbane, perdiamo tutti. Lavorare insieme tra Comuni, costruire coesione, è il primo antidoto alla fragilità e alle emergenze".

04/04/2025 15.31
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