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Redazione di Met
La Bibbia a scuola. Il convegno di Biblia a Firenze
In occasione del quarantennale dell'associazione
Il Convegno nazionale organizzato a Firenze in occasione del quarantennale (1985-2025) di Biblia – associazione laica di cultura biblica, che si è aperto venerdì 28 marzo presso la Badia fiorentina con i saluti dell’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli e del fondatore della casa editrice “Giuntina” Daniel Vogelmann e con le relazioni della storica dell’arte Cristina Acidini e del biblista Jean Louis Ska, si è concluso domenica 30 marzo presso la Comunità ebraica di Firenze, con una relazione di Gad Fernando Piperno, rabbino capo di Firenze.

Il convegno ha visto un’ampia partecipazione da tutta Italia e ha avuto tra i relatori studiosi di alto profilo quali Nuria Calduch-Benages (direttrice del Dipartimento di Teologia Biblica - Pontificia Università Gregoriana), Vincenzo Lavenia (ordinario di storia moderna - Università di Bologna), Tomaso Montanari (storico dell’arte e rettore - Università per Stranieri di Siena), Fabio Porzia (storico e filologo del Levante tra Bronzo Tardo ed età Persiana - CNR), Ida Zilio Grandi (islamologa - Università Ca’ Foscari di Venezia).

In occasione del Convegno i soci di Biblia hanno approvato il comunicato “Bibbia a scuola. Tanto rumore per nulla”, relativo ad alcune recenti polemiche sull’inserimento della cultura biblica nell’insegnamento scolastico.

Si rinvia in proposito anche all’appello per "l'attuazione di iniziative concrete [...] volte a far sì che la conoscenza della Bibbia e dei suoi influssi venga sempre più considerata componente indispensabile nella formazione culturale di ogni studente e di ogni cittadino", che Biblia aveva lanciato già nel 2005 e che era stato firmato da più di 5.000 biblisti, filosofi, giornalisti, insegnanti, storici etc. appartenenti al mondo cattolico, protestante, ebraico e laico (tra i primi firmatari: Agnese Cini Tassinario, Claudio Magris, Emanuele Luzzatti, Enzo Bianchi, Franco Cardini, Gabriella Caramore, Gad Lerner, Gianfranco Ravasi, Gianni Vattimo, Gustavo Zagrebelsky, Margherita Hack, Massimo Cacciari, Michele Ranchetti, Paolo De Benedetti, Paolo Ricca, Paolo Sacchi, Remo Bodei, Tullio De Mauro, Umberto Eco…):

"Bibbia a scuola. Tanto rumore per nulla". Testo approvato all’unanimità dall’assemblea di Biblia
Firenze 29 marzo 2025

"Tanto tuonò che non piovve! Si potrebbe sintetizzare così le reazioni suscitate dall’annuncio della pubblicazione delle Nuove Indicazioni 2025 Scuola dell’infanzia e Primo ciclo di istruzione. Materiali per il dibattito pubblico (scuole elementari e medie), rese note dal Ministero dell’Istruzione e del Merito poche settimane fa.

Di cosa si parla?
Si tratta di un testo redatto da una Commissione composta da studiosi/e di area pedagogica e da esperti/e di area disciplinare, centoquindici in totale. Il documento è una bozza (di ben 154 pagine!) finalizzata ad avviare la fase di consultazione che la stessa Commissione effettuerà mediante incontri con le associazioni professionali e disciplinari, con le associazioni dei genitori e degli studenti e con le organizzazioni sindacali della scuola. Tale consultazione è propedeutica all’avvio del processo formale di adozione delle Nuove Indicazioni 2025 Scuola dell’infanzia e Primo ciclo d’istruzione che andranno a sostituire – ma solo a partire dall’anno scolastico 2026/2027 – quelle adottate nel novembre 2012.
Ci si trova quindi all’inizio di un confronto e non alla conclusione di un iter. Ciononostante, il dibattito è già esploso da metà gennaio, dopo un’intervista rilasciata dal ministro Valditara, poi ripresa da altri organi di informazione. Come succede spesso nel circo mediatico la discussione si è ristretta ad alcune parole chiave, buone per titoli accattivanti: ritorno del latino, poesie imparate a memoria, centralità della storia d’Italia, studio della Bibbia.

La posizione di Biblia, Associazione laica di cultura biblica.
In relazione allo studio della Bibbia, l’Associazione Biblia si è astenuta finora dal partecipare pubblicamente al dibattito. Lo ha fatto perché ha scelto tanto di aspettare di leggere il testo quanto di sottrarsi a semplificazioni e ad aprioristiche battaglie ideologiche. Ora siamo nelle condizioni di intervenire, in attesa di ritornare – magari in occasione di un momento pubblico – sulle questioni centrali.

In prima istanza occorre osservare che la sbandierata enfasi sullo studio della Bibbia si riduce a ben poca cosa. L’unico riferimento esplicito alla Bibbia si trova nel capitolo relativo alla Storia, caratterizzato da un’affermazione programmatica assai discutibile: «Solo l’Occidente conosce la Storia» (p. 68). Sotto la voce “Conoscenze” e in relazione alla classe prima (sic!), si specifica: «Le radici della cultura occidentale attraverso alcune grandi narrazioni: p. es. Bibbia, Iliade, Odissea, Eneide (in forma molto semplificata)» (p. 72).
Posto che la Bibbia è uno dei codici fondamentali della cultura occidentale, ci chiediamo se, appellandosi a “una forma molto semplificata”, si sia consapevoli del carattere plurale della Bibbia, a livello testuale (i diversi canoni dei libri) e a livello ermeneutico (le diverse interpretazioni), fattori che influenzano anche le narrazioni apparentemente più semplici. Senza dimenticare il perdurante influsso di precomprensioni apprese in giovanissima età (basti pensare alla inesistente mela mangiata da Adamo ed Eva).
Si sottolinea il carattere narrativo del testo biblico, con l’insegnante che leggerà e commenterà con i bambini alcuni passi: come li leggerà? Quale versione adotterà?
Resta aperta la questione della formazione degli insegnanti. Chi li formerà? Secondo quali criteri? A partire da quali presupposti?
Come far dialogare i racconti biblici con quelli contenuti in altri testi religiosi, a cominciare dal Corano? Tenuto conto della significativa presenza di alunni musulmani nella scuola primaria, si tratta di una domanda tutt’altro che astratta.

La Bibbia è un testo da maneggiare con cura, sempre a rischio di uso distorto e ideologico. Leggendo le Indicazioni si ha l’impressione di una certa dose di superficialità nell’approccio e, sottotraccia, si scorge il pericolo di utilizzare il testo biblico all’insegna di una identità fin troppo assertiva e autoreferenziale tipica di un Occidente che si avverte minacciato e invaso. Biblia, in virtù di un’esperienza ormai pluridecennale, continuerà ad operare nella scuola proponendo un approccio culturale maturo, pluralistico e dialogico. Rifuggendo da facili e ingannevoli scorciatoie, miriamo sia a favorire scambi consapevoli sia a prendere le distanze da tardivi arroccamenti".

Per informazioni sulla quarantennale attività di Biblia – associazione laica di cultura biblica si rinvia al sito Internet https://www.biblia.org


04/04/2025 17.49
Redazione di Met