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Città Metropolitana di Firenze
Mobilità, acqua, rifiuti ed energia: "Una regia per i servizi pubblici"
Esperti a confronto in Palazzo Medici Riccardi sul ruolo delle società partecipate
Mobilità, acqua, rifiuti, energia… Non pochi servizi pubblici sono erogati mediante le società partecipate alle quali è stato dedicato un convegno in Palazzo Medici Riccardi promosso dall'associazione 'Contare' e dalla Città Metropolitana di Firenze. “E’ un tema decisivo per chi governa servizi pubblici su territori estesi e che comprendono più enti locali – spiega Rocco Conte, direttore dei servizi finanziari e delle Partecipate della Metrocittà – Ci siamo confrontati sulla di queste società partecipate e sul ruolo che la Città metropolitana può svolgere come attore di coordinamento, indirizzo e garanzia”.
Al confronto, svoltosi nella Sala Luca Giordano nei giorni scorsi, hanno preso parte tra gli altri Mario Nispi Landi, presidente della sezione regionale di controllo per la Toscana; Nicola Perini, presidente di Publiacqua e Confservizi Cispel Toscana; Lorenzo Perra, presidente di Alia servizi ambientali e vicepresidente di Utilitalia. Con loro Onelio Pignatti, Presidente dell’associazione Contare; Anna Peta, magistrato della Corte dei conti; Luciano Cimbolini, dirigente presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze; Giampiero Maria Gallo, consigliere della Corte dei Conti Toscana; Giacomo Parenti, direttore generale della Città Mettropolitana di Firenze. Per la Metrocittà ha portato il saluto Alessio Mantellassi, sindaco di Empoli e vice sindaco metropolitano con delega al personale e al bilancio.
Moderatore della tavola rotonda seguita agli interventi Stefano Pozzoli (Università Parthenope di Napoli, presidente del collegio dei revisori della Metrocittà Firenze): i diversi punti, oltre che da Rocco Conte, sono stati scandagliati da Giulia Chieffo, direttore dell’area giuridico-legislativa e fiscale di Utilitalia; Anna Guiducci, dirigente delle partecipate della Regione Toscana; Pasquale Monea, segretario generale della Camera di Commercio Chieti Pescara, e Paolo Peluffo, presidente di Sezione della Corte dei Conti e presidente aggiunto della sezione di controllo della Regione Sicilia. Le conclusioni, sulle sfide future per gli enti soci, sono state affidate a Nicola Armentano, consigliere delegato della Citta Metropolitana di Firenze alle partecipate.
Cosa è emerso dal convegno? Quali linee di sviluppo? Da una parte l’evidenza che il quadro normativo e operativo delle partecipate è diventato sempre più complesso e spesso questa complessità non si traduce in valore aggiunto. La frammentazione degli indirizzi tra i vari enti soci riduce l’efficacia del sistema, rallenta le decisioni e indebolisce la capacità dei territori di orientare strategie condivise. Proprio per questo, osserva Conte, “le Città metropolitane possono – e dovrebbero – svolgere un ruolo di regia, garantendo competenze, continuità e un punto di vista sovracomunale”.
Per certi versi e per chi non ne conosce l’alfabeto, ci si inoltra sul terreno minato di espressioni che rimandano a temi ostici: Tusp, contabilità armonizzata, Tuspl, linee Anac, controlli interni. Conte le riconduce a un concetto comprensibile: “Si tratta di norme nate con finalità differenti ma, sommandosi, hanno prodotto una stratificazione che assorbe energia e tempo”, col risultato che chi controlla le partecipate come anche chi vi lavora dedica più più tempo agli adempimenti formali, che sono importanti, che alla qualità dei servizi.
Le partecipate si trovano spesso con una compagine societaria ampia, ad esempio Regione, Città metropolitana, Comuni grandi e piccoli, Unioni, Province: “Un mosaico istituzionale ricco, ma allo stesso tempo complesso (soprattutto se gli enti sono politicamente diversi fra di loro)”. Dunque ci vuole un coordinamento vero, altrimenti arrivare a una visione unitaria diventa difficilissimo.
E poi ci inoltriamo in un’altra foresta: bilanci, piani industriali, analisi dei rischi, indicatori di performance: ebbene, sono materie che richiedono professionalità specifiche ma non tutti hanno queste competenze in casa. “Si crea così un sistema a velocità differenziate – chiarisce Conte - Chi è attrezzato governa; chi non lo è, subisce. In un quadro simile servono regole chiare, competenze e soprattutto una regia. Non è un lusso: è una necessità”.
In sintesi gli adempimenti che devono compiere le partecipate sono circa 24, a fronte dei quali emergono precise criticità: troppa normativa, che rischia di soffocare la capacità gestionale; troppe voci, che generano indirizzi non allineati; poche competenze, che creano disparità tra enti, con risultato, se così si può chiamare, di inefficienza e lentezza.
La proposta di realizzare una regia su scala metropolitana risulterebbe la più adeguata, per tre motivi: i servizi sono erogati su scala sovracomunale e non si fermano ai confini di un Comune; le società hanno molti soci pubblici e per questo non dovrebbero lavorare senza un coordinamento, da affidare a un soggetto capace di dare ordine e indirizzo. La Città Metropolitana potrebbe assolvere questo compito grazie alla dimensione istituzionale adeguata, allo strumento di pianificazione noto come ‘Piano strategico’, le competenze tecniche, il ruolo naturale di raccordo, la capacità di offrire supporto tecnico agli enti più piccoli, per cui non sostituisce i Comuni ma li rafforza. “È il livello – chiosa Conte - che può trasformare la complessità in valore”. Si tratta ora di passare dalle “regole” alla “regia”.

12/12/2025 10.58
Città Metropolitana di Firenze