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"Quest'anno i trasferimenti in meno da parte dello Stato ammontano a 80mila euro, se si continua così i piccoli comuni saranno costretti a chiudere i battenti". Non è certo una previsione ottimistica quella di Alessandro Manni, sindaco di San Godenzo, alle prese con le enormi ristrettezze finanziarie. “Cercheremo di aumentare l'Imu sulla seconda casa; volevamo evitare questa decisione ma siamo costretti a farlo e non basterà. Nel bilancio mancano 20mila euro e non sappiamo come reperirli. Siamo un comune con appena 1250 abitanti ma con un territorio di cento chilometri quadrati, grande come quello di Firenze. Questi dati sono difficilissimi da gestire di per sé, se poi si aggiungono queste mazzate...". Insomma per Manni manca una via d'uscita: "Non c'è più niente da tagliare – conclude il sindaco di San Godenzo -. Il superfluo da noi non esiste da molti anni. Piuttosto dico che se a Roma avessero fatto come i piccoli comuni la spending review sarebbe già stata attuata da diverso tempo".

“La spending review - commenta di Oreste Giurlani, presidente di UNCEM Toscana – è un principio sacrosanto, ma se è diretto alle spese eccessive e al superfluo. Non vanno bene se toccano i servizi essenziali, se intaccano i livelli minimi di sussistenza delle municipalità. L'intento del governo è quello di rimettere in sesto i conti? Benissimo ma guardi in un'altra direzione: i comuni, soprattutto quelli piccoli e montani hanno già dato, da ora in poi non è possibile sostenere altri ridimensionamenti".