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Redazione di Met
Libri. Higuera, Firenze e il 'Materiale scarso e amaro per accendere un falò'
Tra regressioni autoritarie e criminalità organizzata, la testimonianza costruttiva dei disarmati
'Escaso y amargo material para hacer una fogata' è il nuovo libro di Carlos Higuera, poeta messicano con forti legami con Firenze. Il volume, prefatto da Michele Brancale e pubblicato dal Ministero della Cultura del Messico, presenta ironicamente un 'Materiale scarso e amaro per accendere un falò' o, forse, un fuoco per riscaldararsi almeno un po'.

"Chi si avvicina alla poesia contemporanea in America Latina - si legge nella prefazione - non può non considerare che tra i versi emerge l'immagine e la sostanza delle città di oggi e, tra di esse, quelle delle grandi megalopoli, che hanno trascinato la popolazione mondiale a vivere per più della metà nei grandi centri urbani, mentre i paesi e le campagne si svuotano, soprattutto in alcune regioni.
Ma il dato puntuale che si manifesta negli autori più sensibili e attenti, quelli che fanno i conti con la storia, è la dimensione della città aggregata, poco percorsa da quella che Jorge Bergoglio ha chiamato “amicizia sociale”, piuttosto che della polis come comunità civica, che dà un senso alto alla necessità degli esseri umani di trovarsi insieme più sicuri, più alfabetizzati e dunque colti, con un lavoro possibile con cui mantenere se stessi e i propri cari".

Tra regressioni autoritarie e criminalità organizzata, "si colloca la zona grigia dei complici e dei ricattati, ma anche la testimonianza disarmata e costruttiva di chi non si arrende e cerca vita, democrazia e uguaglianza". Nella poesia di Carlos Higuera si coglie tutto questo, attraverso il filtro della sua vita, e il confronto con altre latitudini del pianeta, da lui esplorate per motivi di studio e di lavoro, come l'Italia, con le sue luci e non poche ombre.

Higuera “cammina” nella città violata e i suoi eroi sono spesso bambini e persone che sembrano fare naufragio, un po' angeli caduti che non hanno perso però le ali. In tutte le sue opere poetiche, da 'L'ultima architettura del vento' (2015) a 'Ti nomina il Paradiso' (2019) fino al 'Canto delle città spezzate' (2020), si avvertono il continuo canto dell'assenza e la ricerca delle tracce di quanti sono spariti: uomini e donne della società civile, singoli onesti, di chiesa, da Romero a Posadas Ocampo, vittime che non hanno perso l'innocenza, tutti quelli che, credenti o meno, hanno coltivano la volontà di vivere insieme nella libertà.

Tutti costoro hanno cercato e lasciato ad altri la possibilità di raggiungere una “regiòn mas transparente”, una regione più trasparente, come ha scritto Carlos Fuentes, senza però voler salvare le apparenze perchè i propri sogni non sono stati sentiti e vissuti come illusioni (al contrario di come un po' faceva la classe media descritta da Fuentes nelle sue novelas, e che oggi è sempre più impoverita). Essi sono “muri infiammati di lacrime, ma non abbattuti”.

Nell'ambito della collaborazione tra atenei, nel 2017 Higuera visitò nel corridoio Brunelleschi della Biblioteca umanistica dell’Università di Firenze la mostra “Sangre de mi sangre” di Estela Peri, allestita, in collaborazione con il Centro studi Jorge Eielson, sul tema dei desaparecidos e dei loro parenti durante la dittatura militare in Uruguay. “Si presentò anche Higuera – ricorda la professoressa Martha L. Canfield – che lesse alcuni suoi componimenti”. (mb)

'Materiale scarso e amaro per accendere un falò' (Materiale scarso e amaro per accendere un falò)

14/12/2021 10.09
Redazione di Met


 
 


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