Città Metropolitana di Firenze
Mostre. "Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze"
A cura di Riccardo Lattuada, Giuseppe Scavizzi e Valentina Zucchi, dal 30 marzo al 5 settembre 2023, in Palazzo Medici Riccardi. Nardella: "Maestà regale che suscita meraviglia e attrazione"
Luca Giordano (1634-1705), fra gli artisti più virtuosi e prolifici del Barocco italiano, lascia a Firenze, all’interno di Palazzo Medici Riccardi, splendide testimonianze del suo operato. Si tratta delle due volte dipinte per la Galleria degli Specchi e per la Biblioteca Riccardiana. Il palazzo, prima grande residenza dei Medici, simbolo del potere di famiglia e del Banco Mediceo, acquisita alla metà del Seicento dalla famiglia Riccardi, viene così arricchito secondo il gusto decorativo dell’epoca.
Ed è proprio in questo periodo – negli anni Ottanta del Seicento - che Luca Giordano interviene sugli ambienti del palazzo dando vita a due dei più importanti cicli di affreschi barocchi, che tuttora campeggiano luminosi permettendo al pubblico di apprezzare l’alta qualità e l’estro raffinato del pittore.
In virtù di queste straordinarie opere, la Città Metropolitana di Firenze e MUS.E intendono quindi riservare al pittore napoletano e al suo legame con il palazzo e con la città di Firenze un'attenzione speciale, grazie alla mostra “Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze”, curata da Riccardo Lattuada, Giuseppe Scavizzi e Valentina Zucchi e organizzata con il sostegno di Business Strategies, che si terrà a Palazzo Medici Riccardi dal 30 marzo al 5 settembre 2023.
“Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze” è centrata sul rapporto intercorso fra il pittore napoletano – che trascorse a Firenze un periodo della sua vita, tra il 1682 e il 1686 - e le grandi famiglie fiorentine, pronte ad accogliere le novità della sua pittura e a investirlo di importanti esecuzioni. Fra queste - oltre ai granduchi medicei - si ricordano le famiglie Del Rosso, Corsini, Sanminiati, Andreini, Martelli e Riccardi, a cui il pittore lascerà in consegna importanti capolavori su tela e a fresco destinati a segnare la storia del Barocco in città.
“Potremmo domandarci se Palazzo Medici Riccardi senza le opere di Luca Giordano perderebbe qualcosa della sua magnificenza – sottolinea Dario Nardella, Sindaco della Città Metropolitana - Forse architettonicamente no, ma certamente la Sala degli Specchi con la sua volta luminosa e l’affresco sul soffitto della Biblioteca Riccardiana donano un senso di maestà regale capace di suscitare meraviglia e grande attrazione, che si coniuga in modo mirabile a quel gioiello che è la Cappella dei Magi di Benozzo Gozzoli.
La mostra dedicata a Luca Giordano è certamente doverosa da parte della Città Metropolitana di Firenze che recupera alla propria attenzione uno sguardo complessivo sull’arte di questo Maestro, declinata in più di mille opere. Ma essa ci dice anche come Firenze sia cattedra d’arte e nodo essenziale di crescita lungo la direttrice che collega Napoli a Roma a Firenze e da qui verso Bologna e Venezia, così decisiva non solo per il nostro passato, ma anche per il presente e il futuro”.
“Questa mostra ha qualcosa di straordinario – commenta Valentina Zucchi, curatrice del Museo di Palazzo Medici Riccardi e della mostra -. Presentare i dipinti correlati alle volte della galleria e della biblioteca riccardiane in questi stessi luoghi regala un’emozione rara e offre l’occasione per analizzarne con ancora maggiore profondità i temi e le tecniche, apprezzandone la narrazione artistica e il processo creativo. Ancora, questa mostra presenta allo sguardo una rosa di opere meravigliose, un affondo prezioso sulla fortuna che Luca Giordano ebbe fra i grandi collezionisti fiorentini.
L’attenzione e l’ammirazione che egli riscosse presso le grandi famiglie in città è infatti attestata da dipinti di grande impatto e fascino, che ben restituiscono la maestria e la destrezza del “pittore più famoso in Italia“ nell’elaborare storie di ogni genere con inventiva e sapienza.
Disegnare questa mostra insieme a Giuseppe Scavizzi e Riccardo Lattuada è stato un genuino piacere e un grande onore: l’esposizione è una vera festa per gli occhi, omaggio a un artista apprezzatissimo nel suo tempo e tuttora incredibilmente entusiasmante. Essa è il frutto dell’intenso e impegnativo lavoro di squadra dispiegato da due anni a questa parte dai professionisti di Città metropolitana di Firenze e di MUS.E, i cui frutti sono tali grazie alla preziosa collaborazione di prestigiose istituzioni fiorentine, italiane e straniere. A tutti coloro che hanno creduto in questo progetto va la nostra piena gratitudine”.
“Al suo arrivo a Firenze, dove avrebbe lavorato nell’arco di circa tre anni (1682-85), Luca Giordano era già un artista famoso, che aveva prodotto opere ambiziose per gran parte degli Stati regionali italiani, ma Firenze era ancora il centro artistico che aveva indicato all’Europa la via del Rinascimento e della Maniera moderna – spiega Riccardo Lattuada, curatore della mostra -. Giordano ne fu cosciente, e sin dai suoi primi rapporti con i conoscitori e i collezionisti della Capitale granducale egli assunse una postura di rispetto ma anche di sfida: rispetto per il prestigio fiorentino, ma sfida alle opere più eminenti e moderne di Pietro da Cortona e Ciro Ferri a Palazzo Pitti, e anche al sublime purismo devoto di Carlo Dolci.
L’apice di questa vicenda è la Galleria di Palazzo Medici Riccardi, accanto alla quale fiorirono opere di potente impatto emotivo e formale che suscitarono l’ammirazione del mondo artistico fiorentino e del maggiore storico dell’arte del tempo, Filippo Baldinucci, e aprirono la strada verso l’estetica dell’Arcadia”.
“Le due soste di Giordano a Firenze nel 1682 e1685 sono importanti perché hanno rappresentato un momento vitale del tardo barocco a Firenze, ma anche perché il clima intellettuale della città ha permesso al pittore di raggiungere livelli artistici nuovi. E questi sono i punti che la mostra si prefigge di studiare più a fondo”, aggiunge il curatore Giuseppe Scavizzi.
“La collaborazione dell’Opificio con Città Metropolitana e MUS.E non poteva trovare avvio migliore che questo progetto di studio sulla volta di Luca Giordano – spiega Emanuela Daffra, Soprintendente ad interim dell’Opificio delle Pietre Dure -. L’analisi condotta dalle restauratrici del Settore Pitture murali e stucchi Maria Rosa Lanfranchi e Sara Penoni, con il coordinamento della direttrice Renata Pintus e il supporto del Laboratorio scientifico dell’Istituto, ha consentito di raccogliere una grande quantità di informazioni che ci aiuteranno a comprendere su quali soluzioni tecniche si fondi la proverbiale rapidità di Luca Giordano e la straordinaria freschezza di questa decorazione, chiarendo in particolare il percorso costruttivo dell’opera e definendo la tavolozza del pittore. Ripercorrere le tracce del suo lavoro è stato per noi emozionante come ritrovarsi sul ponteggio con l’artista”.
“La Biblioteca Riccardiana e la Galleria sono gli unici ambienti rimasti intatti dal Seicento, pensati dal loro antico padrone di casa, il marchese Francesco, in funzione l’uno dell’altro dal punto di vista artistico e funzionale – aggiunge Francesca Gallori, direttrice della Biblioteca Riccardiana -. La ricchezza del nostro patrimonio librario, rimasto nel luogo scelto dalla famiglia Riccardi, non poteva che favorire il contributo della biblioteca a questa importante mostra su Luca Giordano, con un’esposizione incentrata sulle possibili fonti letterarie e iconografiche presenti agli immaginari del pittore napoletano e dei suoi contemporanei”.
"La scelta di raccontare l'esperienza artistica di Luca Giordano attraverso le sue opere è un passaggio importante per conoscere più a fondo la storia di Firenze e di un'epoca, quella della seconda metà del 1600, che fu un formidabile periodo per l'arte e la cultura. L'investimento dei grandi signori della città, con la famiglia Medici a fare da capofila, richiama inevitabilmente il concetto di mecenatismo molto radicato nell'epoca. Business Strategies prosegue così il suo percorso di collaborazione con MUS.E, Palazzo Medici Riccardi e la Città Metropolitana di Firenze con l'obbiettivo di far conoscere le eccellenze artistiche e culturali del nostro patrimonio nazionale”, dichiara Silvana Ballotta, direttore di Business Strategies.
La volta della Galleria degli Specchi, una vera e propria sfida all’illusionismo, si presenta come un fulgido racconto di miti, ritmato dalle virtù cardinali poste agli angoli e culminante con la celebrazione dei Medici nel centro, cui i Riccardi erano largamente riconoscenti. A questa decorazione fa da specchio la volta della Biblioteca, dove è raffigurata l’Allegoria della Divina Sapienza, che Luca Giordano avrebbe dipinto in soli cinque giorni fra il 1685 e il 1686. Queste preziose testimonianze artistiche, insieme alla decorazione della Cappella Corsini in Santa Maria del Carmine e a una serie di dipinti commissionati da altre grandi famiglie fiorentine – fra cui i Medici e i Del Rosso – compongono un interessante quadro della presenza a Firenze dell’artista.
Per queste ragioni l'esposizione risulta centrata sull’attività fiorentina di Giordano, nel 1682-1683 e nel 1685-1686, dedicando un’attenzione particolare alla volta della Galleria degli Specchi all’interno di Palazzo Medici Riccardi: la mostra permette infatti di porre in relazione i meravigliosi dipinti riccardiani, valorizzati in misura speciale durante il periodo dell'esposizione, con altre opere a questi strettamente correlate sia per l’iconografia sia per il periodo di esecuzione, ampliando la sfera d’interesse agli altri soggiorni fiorentini del pittore e aggiornando la narrazione espositiva in base alle più aggiornate ricerche sul corpus dell'artista.
In mostra una selezione di circa 50 opere alcune delle quali mai viste a Firenze prima d’ora, profondamente connesse agli affreschi. Fra queste spiccano una serie di dieci bozzetti della Galleria degli Specchi e della volta della Biblioteca Riccardiana, di proprietà della National Gallery di Londra, che per l’occasione saranno messi in dialogo diretto con la volta. E ancora, le Virtù distribuite in varie collezioni private europee e poi quadri provenienti da prestigiosi musei italiani come le Gallerie degli Uffizi, il Museo dell’Opera del Duomo di Siena, il Museo Stibbert di Firenze e il Museo di Palazzo Mansi a Lucca oltre ad opere provenienti da collezioni private italiane e americane.
A queste faranno da controcanto i documenti riferiti alla committenza riccardiana, alla definizione dell’invenzione e all’esecuzione dei dipinti, custoditi presso le biblioteche e gli archivi cittadini. Il percorso espositivo indagherà ulteriori aspetti della committenza e dell’attività fiorentina di Luca Giordano, valorizzando in particolare le opere più vicine per soggetto, più originali per tecnica e più significative nell'excursus del pittore, tessendo un racconto fortemente suggestivo.
Scopo della mostra è anche quello di dare nuovo risalto agli affreschi della Galleria e della Biblioteca, che oltre a beneficiare di un nuovo sistema di illuminazione sono oggetto di studio da parte dell’Opificio delle Pietre Dure per approfondire la peculiare tecnica impiegata da Luca Giordano.
L’esposizione si apre con l’Autoritratto proveniente dal Pio Monte della Misericordia di Napoli, databile intorno al 1680-92, per passare ad alcuni disegni giovanili tratti dagli affreschi di Pietro da Cortona in Palazzo Barberini, a Roma. I dipinti che raffigurano San Sebastiano, gentilmente concesso dal Museo Nazionale di Palazzo Mansi e Apollo e Marsia (proveniente dal Museo Stefano Bardini di Firenze), presumibilmente eseguiti negli anni Sessanta del Seicento e ispirati al linguaggio tenebroso di Jusepe de Ribera e di Mattia Preti - largamente apprezzati a Napoli - ci riconducono invece a Firenze, testimoniando già in questo periodo la stima per il pittore da parte di committenti del capoluogo toscano: il primo dipinto proviene originariamente dalla collezione del Cardinale Leopoldo de’ Medici, il secondo da quella dell’Abate Pier Andrea Andreini.
Il Trionfo di Galatea (concesso in prestito dalle Gallerie degli Uffizi) ben rappresenta il favore goduto dal pittore in città: esso risulta presente a fine Seicento nelle collezioni del Gran Principe Ferdinando de’ Medici, ma rimanda anche a ulteriori redazioni dello stesso soggetto presenti nelle collezioni fiorentine Sanminiati e Del Rosso. La quadreria dei fratelli fiorentini Andrea, Ottaviano e Lorenzo Del Rosso annoverava in effetti nel 1689 oltre quaranta dipinti di Luca Giordano. La ricchezza e la varietà delle acquisizioni Del Rosso sono qui testimoniate dai dipinti con scene della Passione di Cristo: due quali oggi sono conservati a Siena e uno nelle Gallerie degli Uffizi.
A essi si affianca il pregevole affresco su vimini raffigurante la Samaritana al pozzo (oggi di proprietà privata), esempio del virtuosismo tecnico del pittore. La Gloria di Sant’Andrea Corsini nella cupola sviluppata in chiave ariosa e splendente, è qui ben ricordata grazie ai preziosi bozzetti preliminari all’esecuzione dell’affresco, delle Gallerie degli Uffizi, cui si accompagnano due spettacolari dipinti di soggetto eroico, anch’essi riferiti ai Corsini e per la prima volta ripresentati in coppia. L’accostamento di questi due quadri, di dimensioni notevoli, e dei bozzetti per la Cappella Corsini, a loro volta riferiti a una decorazione murale, permette altresì di cogliere la versatilità di Giordano.
All’intensa produzione per chiese e conventi corrisponde una resa altrettanto virtuosa dei temi storici, ben esemplificata dai due quadri che hanno come protagonisti i leggendari Marco Curzio (collezione privata) e Lucio Giunio Bruto (proveniente dal Museo di Casa Martelli a Firenze).
A testimonianza dell’apprezzamento della corte medicea, Vittoria Della Rovere, moglie del Granduca Ferdinando II commissionò l’intima e devota Fuga in Egitto (di proprietà delle Gallerie degli Uffizi) e l’intensa allegoria della virtù teologale della Speranza (proveniente da una collezione privata).
Il Giudizio di Paride (che fa parte della collezione del Museo Civico di Palazzo Chiericati di Vicenza) ugualmente riferibile al primo periodo fiorentino, è un’ulteriore prova della sapiente rielaborazione della lezione di Pietro da Cortona in tono classico, mentre la scena di Atalanta e Ippomene (collezione privata) si pone come esito magistrale della sua abilità tecnica: dipinto su vimini con una tavolozza chiara e luminosa, è inventariato nel 1715 in questo palazzo, fra i dipinti della collezione Riccardi.
La Biblioteca Riccardiana, che ospita nella sua sala di studio uno dei due affreschi eseguiti da Luca Giordano per i Riccardi, apre in analogo periodo una mostra dal titolo Dai libri alla pittura. Viaggio tra le fonti iconografiche di Luca Giordano a palazzo Medici Riccardi a cura di Francesca Gallori con Rossella Giovannetti, Letizia Paolettoni e Giovanna Lazzi. L’esposizione intende affiancare, completandola sul versante letterario e iconografico, la mostra promossa dalla Città Metropolitana di Firenze e MUS.E.
Il percorso espositivo è composto interamente da libri, manoscritti e disegni della Biblioteca Riccardiana, ed intende raccontare alcuni miti degli affreschi attraverso le immagini delle diverse fonti letterarie che possono essere servite da modello al pittore: la Tabula Cebetis, La Sfera del Dati, Le Metamorfosi di Ovidio nelle sue tante versioni, le incisioni di Stefano della Bella, le rappresentazioni delle feste medicee, così come i celebri repertori di immagini del Ripa, del Cartari e dell’Alciati, la Flora di Giovan Battista Ferrari con le bellissime incisioni tratte da disegni di Piero da Cortona, Guido Reni e Andrea Sacchi. Concludono il percorso i tre studi di Giovanni Battista Foggini per gli stucchi e il disegno per uno specchio del salone di Anton Domenico Gabbiani, tutti parte della raffinata collezione riccardiana di disegni.
Anche la Biblioteca Moreniana, gioiello della Città Metropolitana con sede in Palazzo, ha contribuito con una piccola sezione espositiva visitabile nella sua sala di lettura e nel percorso museale che propone alcune testimonianze seicentesche e settecentesche che attestano la fortuna del Giordano e delle sue opere a Firenze.
Alla visita a Palazzo Medici Riccardi si accompagna l'invito a visitare i luoghi che in città conservano opere di Luca Giordano riferite alla sua permanenza cittadina, in un percorso “fuori mostra” che comprende le Gallerie degli Uffizi con Palazzo Pitti, la Galleria Corsini, Santa Maria del Carmine, Santa Maria Maddalena dei Pazzi e il Museo di Casa Martelli.
29/03/2023 13.27
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