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Guardia di Finanza - Comando regionale
GdF Roan Livorno. Operazione “Aqua Munda” – Utilizzo abusivo di acqua pubblica all'interno di alcuni stabilimenti balneari della Versilia
L’operazione, denominata “Aqua Munda” (acqua pulita ndr), è stata svolta avvalendosi della collaborazione della Regione Toscana - Settore Genio Civile
La Sezione Operativa Navale di Marina di Carrara, durante l’esecuzione dei controlli di Istituto svolti all’interno degli stabilimenti balneari marittimi presenti all’interno della propria circoscrizione di servizio, ricomprendente il litorale apuano e quello versiliese, ha individuato diversi impianti di captazione idrica da falda sotterranea (c.d. pozzi) realizzati in assenza di qualsiasi titolo autorizzativo, dai quali veniva prelevata, abusivamente, acqua pubblica.

L’operazione, denominata “Aqua Munda” (acqua pulita ndr), è stata svolta avvalendosi della collaborazione della Regione Toscana - Settore Genio Civile.
La realizzazione di impianti di emungimento della risorsa idrica è disciplinato da specifiche normative, tra le quali il Codice Ambientale (D.Lgs n. 152/2006), aventi lo scopo di tutelarla e razionalizzarne l’impiego.

La violazione di tali norme ha ripercussioni sia dal punto di vista erariale, per il mancato versamento del previsto canone idrico, che dal punto di vista sanitario riguardo l’impiego di acqua estratta da falde sotterranee difforme, per caratteristiche chimico/fisiche, rispetto all’impiego cui viene destinata.

I finanzieri, in tale contesto, hanno partecipato all’Azienda USL Toscana Nord Ovest/Settore Igiene Pubblica e Nutrizione le risultanze dei controlli effettuati per le valutazioni di propria competenza. Durante i controlli è stato inoltre riscontrato il prelievo di acqua sotterranea anche all’interno ex Siti di Interesse Nazionale e Regionale, soggetti ad apposito intervento di bonifica nei quali i prelievi risultano assolutamente vietati.

Nel corso dell’operazione i militari della Guardia di Finanza hanno accertato violazioni amministrative per oltre 960.000 euro e scoperto l’evasione dei canoni demaniali per ulteriori 600.000 euro che, complessivamente, realizzeranno un recupero, per le casse della Regione Toscana, di oltre un milione e mezzo di euro.
L’attività ha favorito un incremento esponenziale, da parte degli stabilimenti balneari, delle istanze di regolarizzazione delle concessioni sui punti di derivazione di acqua da falda sotterranea (c.d. Pozzi) che avrà, tra gli esiti, verosimilmente la razionalizzazione del patrimonio idrico e la regolarizzazione dei previsti canoni di
concessione, precedentemente evasi.

Quale immaginabile conseguenza derivante dalla regolarizzazione degli emungimenti è stata quella di osservare, in alcune aree, la riduzione del consumo e l’adeguamento degli impianti attraverso l’installazione dei contatori dei prelievi, in modo da monitorare nei prossimi anni gli effetti anche da un punto di vista geologico.

La necessità di salvaguardare e rispettare la risorsa idrica è stata sottolineata dalla Direttiva (UE) n. 2024/1203 sulla tutela penale dell’ambiente, datata 11 aprile 2024 che, pur non ancora recepita nell’ordinamento nazionale, prevede il marcato inasprimento delle sanzioni in materia di prelievo indiscriminato di acqua introducendo, tra i reati, quello di “esaurimento delle risorse idriche”.

L’attività eseguita rientra tra i compiti affidati, in via concorsuale, al Corpo, a prevenzione e contrasto degli illeciti in materia ambientale, a terra quanto in mare.

03/06/2024 10.05
Guardia di Finanza - Comando regionale


 
 


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