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Regione Toscana
Sanità: nuova legge per i servizi erogati in farmacia
Il provvedimento approvato con i voti a favore di Partito democratico, Italia Viva, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Gruppo Misto Merito e Lealtà e l’astensione del Movimento 5 Stelle
L’Aula del Consiglio regionale ha approvato, nella seduta del 15 ottobre, con i 32 voti a favore di Partito democratico, Italia Viva, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Gruppo Misto Merito e Lealtà e l’astensione del Movimento 5 Stelle la legge regionale che disciplina i nuovi servizi erogati in Farmacia.

Tre gli ordini del giorno presentati dai gruppi, approvato quello del Partito democratico che impegna la Giunta a proseguire, successivamente all’approvazione della legge, il percorso di coinvolgimento dei soggetti interessati dalla disciplina legislativa sui nuovi servizi erogati in farmacia, finalizzato a tenere conto nelle fasi e negli atti attuativi degli elementi che emergeranno durante il processo di confronto nell’ottica di garantire una corretta applicazione della normativa nel rispetto delle competenze e dei ruoli dei professionisti coinvolti.

Ritirato un ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle che verrà approfondito in commissione sulla congruità economica dei servizi offerti dalle farmacie e che impegna la Giunta a favorire ove possibile lo svolgimento di tali servizi da parte di strutture pubbliche e respinto uno presentato da Fratelli d’Italia che avrebbe impegnato la Giunta a sviluppare la farmacia territoriale dei servizi anche valutando quali possano essere i servizi delegati e quali quelli da offrire in convenzione e prevedeva anche l’impegno ad aprire un tavolo di confronto con Cispel Toscana e Federfarma Toscana.

Come ha spiegato il presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni (Pd) nell’illustrazione all’Aula, la nuova legge va a modificare la legge regionale 16 del 2000 allo scopo di adeguarla al decreto legislativo 153 del 2009, che per primo ha introdotto il concetto di ‘farmacia dei servizi’, e alle normative nazionali susseguitesi nell’arco degli ultimi quindici anni. Esse, infatti, consentono già alle farmacie di erogare prestazioni che vanno dalla diagnostica strumentale ai servizi cognitivi, erogate già oggi dal 40 per cento delle strutture toscane. La Regione stessa ha utilizzato le farmacie per l’attivazione delle tessere sanitarie, per le vaccinazioni Covid e anti-influenzali, per effettuare tamponi durante la pandemia. La volontà è dunque quella di integrare e chiarire, laddove ce ne fosse bisogno, le norme nazionali.

I punti cardine della proposta di legge sono sostanzialmente tre. Il primo riguarda la tipologia delle attività erogabili, che è circoscritta ai servizi sanitari previsti dalla normativa vigente e alla diagnostica da sangue capillare certificata per le singole strumentazioni utilizzate. Il secondo punto riguarda le caratteristiche dei locali: si prevede che le attività aggiuntive possano essere svolte in spazi interni alla farmacia o locali esterni, dedicati in via esclusiva alle attività della farmacia dei servizi, separati dagli altri locali e in grado di assicurare la tutela della riservatezza degli utenti. Tali locali devono essere autorizzati e devono essere ubicati nella propria sede farmaceutica. Non possono essere utilizzate aree o strutture esterne, come ad esempio gazebo o prefabbricati, salvo situazioni straordinarie autorizzate dalla Autorità competente.

Altro aspetto che caratterizza la proposta di legge è un richiamo forte alla responsabilità del farmacista (titolare o direttore) che ha l’obbligo di installare e manutenere le apparecchiature utilizzate. Il farmacista dovrà inoltre rispondere dell’inesattezza dei risultati analitici, quando questa sia imputabile “a carenze nella installazione, taratura e manutenzione delle attrezzature utilizzate”, e farsi garante del rispetto della riservatezza degli utenti.

Il lavoro in commissione, ha detto Sostegni, ha introdotto “modifiche sensibili”, mentre le osservazioni presentate “quando ritenute pertinenti al provvedimento in approvazione sono state quasi tutte accolte; altre presentate da alcune organizzazioni sindacali e dall’ordine non sono state accolte in quanto giudicate non pertinenti”.

Ampio il dibattito durante la discussione in Aula. La capogruppo del Movimento 5 Stelle Irene Galletti ha ribadito “il sostegno prioritario all’offerta sanitaria del servizio pubblico”, ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno, poi ritirato, “per evitare che le farmacie possano diventare come Case della salute”, ben sapendo che “nelle zone più periferiche possono erogare servizi ed essere d’ausilio”.

Secondo il consigliere Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), “arriviamo in ritardo ad approvare una legge tiepida che lascia tutto in sospeso. Il sistema sanitario pubblico sta scoppiando, questo modello non funziona più. O ne troviamo un altro, oppure non riusciremo più a dare risposte. Dobbiamo moltiplicare i luoghi dove si danno prestazioni sanitarie e diminuire i centri di potere, voi continuate a fare il contrario”. La farmacia dei servizi, ha aggiunto Petrucci, è un “concetto moderno, tutto europeo: costruisce un avamposto socio-sanitario del sistema sanitario pubblico”.

Dai banchi del Partito democratico il consigliere Andrea Vannucci ha sostenuto che il problema non sono gli spazi o i servizi che si offrono ma la sfida è “portare nei territori periferici i professionisti che questi servizi li erogano”. La collega di partito Federica Fratoni ha sottolineato come “dove la marginalità è marcata la presenza della farmacia sia un grande passo in avanti, ma che il sistema sanitario è principalmente pubblico e così debba rimanere”. “Mi auguro – ha concluso – che arrivino le risorse necessarie dal Governo centrale. La medicina del territorio andrà profondamente rivista, servono risorse, ma dobbiamo rispettare vincoli europei”.

Il consigliere Petrucci ha sottolineato come dal Governo Meloni sul bilancio del 2024 arriveranno tre miliardi di euro in più per la Sanità. “Una cifra tra i 3miliardi e i 3miliardi e 400milioni”. “Pochi” ha ribattuto il consigliere del Pd Marco Niccolai, “soprattutto una cifra inferiore a quella chiesta solo pochi giorni fa, anche da tante regioni amministrate dal centrodestra”. Durante le dichiarazioni di voto il capogruppo Vincenzo Ceccarelli ha ribadito come questa legge dimostri che “il Partito democratico non è nemico della farmacia dei servizi”. “Ben vengano – ha aggiunto – ma il servizio pubblico è un’altra cosa. È sbagliato poi mettere in contrapposizione il ruolo delle Case della salute e delle farmacie”. “Il posto dove erogare i servizi si trova – ha concluso – ma il problema è trovare i professionisti che ci lavorino. I servizi non vanno solo rivendicati, ma anche svolti”.

16/10/2024 12.30
Regione Toscana


 
 


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