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Regione Toscana
Istituzioni: Unioni di Comuni, modificata la normativa del 2011
La legge passa col voto favorevole di tutti i gruppi di maggioranza e l’astensione dei gruppi di opposizione

Cambia la normativa sulle unioni di Comuni. La legge 68 del 2011 (https://raccoltanormativa.consiglio.regione.toscana.it/articolo?urndoc=urn:nir:regione.toscana:legge:2011-12-27;68&dl_t=text/xml&dl_a=y&dl_id=&pr=idx,0;artic,0;articparziale,1&anc=art90)subisce modifiche in tema di concessione di contributi, ingresso di amministrazioni di diverso ambito e non solo.

La nuova legge, emendata in alcune parti con modifiche proposte dal presidente della commissione Bilancio Giacomo Bugliani (Pd), è stata approvata con il voto favorevole di tutti i gruppi di maggioranza (Pd, Iv, Gruppo misto-Europa verde) e l’astensione dei gruppi di opposizione (Lega, FdI, For za Italia, M5s e Gruppo misto-Merito e lealtà).

È stato il presidente della commissione Affari istituzionali e bilancio, Giacomo Bugliani (Partito democratico) a illustrare il provvedimento all’Aula. Il testo, ha spiegato Bugliani, “arriva dopo un’attività piuttosto intensa in prima commissione, che ha portato di fatto al ritiro di una serie di proposte di legge che vertevano sulla stessa materia”. Questa attività “si è tradotta nell’adozione di una serie corposa di emendamenti, che hanno modificato il testo assegnato alla commissione”. Bugliani ha passato quindi in rassegna gli interventi puntuali sulla legge 68 del 2011. In sintesi, in tema di attribuzione e accesso delle risorse destinate al funzionamento dell’Unione, compresi svolgimento di funzioni, servizi e attività, rientrano anche l’entità demografica e l’estensione territoriale dei singoli Comuni. Per i Comuni a maggior disagio si introduce la possibilità di svolgere altre funzioni in aggiunta alle cinque già previste. A decorrere dal 2027 e per incentivare le Unioni, si inseriscono tra i requisiti di accesso anche funzioni aggiuntive rispetto a quelle già previste per legge. Contestualmente, dal 2026, per garantire la stabilità organizzativa delle Unioni, si introducono disincentivi sulle premialità per le Unioni che non hanno approvato il rendiconto di gestione e i provvedimenti di riequilibrio di bilancio nei termini stabiliti dalla normativa Statale. Si inserisce inoltre un limite al contributo che si può concedere, pari al 90 per cento delle spese correnti sostenute dall’Unione nell’anno precedente.

A giudizio della consigliera Elisa Tozzi (Fratelli d’Italia), “il lavoro che si è provato a fare in prima commissione, purtroppo di fatto è stato accantonato, nonostante gli impegni e la volontà di arrivare a una modifica strutturale. Il testo che oggi esce da questo lavoro è di difficile lettura e comprensione, in realtà non rende e non semplifica la lettura di una norma complessa che contiene tanti aspetti”. L’intento iniziale. Ha spiegato Tozzi, era quello di “arrivare in modo ambizioso a una modifica della norma per dare alcune risposte non è stato raggiunto, il risultato finale di fatto tradisce questa sfida. Le nostre riflessioni portano all’Aula un rammarico forte per aver perso anche questa occasione”. La consigliera ha quindi annunciato l’astensione del gruppo Fratelli d’Italia.

“Avevamo auspicato un tagliando a dieci anni dall’introduzione di questa legge, ci siamo arrivati. Finalmente portiamo in Aula la modifica, con una serie di elementi innovativi che hanno la finalità di fare un passo in avanti alle Unioni dei Comuni, di farle camminare pe nuovi obiettivi e non farle procedere per inerzia”, ha dichiarato Cristiano Benucci (Partito democratico). “Si inserisce il concetto di Unione come ambito ottimale, si inseriscono gestioni obbligatorie per garantire, su determinate materie, una uniformità di trattamento e di risposta. Si recepisce l’esigenza di snellire la procedura. Un altro elemento innovativo è la possibilità di sostituzione del sindaco in determinate circostanze: chi ha svolto questo ruolo sa che talvolta il sindaco deve far fronte a un sovraccarico di impegni e funzioni difficilmente sostenibile. Resta aperto un tema che sta nel Parlamento nazionale: bisogna pensare che istituzioni importanti non possano essere affidate esclusivamente ai sindaci”.

Anche per Mario Puppa (Pd) si tratta della “necessaria revisione di una legge importantissima. Calare una modifica su un territorio complesso come quello delle Unioni vuol dire calarsi in una operazione ambiziosa. Questa è stata un’operazione coraggiosa, continuiamo su una direttrice che dovrebbe spingere i territori a incentivare le gestioni associate. I Comuni avranno maggiori opportunità di lavorare insieme, con sostegno economico e salvaguardia dell’autonomia. Oggi la Regione Toscana fa un passo importante”.

11/06/2025 10.38
Regione Toscana


 
 


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