Istituto Storico della Resistenza
Vannino Chiti, presidente ISRT: “Festa della Liberazione, quei valori sono sempre attuali per dare forza a un necessario e urgente impegno per la pace
"Dolore per morte papa Francesco, anche nostro il suo impegno per dignità, giustizia, fraternità, pace”
Di seguito il messaggio di Vannino Chiti, presidente dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea, per l’ottantesimo Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Questo ottantesimo Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo è contrassegnato da un necessario e urgente impegno per la pace. Quegli stessi valori che furono il profondo motivo di una Resistenza che in Italia e in Europa fu un movimento di popolo e che misero le fondamenta della nostra Costituzione, ancora straordinariamente contemporanea, sono assolutamente utili e danno forza a un rinnovato e coraggioso impegno per dire no a ogni forma di guerra e per costruire percorsi di pace.
Per questo la Festa della Liberazione dell'Italia e dell'Europa dal fascismo e dal nazismo non è in contrasto con il dolore che proviamo per la scomparsa di papa Francesco che ha insegnato e messo in pratica nella sua vita e nella sua azione di pastore parole come libertà, dignità giustizia, fraternità, pace. Sono anche le nostre parole, sono quelle che hanno sognato le donne e gli uomini dell'antifascismo. Abbiamo il dovere di continuare a impegnarci per portarle avanti con coerenza e fermezza.
La Liberazione è una festa più che mai attuale. Va ripetuto forte e chiaro a chi pensa di rendere banale la storia del nostro Paese e il patrimonio di civiltà che appartiene a un popolo. la Liberazione deve essere ricordata, deve diventare memoria collettiva, come oggi, purtroppo, ancora non è. Ce lo chiede proprio la cronaca del tempo odierno, così doloroso e pieno di preoccupazione. Per questo l’8 e il 9 maggio abbiamo organizzato un convegno di due giorni, a ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale. per riflettere sul mondo di oggi e i suoi tanti conflitti. È un dovere per l’Istituto perché il patrimonio dell’antifascismo, da conservare, valorizzare, diffondere nella sua pluralità di culture, non è solo sguardo volto al passato ma sforzo per contribuire a una lettura critica del presente, per sollecitare e partecipare a un impegno per la pace e la libertà.
Oggi torna attuale il messaggio della Resistenza, tornano gli obiettivi posti all’ordine del giorno in quegli anni: il diritto e la libertà delle persone e dei popoli, la nascita delle Nazioni Unite, purtroppo ai nostri giorni paralizzate dal diritto di veto esercitato da cinque Stati, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Torna la necessità di portare a compimento la costruzione della democrazia federale europea, gli Stati Uniti d’Europa come li immaginarono, i visionari di Ventotene: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni.
L’antifascismo - va detto allo sfinimento - è democrazia, e democrazia europea, contro l’autoritarismo; giustizia sociale ed ecologica contro disuguaglianze e distruzione dell’ambiente; dignità di ogni persona contro razzismo; uguaglianza di genere contro maschilismo; non violenza e pace contro culto della forza e della guerra.
Il pericolo per la democrazia e la Costituzione è l‘indifferenza che già contribuì un secolo fa all’affermarsi del fascismo, celebrare la Resistenza e la Liberazione ha senso se segue una rinnovata consapevolezza dei nostri doveri e dei nostri diritti e la volontà di dedicare momenti della nostra vita al bene della comunità e alle istituzioni della democrazia.
Che fare, allora? Non rassegnarsi perché il futuro non è scritto, ma dipende da noi. Trovare occasioni che sappiano unire, privilegiare il dialogo non l’estremismo che ricerca solo contrapposizioni, avere cura della democrazia, perché non è un dono ma una preziosa conquista, frutto di quanti per ottenerla hanno rischiato la vita, sono morti, hanno sopportato sofferenze, fatto sacrifici.
24/04/2025 12.29
Istituto Storico della Resistenza