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Upi Toscana
"LE PROVINCE TOSCANE SONO PRONTE AD AZIONI LEGALI-GIUDIZIARIE"
Andrea Pieroni: “Riforma confusa. Privi delle giunte, presidenti lasciati ad amministrare funzioni senza gli strumenti idonei, per di più in assenza delle risorse necessarie. Sulla Toscana un particolare accanimento”
“È una riforma confusa, pasticciata e sbagliata. Che scarica sulla Toscana gli elementi di maggiore criticità”. Questo, in merito all’operazione di riordino delle Province, uno dei passaggi del commento rilasciato da Andrea Pieroni, presidente della Provincia di Pisa e di Upi Toscana. Riferendosi agli aspetti generali del decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei ministri, Pieroni osserva come “il ‘taglio’ delle giunte lasci i presidenti a gestire, da soli (e de facto nominati commissari), un insieme di funzioni delicate e complesse: ponendoli insomma in una posizione difficile in quanto privi degli strumenti amministrativi necessari. Il tutto, per di più, in un contesto di totale assenza delle risorse necessarie a svolgere tali mansioni di governo locale: nel complesso, dunque, in condizioni letteralmente insostenibili”. Passando poi al trattamento riservato, da parte del governo, alla Toscana, “sulla nostra regione – prosegue – rileviamo quello che oggettivamente appare come un accanimento particolarmente severo, con il numero delle Province che passa da 10 a 4 (meno della metà, rispetto all’attuale), secondo un ‘assetto’ con il quale, inoltre, l’esecutivo dimostra di non aver tenuto conto né delle proposte del Cal (Consiglio autonomie locali), né della posizione assunta, sulla base di tali proposte, da parte del consiglio regionale”. Non solo. La nuova ‘mappa’ della Toscana “risulta caratterizzata da forti elementi di squilibrio, affiancando una Provincia da circa 350mila abitanti come quella di Arezzo (il mantenimento della cui autonomia registra peraltro il successo della nostra proposta) a una Città Metropolitana (Firenze, Prato, Pistoia) da circa un milione e 600mila abitanti; e a una Provincia dell’Area Vasta Costiera (Massa-Carrara, Lucca, Pisa, Livorno) da un milione e 200mila. Ed enti troppo vasti non saranno in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini, che sono (o dovrebbero essere) l’elemento prioritario. L’auspicio a questo punto – conclude Pieroni – è che la Corte Costituzionale da un lato e dall’altro il Parlamento (in sede di conversione del decreto) sappiano rimediare alle storture del provvedimento, sia sotto il profilo della geografia amministrativa, sia in relazione alla questione, che resta inderogabile, dell’elezione diretta degli organi provinciali”.

UPI TOSCANA, AZIONI LEGALI CONTRO TAGLI GOVERNO
Le Province toscane sono pronte ad azioni legali-giudiziarie contro le norme del Governo che hanno compromesso la loro capacità finanziaria già a partire dall'anno in corso. Lo annuncia il presidente di Upi Toscana, Andrea Pieroni, che ha convocato per il 6 novembre una riunione con i colleghi di tutte le province, in concomitanza con l'udienza della Corte Costituzionale chiamata a esprimersi sui ricorsi da alcune Regioni italiane contro le norme sulle Province previste dal decreto Salva Italia. "Qualunque sia la decisione della Consulta – spiega Pieroni – noi daremo battaglia affinché le Province siano messe in condizioni di adempiere pienamente alle loro funzioni. Noi non siamo più disponibili ad assumerci responsabilità senza avere i mezzi per dare risposte ai cittadini e ai territori". Pieroni sottolinea anche che "non ci sono più le condizioni per lavorare" e che gli enti "stanno andando verso la paralisi" per questo è "beffarda e ridicola la norma che ci obbliga a pagare i fornitori in 30 giorni a fronte dell'azzeramento dei trasferimenti statali e delle norme del patto di stabilità". Infine, Pieroni afferma che i presidenti della Province valuteranno "se ci sono le condizioni per continuare a lavorare svolgendo di fatto il ruolo di commissari di enti morenti, oltre tutto non potendo più avvalerci della collaborazione delle giunte il cui azzeramento dal primo gennaio si configura come un atto di natura autoritaria e centralista". Infine, Pieroni attacca il Consiglio delle autonomie locali e il consiglio regionale: "E' grave che abbiano dovuto discutere e confrontarsi su un quadro normativo che non prevedeva la possibilità per le città metropolitane di inglobare province limitrofe, cosa che invece è stata introdotta nell'ultimo decreto a partita ormai conclusa". (ANSA).

02/11/2012 19.45
Upi Toscana


 
 


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