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UNIVERSITÀ DI FIRENZE: SVILUPPO: FRA UNIVERSITÀ E TERRITORIO NUOVE FORME DI RAPPORTO
Incontro di lavoro con Assindustria e sindacati
Dare vita ad un’alleanza per lo sviluppo, rafforzare l’impegno a “fare sistema”: al centro, la funzione che l’alta formazione e la ricerca scientifica possono svolgere per aumentare la competitività del territorio. A conclusione di un incontro promosso oggi dall’Ateneo, da Assindustria Firenze e dai sindacati, per parlare di “Università e sviluppo del territorio” sono emerse indicazioni concrete e un programma di lavoro operativo che vede insieme a Firenze imprese, forze sociali e mondo della ricerca.
Dall’analisi delle difficoltà congiunturali e strutturali che frenano lo sviluppo del nostro territorio è nato l’accordo per il patto per lo sviluppo sostenibile, la coesione sociale, l’integrazione, siglato nello scorso dicembre da Assindustia, API, Firenze, CNA, Confartigianato e CGIL, CISL, UIL. “Sull’accordo vogliamo allargare il consenso - ha dichiarato il presidente di Assindustria Sergio Ceccuzzi - Il nostro sistema economico deve andare incontro a grandi cambiamenti ed occorre che tutti gli attori, economici, culturali, istituzionali, sociali, divengano protagonisti dello sviluppo. Dobbiamo fare squadra, giocare i nostri plus in maniera strategica e arrestare il declino. Oggi occorrono più ricerca applicata per far crescere il sistema industriale e più innovazione, nei processi produttivi e in quelli decisionali. Università, associazioni d’impresa e sindacati devono diventare partner di un progetto di rilancio dello sviluppo di Firenze dove siano chiari ruoli e tempi: occorre lavorare su obiettivi condivisi, misurabili e periodicamente controllabili per valutarne l’efficacia”.
Come assicurare, però, che la ricerca e l’innovazione rispondano alle esigenze di una realtà produttiva basata sulla piccola e media impresa? Tra le ipotesi allo studio, anche la formula di laboratori di ricerca congiunti tra università e imprese, finalizzati ad obiettivi di interesse reciproco, ma il progetto più importante è quello di una fondazione per la ricerca, che abbia l’Università come istituzione di riferimento e veda la partecipazione di altri soggetti pubblici e privati del territorio.
“La fondazione potrebbe essere lo strumento adeguato per attrarre risorse e contributi da mettere al servizio delle attività scientifiche e di alta formazione, che per poter raggiungere livelli di qualità chiedono infrastrutture e investimenti importanti – ha detto il prorettore alla ricerca Alberto Del Bimbo – e potrebbe garantire il collegamento strutturale tra l’Università e il territorio, realizzando un tavolo d’incontro permanente e chiamando così i vari attori dello sviluppo locale a condividere le scelte strategiche sui settori e le linee di sviluppo della ricerca”.
Nel rapporto Università e imprese sono già in atto “esperimenti” interessanti, come la ONLUS I2T3 (acronimo di Innovazione Industriale Tramite Trasferimento Tecnologico), presieduta da Mario Primicerio, che con il sostegno della Camera di Commercio e dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, ha già fornito assistenza a progetti integrati, dalla fase di ricerca a quella dell’inserimento nel processo industriale, con contratti tra dipartimenti universitari e 31 aziende e entrate per 1.800.000 euro.
“Con qualsiasi nome vogliamo chiamarlo – ha concluso il rettore Augusto Marinelli – abbiamo bisogno dello strumento più funzionale a sostegno dello sviluppo, consapevoli che questo passa attraverso la ricerca universitaria e l’innovazione ed è perciò indispensabile chiamare a raccolta le istituzioni e i soggetti produttivi per definirne le strategie. Su ricerca e università – ha aggiunto il rettore – temi sui quali la riforma del titolo V della Costituzione ha aumentato il ruolo delle Regioni, ho intenzione di invitare ad un confronto i candidati presidenti alle prossime elezioni per conoscere i loro programmi in merito”.
10/02/2005 14.20
Università di Firenze