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Non-profit in provincia di Firenze
Tre iniziative della Caritas per il 50° anniversario dell’alluvione a Firenze
Un incontro, la pubblicazione di un libro e un depliant informativo
Nel 50° anniversario dell’alluvione, la Caritas di Firenze organizza un incontro per riflettere sull’uomo e il creato, alla luce dell’Enciclica di Papa Francesco "Laudato si’" sulla cura della casa comune.
L’appuntamento è in programma venerdì 21 ottobre alle 17 nella Cappella Pazzi, all’interno del complesso di Santa Croce.
Dopo i saluti dell’Opera di Santa Croce, che ospita l’incontro, e del Vicario generale mons. Andrea Bellandi, ci saranno l’introduzione di Alessandro Martini, direttore della Caritas diocesana, e gli interventi di Simone Morandini (teologo) e di Francesco Gurrieri, docente di conservazione dei beni culturali. Modera Antonio Lovascio, direttore dell'Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali.
Nell’occasione sarà proiettato un video inedito girato la mattina del 5 novembre 1966, il giorno dopo l'alluvione, con la città ancora sommersa dal fango.
Durante l'incontro sarà anche presentato il libro “...nel massimo sforzo di carità” sull’impegno della Chiesa fiorentina nell’alluvione del ’66 a cura di Franco Mariani e Riccardo Bigi (Edizioni Toscana Oggi). Il libro, voluto dalla Caritas, ricostruisce con documenti d’epoca il grande sforzo profuso dalle parrocchie e dalle associazioni cattoliche per portare, fin dalle prime ore, aiuti alla popolazione. Storie inedite, come quella di don Renzo Rossi che inviò 50 mila lire dal Brasile, dono dei suoi poveri “per partecipare al dolore di Firenze”.
Oltre al libro, la Caritas ha realizzato anche un depliant “Se rispetti il creato proteggi la vita” con alcuni passaggi dell'Enciclica di Papa Francesco "Laudato sì" e alcune semplici indicazioni (in collaborazione con il Servizio di Protezione Civile del Comune di Firenze) su come comportarsi in caso di calamità (alluvioni o terremoti). L’opscolo sarà distribuito nelle parrocchie di Firenze domenica 30 ottobre.

LIBRO
“…nel massimo sforzo di carità”. La Chiesa fiorentina e l’alluvione del ‘66
«La gravissima alluvione che ha colpito gran parte delle popolazioni dell’Arcidiocesi deve impegnare tutti nel massimo sforzo di carità in favore dei sinistrati tanto duramente provati». Così scriveva il cardinale Ermenegildo Florit, arcivescovo di Firenze, in una lettera che la mattina del 5 novembre 1966, il giorno dopo l’alluvione, venne fatta recapitare a tutti i parroci. Un appello che trovò una risposta straordinaria da parte dei preti, dei laici, delle associazioni cattoliche: si può dire che la Chiesa fiorentina svolse un ruolo fondamentale nell’organizzare i primi aiuti alla città messa in ginocchio.
Nel cinquantesimo anniversario di quel tragico evento un libro, voluto dalla Caritas diocesana, documenta questa straordinaria testimonianza di carità. L’alluvione di Firenze, ricorda il direttore della Caritas di Firenze Alessandro Martini, per la Chiesa rappresentò una tappa fondamentale nel percorso che avrebbe portato alla nascita, nel 1971, della Caritas italiana. Per questo la Caritas ha voluto, con questo libro, ricostruire un aspetto che spesso viene dimenticato: «Ricordando l’impegno profuso dalla Chiesa fiorentina in quei giorni del 1966 vogliamo esprimere un ringraziamento pieno di riconoscenza ai tanti che con evangelica motivazione seppero rispondere alla richiesta dell’Arcivescovo di impegnarsi ‘nel massimo sforzo di carità’ compiendo tutto il possibile per alleviare le sofferenze dei fratelli e delle sorelle colpiti dalle più tremende avversità».
Dalle pagine del libro (curato dai giornalisti Franco Mariani e Riccardo Bigi) emergono storie, documenti, immagini. Emerge in modo particolare la figura del cardinale Florit, che insieme ai suoi collaboratori progettò, in poche ore, un dettagliato piano di intervento per la raccolta e la distribuzione di generi di prima necessità, indicando luoghi e modalità. Monsignor Paolo Ristori, che di Florit era segretario, ricorda poi le visite che per diversi giorni l’Arcivescovo fece (muovendosi a volte anche in gommone, o con mezzi cingolati) alle parrocchie più disastrate, per rendersi conto di persona delle necessità e promuovere gli aiuti.
Ma tra le storie non mancano gli inediti: come quello che riguarda don Renzo Rossi, allora missionario a Salvador Bahia, in Brasile. Pur operando in mezzo alle «favelas» più povere, don Renzo volle far arrivare il suo sostegno (anche economico) alla città ferita dall’alluvione. In una lettera al cardinal Florit scrive: «Vivo anch’io intensamente qui dal lontano Brasile il dramma della mia città. Per questo Eminenza le sono più che mai vicino: Lei mi rappresenta tutta la città». Negli archivi diocesani poi si conserva anche una lettera di don Alfredo Nesi, di qualche giorno più tardi: «Mi scrive don Rossi dal Brasile perché le mandi prontamente 50.000 lire detratte dal piccolo fondo raccolto per lui quale contributo in favore degli alluvionati. “È la mia gente di Guadalupe che partecipa così al dolore di Firenze” dice Don Renzo. Ed ha voluto inoltre che rimettessi a suo nome 20.000 lire a ciascuna delle Conferenze Vincenziane di Porto di Mezzo, Brozzi e Montelupo, ai paesi cioè che, con Firenze, più lo hanno aiutato e lo aiutano e nei quali svolse il suo ministero».
Grande poi fu l’opera compiuta dall’Opera Diocesana Assistenza, allora guidata da monsignor Vinicio Del Perugia: la relazione parla di 700 quintali di pane raccolto e distribuito, 30 quintali di latte in polvere, omogeneizzati per bambini. Altri documenti riguardano l’attività svolta da Azione cattolica, Misericordia di Firenze, Scout cattolici, Acli... Storie molto belle, come quella della Misericordia di Sesto Fiorentino dove la cappella fu trasformata in «ospedale da campo» con i letti per accogliere malati e feriti. Non si parla poi solo di Firenze: documenti e testimonianze anche su Pontassieve, Empoli, Castelfiorentino, dove l’allora proposto monsignor Silvano Piovanelli non esitò a indossare gli stivaloni di gomma per affrontare le acque che avevano invaso il paese e la basilica di Santa Verdiana.
Nel libro si raccontano anche le storie degli otto «angeli del fango» arrivati a Firenze e poi divenuti vescovi: tra di loro, come è noto, anche il cardinale Giuseppe Betori. Non manca, infine, il ricordo della visita di un «angelo» particolare, il Beato Paolo VI, che volle trascorrere la notte di Natale con i fiorentini, celebrando la Messa in Cattedrale.
A testimoniare l’impegno della Chiesa fiorentina durante l’alluvione sono le parole del giornalista francese, Lucien Boer, che scrisse in quei giorni: «...un lavoro di carità è stato compiuto da tutte le forze cattoliche concentrate intorno all’Arcivescovado e ai sacerdoti e parroci di vari rioni, un modo nuovo e vivo, che mi ha commosso più di ogni cosa in Italia. E quando sarò ritornato in Francia, non mancherò di dire che la Chiesa è stata presente presso tutti quelli che soffrono, e particolarmente presso i più poveri».

«...nel massimo sforzo di carità». La Chiesa fiorentina e l’Alluvione del ’66, a cura di Franco Mariani e Riccardo Bigi, Edizioni Toscana Oggi. Prefazione di Alessandro Martini, direttore della Caritas diocesana di Firenze.

19/10/2016 13.36
Non-profit in provincia di Firenze


 
 


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