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Redazione di Met
Al Teatrodante Carlo Monni Anna Bonaiuto, Manuela Mandracchia e Vanessa Gravina in “Le Serve”
Il capolavoro di Jean Genet, scritto nel 1947 e ispirato a un fatto di cronaca che sconvolse l’opinione pubblica francese, è un’indagine sulla violenza in un continuo ribaltamento tra essere e apparire. Sabato 21 gennaio alle 21.00 sul palco di Campi Bisenzio
“Uno straordinario esempio di continuo ribaltamento fra essere e apparire, fra immaginario e realtà”. Con queste parole Jean-Paul Sartre descriveva “Le serve”, il capolavoro teatrale del drammaturgo Jean Genet che andrà in scena sabato 21 gennaio ore 21.00 al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio (piazza Dante n.23), nell’ambito della stagione di prosa. Lo spettacolo, con la regia di Giovanni Anfuso, vedrà sul palcoscenico una delle interpreti più autorevoli del teatro italiano contemporaneo: Anna Bonaiuto, affiancata da Manuela Mandracchia e Vanessa Gravina, volti noti di cinema e tv.

Il testo, scritto nel 1947 e ispirato a un fatto di cronaca che sconvolse l’opinione pubblica francese, racconta la vicenda di Claire e Solange, due serve smunte e androgine che vivono un rapporto di amore e odio con la padrona – la sontuosa Madame, incarnazione di tutti gli ideali perduti: eleganza, bellezza, successo. Loro, brutte e sempre più arcigne, quando la padrona non c’è, si ritrovano ad allestire un ossessivo teatrino, una doppia vita in cui, come bimbe perverse, giocano “a fare Madame”. A turno vestono i suoi abiti, la imitano, e alla fine del rito la uccidono. Ma ben presto finzione e realtà si sovrappongono. Terrorizzate dall’idea che l’amante di Madame, da loro denunciato con delle lettere anonime, sarà presto rilasciato e che la verità sarà scoperta, tentano, come estrema soluzione, di avvelenare la padrona con una tazza di tisana che Madame, nella sua svagata disattenzione, non berrà. Sarà invece Claire, sempre più sprofondata nella doppiezza della sua vita, ad ingerire la bevanda avvelenata offertale dalla sorella carnefice.

“Abbiamo voluto rileggere lo spettacolo di Genet come se fosse una favola, una favola noir – spiega il regista – nel testo si possono riscontrare un gran numero di temi favolistici, dal filtro mortifero alla matrigna. Siamo partiti da questo per raccontare in che modo l’uomo può perdersi quando si trova solo con i suoi fantasmi, creando dunque la favola delle sorelle che, alla ricerca della propria identità, tentano di uccidere la padrona e finiscono per trasformarsi loro stesse in vittime. Si può dire addirittura che tutta la vicenda si svolga nella testa delle serve, ambientazione riflessa dall’impianto scenografico di Alessandro Chiti: due gigantografie di Madame – perché le protagoniste sono perennemente schiacciate da questa figura, poi un letto posto su tre gradini – a rappresentare l’altare su cui ogni giorno celebrano il rito con cui cercano di liberarsi, una grande porta d’ingresso a specchio e un tappeto di fiori bianchi.” Discutendo della scelta del cast Anfuso aggiunge: “Per portare in scena Genet erano necessarie attrici non solo molto esperte, ma anche capaci a darsi anima e corpo al testo, che è particolarmente impegnativo. In questo senso l’incontro con Anna Bonaiuto, Manuela Mandracchia e Vanessa Gravina è stato il migliore possibile, sono tre artiste straordinarie”.

Genet, che con la sua opera ha indubbiamente rivoluzionato la forma stessa della tragedia moderna, con “Le Serve” dà vita a una perfetta macchina rappresentativa in cui il gioco del teatro nel teatro è svelato per mettere a nudo, in modo straordinario, la menzogna della scena, con una struttura che scava nel profondo. Claire e Solange, vittime di una ingordigia metafisica nei confronti di Madame, simbolo di un potere assoluto da abbattere, disgustoso ed affascinante al contempo, incarnano alla perfezione un dualismo perpetuo, affondate o forse prigioniere nei ruoli violenti e speculari della “vittima” e del “carnefice”, della “criminale” e della “santa”. Sono facce di una stessa medaglia che coesistono in ciascuno di noi e che, spesso, si sovrappongono fino a confondersi.

Biglietti da 10.50 a 22.50 €. Per ulteriori informazioni www.teatrodante.it

19/01/2017 12.18
Redazione di Met


 
 


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