Due sillabe Ma, come Marini, Mi come Milano che sintetizzano l’incontro tra l’Italia e il Giappone, due paesi lontani che si conoscono e si attraggono, un legame profondo che durerà tutta la vita tra identità e culture diverse. E’ all’arte senza confini, generatrice di vita, che MAMI, figlia di Kenjiro Azuma, deve il suo nome, scelto accuratamente dal padre come summa di esperienze umane e vicende artistiche del percorso condiviso in Italia.
Mami Azuma, la madre Shizuyo Azuma e Maria Teresa Tosi, direttrice della Fondazione Marino Marini, tre donne, amiche ed estimatrici del filo che unisce Marino e Azuma, si ritrovano e rendono omaggio all’arte giapponese intrisa di concetti e temi mariniani. Un nuovo parallelismo, un inedito raffronto dedicato all’arte contemporanea che fa tornare gli Azuma ‘a casa’, nell’Europa accogliente, ospitale, che sin dagli anni ’50 indicò allo scultore giapponese la strada per il futuro, con gli strumenti, la visione, l’amicizia, l’anima dell’arte italiana interpretata dai colori e dalle forme di Marino. Dopo Aurelio Amendola e l’artista e amico catalano Juan Mirò, si apre il terzo atto della ricca programmazione con la quale la Fondazione, in collaborazione con il Comune di Pistoia, celebra al Palazzo del Tau l’amore per l’arte internazionale nella cornice di Pistoia Capitale della Cultura italiana 2017. Tra le sale dell’ex convento trecentesco (corso Fedi, 30) da oggi, sabato 21 ottobre 2017, al 7 gennaio 2018, sarà possibile ammirare una selezione di opere di Kenjiro Azuma che testimonia, ripercorre e racconta “Una vita in Italia”. L’allievo più talentuoso di Marini che diventa assistente e poi maestro, purtroppo scomparso lo scorso anno all’età di 90 anni. Un percorso che si intreccia, non a caso ma per scelta, con l’arte e il linguaggio dell’artista pistoiese. La mostra, curata da Ambra Tuci e Francesco Burchielli, è realizzata con il contributo di Fondazione Alta Toscana e si avvale del testo critico di Marco Bazzini. L’inaugurazione dell’evento espositivo è previsto sabato 21 alle ore 18.
Gli bastò sfogliare una monografia di Marino in una libreria di Tokio per capire che l’arte italiana sarebbe stata una delle linee guida della sua vita. Fu in quel momento, con la determinazione che contraddistingueva un ventenne orientale, che decise di partire per Milano, nel 1956, attraversare il pianeta e solcare i cieli con un volo lungo 56 ore e rendersi protagonista di una identità artistica che avrebbe segnato profondamente il suo destino. “Questo è stato mio padre – dice Mami - vedendo le opere di Marino, Azuma scopre non solo il suo maestro, ma anche l’Italia, in un momento storico in cui, anche a causa delle difficoltà linguistiche, le telefonate internazionali erano mediate dal centralinista dell’allora compagnia telefonica. La domanda più ricorrente che rivolgevano a mio padre era “come mai sei venuto in Italia?”.
La risposta per tutti è condensata nella frase che anche Maria Teresa Tosi si sentì riferire da Azuma, con un sorriso, rispettoso, sereno, consapevole, al suo primo incontro avvenuto negli anni Ottanta. “Gli sorridevano gli occhi pieni di luce, mi rispose – aggiunge Maria Teresa Tosi – io in Italia per Marino, grande scultore, grande maestro”. Nel mettere a confronto per la prima volta il lavoro dei due artisti, la mostra “Una vita in Italia” esalta l’amicizia, la sintonia, il pensiero comune. “Marino - aggiunge Tosi - ha spinto Azuma a leggere dentro di sé, ad esprimere se stesso e la sua filosofia orientale, a tirar fuori la propria identità. È in quest’ottica che la Fondazione Marino Marini presenta alcune delle sculture più significative di Kenjiro Azuma che variano per tipologia e natura dalle prime più tradizionali a quelle più emblematiche del suo lavoro; opere che, nella loro sintesi, con i loro pieni e i loro vuoti, esprimono quello che per l’artista veramente c’è d’importante nella vita, il mondo di convivere”.
BIOGRAFIA
Kengiro Azuma nasce il 12 marzo del 1926 a Yamagata nel nord del Giappone, in una famiglia di fonditori. Nel 1943 al culmine del secondo conflitto mondiale si arruola come volontario ed entra nella Marina Militare; nel 1946, al termine della guerra, fa ritorno nella sua città natale, dove conclude gli studi superiori. Trova nell’arte le risposte ai molti dubbi sorti dalla caduta dei valori cardine della società giapponese, legati all’aura divina dell’Imperatore che con la resa incondizionata del Giappone, veniva offuscata. Nel 1949 si iscrive all’Università Nazionale d’Arte e di Musica Geidai di Tokyo, conseguita la laurea nel 1953, frequenta per altri due anni un corso di perfezionamento. Nel 1956 grazie a una borsa di studio del Governo Italiano si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, spinto dal desiderio di studiare sotto la guida di Marino Marini, fortemente colpito dalle sue opere viste in una monografia esposta in una libreria di Tokyo. Durante il corso degli studi in accademia, le sculture di Azuma vengono inizialmente influenzate dalle opere del maestro, per poi discostarsi e trovare un’identità propria, suggerita dallo stesso Marini che lo esorta a tornare alle origini, verso la cultura e l’estetica giapponese. Le riflessioni sul significato dell’infinito e sul ciclo della vita lo portano a realizzare i primi bassorilievi intitolati MU, vuoto o nulla. Nel 1960 consegue il diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera e diventa assistente personale di Marino Marini Alla sua prima mostra personale alla Galleria Minima di Milano nel 1961, ne seguiranno altre: a Palazzo Strozzi a Venezia, alla Galleria l’Obelisco di Roma e alla Galleria il Cavallino di Venezia, occasioni che lo gratificano e lo spingono a proseguire nella ricerca artistica. Nel 1963 riceve il National Museum of Modern Art Award, il Premio Emile Godar al Concorso Internazionale di Scultura a La Sarraz (Svizzera) e il secondo premio al Quinto Concorso Internazionale di Scultura a Padova. Nel 1964 partecipa alla Keukenhof International Outdoor Exhibition (Paesi Bassi), a Dokumenta III a Kassel Germania) e all’Esposizione Internazionale di Scultura al Palazzo Reale di Monza. Nel 1965 viene invitato al Simposio Internazionale di Scultura dalla California State University di Long Beach (Stati Uniti), in seguito espone in una mostra collettiva dal titolo Japanese New Paintings and Sculptures al San Francisco Museum of Art e successivamente in altri sette musei americani fra cui il Museum of Modern Art di New York (Stati Uniti). Nel 1963 inizia la collaborazione con Toninelli Arte Moderna, galleria con la quale lavorerà per alcuni anni. Nel 1968 partecipa e vince il secondo premio al Concorso Dalmine Forma in tubi. Nel 1971 lo scultore austriaco Karl Prantl lo invita a partecipare al Simposio Internazionale di Scultura a St. Margarethen (Austria), dove realizza l’istallazione Cielo, Terra e Uomo utilizzando la pietra della locale cava. Nello stesso anno l’opera Croce, ideata per il convento dei frati cappuccini di Sion (Svizzera), entra a far parte della collezione d’arte contemporanea dei Musei Vaticani nel quadro della riapertura del dialogo fra artisti e Santa Sede voluta da Papa Paolo VI. Nei primi anni settanta partecipa ad un’importante mostra collettiva itinerante in Giappone e nel 1974 espone nei musei di Tokyo, Yamagata e Osaka. Nel 1977 viene invitato dal Pontificio Consiglio della Cultura a lavorare sul tema della conversione di San Paolo e l’opera Folgorazione di Saulo, donata dall’artista viene inclusa nella collezione d’arte contemporanea dei Musei Vaticani. Nel 1980 muore Marino Marini, Azuma seguirà ancora per diversi anni l’attività del suo maestro attraverso la collaborazione con la Fondazione Marino Marini a Pistoia; nel medesimo anno inizia a insegnare Scultura e Arte Orafa alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (NABA), accademia fondata da Ausonio Zappa, Guido Ballo e Tito Varisco. Nel 1984 viene chiamato a installare una scultura monumentale di fronte al Municipio di Yamagata, sua città natale.
Nel 1985 inizia la serie Yu.
Nel 1988 espone diverse opere lungo corso Vittorio Emanuele a Milano, nell’ambito del progetto Percorso della Scultura, una sorta di museo a cielo aperto ideato dal Comune di Milano. Nel 1991 l’opera A Monument of Life viene collocata nella sede dell’Asahi Mutual Life Insurance Co. a Tokyo (Giappone). Vanni Scheiwiller riconosce nei brevi, semplici versi che Azuma compone per descrivere sensazioni e riflessioni una vena poetica da sviluppare, un esercizio di scrittura che coltiverà negli anni. I piccoli componimenti vengono pubblicati per la prima volta nelle edizioni private delle Strenne di Paolo e Paola Franci.
Viene nominato accademico di San Luca a Roma nel 1993. Nel 1995 è insignito dall’Imperatore del Giappone dell’onorificenza Shijuhosho e nel 1996 il Comune di Milano gli conferisce l’Ambrogino d’argento; nello stesso anno installa l’opera MU-966 nell’atrio del palazzo Granpark della NTT Communication a Tokyo (Giappone) e all’inizio del 1997 progetta la Piazza del Tempo nel Parco Kotodai a Sendai (Giappone). Nel 1998 si dedica alla progettazione di un percorso nel parco de La Marrana a Montemarcello (fraz. Ameglia, La Spezia) con l’inserimento di sculture e la realizzazione di installazioni site specific, come Il sogno che resterà permanentemente nel parco. Nel 1999 viene nominato visiting professor all’Università Nazionale d’Arte di Tokyo, partecipa alla collettiva a Palazzo Reale a Milano dal titolo Arte per Assisi. Sedici panchine e due fioriere in granito rosa progettate nel 1988 inizialmente per piazza San Babila a Milano, vengono definitivamente collocate nel 2000 in piazza Cordusio.
Nel 2001 l’Imperatore del Giappone gli conferisce l’onorificenza Kunyonto Kyokujitsusho riservata a coloro che hanno reso onore al Giappone con la loro attività. Nel 2002 realizza insieme al figlio Anri Ambrogio, architetto, la Fontana delle tartarughe in largo Lamarmora a Sesto San Giovanni, un progetto di riqualificazione della piazza esistente; nello stesso anno è nominato visiting professor all’Università d’Arte e Tecnologia di Yamagata. In occasione del trentesimo anniversario della sezione dell’Avis di Gattico (Novara), cittadino onorario del paese nel novarese, dona il Monumento al donatore che viene posato in piazza Leonardi.
Nel 2005 nel quadrimestrale edito da Colophonarte l’editore Egidio Fiorin pubblica L’orgoglio di essere artista, con uno scritto di Giorgio Lucini, La poesia di Azuma, entrambi i testi ripercorrono lo sviluppo artistico e le esperienze nei cinquant’anni trascorsi in Italia.
Nel 2009 a Milano, dal 25 marzo al 20 aprile viene esposta, su iniziativa della galleria Lorenzelli Arte, la Goccia in Piazza della Scala nell’ambito di “MiArt ArtNow!” Il 21 novembre dello stesso anno è tra i 266 esponenti del mondo dell’arte, provenienti da tutto il mondo, presenti all’incontro con Papa Benedetto XVI in Cappella Sistina a Roma, la Santa Sede riprende così il confronto con gli artisti promosso da Papa Paolo VI alcuni anni addietro. Nel 2010 Azuma viene invitato a esporre a Matera al MUSMA e nelle chiese rupestri di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci, stabilendo un dialogo silenzioso fra le sue opere e gli anfratti delle pareti rocciose; a Matera entra in contatto per la prima volta con i sassi che per sua stessa ammissione lo portano in una dimensione atavica, vicina all’origine della vita. Viene nuovamente invitato nel 2011 dal Pontificio Consiglio della Cultura in occasione del 60° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Papa Benedetto XVI a partecipare all’esposizione Lo splendore della verità, la bellezza della carità.
Un progetto del tutto inaspettato che lo mette di fronte a un’ardua sfida è l’incarico per la progettazione dell’arredo liturgico della chiesa di San Francesco a Locarno (Svizzera), dove nel 2012 realizza l’altare, l’ambone, il portacero pasquale in bronzo e i seggi in legno di noce. Nel 2015 dona alla città di Milano insieme alla Fonderia Artistica Battaglia con il contributo di 30 cittadini e il sostegno degli Amici del Monumentale un’imponente scultura MU- 141 La vita infinita che trova la sua collocazione nel piazzale del Cimitero Monumentale di Milano, l’allestimento è completato da due panche in granito rosa di Baveno, disegnate dallo stesso Azuma.
Nel 2016 a marzo MU- 141 La vita infinita, entra nella collezione della società Sambonet che la colloca nel piazzale della sede a Orfengo (Novara); sempre nello stesso anno viene installata nel Parco di Portofino l’opera Genesi - la luce di Portofino.
Kengiro Azuma muore a Milano nell’ottobre 2016. Il figlio Anri Ambrogio porta a termine i progetti avviati insieme al padre, la mostra personale Infinito – MU organizzata con la galleria Lorenzelli Arte per festeggiare i novant’anni di vita e i sessanta di permanenza a Milano viene inaugurata per la prima volta senza la presenza dell’artista a poche settimane dalla scomparsa. Il 25 maggio 2017 viene presentato nella Sala Napoleonica dell’Accademia di Belle Arti di Brera il libro d’artista pubblicato dall’associazione “Cento Amici del Libro” con dodici incisioni originali accompagnate da dodici poesie. Nel settembre 2017 vengono esposte tre gocce a “Open 20” a Venezia, Hilton Molino Stucky della Giudecca. Il 2 novembre 2017 il nome di Kengiro Azuma verrà iscritto nel Pantheon del Famedio al Cimitero Monumentale di Milano.
Principali mostre personali
1958
Department Store Marukyu, Yamagata
1961
Galleria Minima, Milano
1962
Galleria Minima, Milano
Galleria l’Obelisco, Roma
Galleria il Cavallino, Venezia
1963
Galleria Toninelli Arte Moderna, Milano
1964
Galerie Senatore, Stuttgart
Galerie Emmy Widmannn, Bremen
Galerie Wilm Falazik, Bochum
Galleria Giraldi, Livorno
1965 -1966
Galleria Toninelli Arte Moderna, Milano
1967
Galerie Senatore, Stuttgart
1968
Galleria Il Salotto, Como
1969
Galleria Toninelli Arte Moderna, Roma
1972
Galerie Nouvelles Images, Den Haag
1974
Contemporary Sculpture Center, Tokyo
Contemporary Sculpture Center, Osaka
1975
Galerie Nouvelles Images, Den Haag
Galleria Stendhal, Milano
1976
Galleria 73, Belgrado
1978
Galleria d’Arte Greminger, Genova
Contemporary Sculpture Center, Tokyo
Contemporary Sculpture Center, Osaka
1979
Galleria Vismara, Milano
Galleria Stendhal, Milano
1980
Galerie Suzanne Bollag, Zürich
Galerie Nouvelles Images, Den Haag
1981
Galleria Pieter Coray, Lugano
1983
Dordrecht Museum, Dordrecht
Galerie Nouvelles Images, Den Haag
1986
Galerie Tschudi, Glarus
Contemporary Sculpture Center, Tokyo
Contemporary Sculpture Center, Osaka
1988
The Seibu Museum of Art, Tokyo
The Museum of Modern Art, Toyama
1989
The Museum of Modern Art, Kanagawa
Prefecture Museum of Art, Yamanashi
The Miyagi of Modern Art, Sendai
Contemporary Sculpture Center, Tokyo
The National Museum of Art, Osaka
1990
Galleria Lorenzelli Arte, Milano
1994
Museo d’Arte, Mendrisio
1996
Fondazione Calderara, Vacciago
1998
La Marrana, Montemarcello
1999
La Luce di Teglio, Palazzo Besta, Teglio
2004
Kengiro Azuma musica del silenzio, Castelbasso
2005
Kengiro Azuma, sculture e disegni, Christine Bader, Lugano, Svizzera
2006
Kengiro Azuma. Ottant’anni, Fondazione Calderara, Vacciago
2010
Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci - Museo della Scultura Contemporanea Matera (MUSMA), Matera
La luce di Craveggia, Spazio Museale Archivio Storico, Craveggia
2011
Kengiro Azuma 1961, Museo del Novecento, Milano
2016
MU YU – il vuoto e il pieno, Galleria Cortina Arte, Milano
Infinito – MU, Galleria Lorenzelli Arte, Milano
MOSTRA UNA VITA IN ITALIA
INGRESSO LIBERO
Museo Marino Marini - Palazzo del Tau Corso Silvano Fedi, 30 51100 - Pistoia
Info tel: 0573 30285 mail:
fmarini.direzione@gmail.com, www.fondazionemarinomarini.it
Orario: lunedì chiuso, dal martedì al venerdì 11.00-18.00 - sabato 11.00-19.00 - domenica 10.30 - 19.30