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Comune di Pistoia
Teatro Manzoni Pistoia: "AMERICAN BUFFALO" di David Mamet traduzione Luca Barbareschi adattamento di Maurizio de Giovanni regia Marco D’Amore
Da venerdì 15 a domenica 17 dicembre 2017
È Marco D'Amore, popolarissimo volto della serie TV “Gomorra”, il protagonista e il regista di un grande classico contemporaneo come American Buffalo di David Mamet, che il Teatro Manzoni di Pistoia ospita dal 15 al 17 dicembre, subito prima delle Festività natalizie per Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017.

Uno spettacolo rivelazione, salutato dalla critica come uno dei migliori della stagione, presentato nella traduzione di Luca Barbareschi e adattato “in un napoletano ‘marginale’ quanto clamorosamente caldo ed efficace”, come scrive Gianfranco Capitta, da un 'giallista' di prim'ordine come Maurizio de Giovanni. Prodotto dal Teatro Eliseo di Roma, vede in scena, accanto a D'Amore, Tonino Taiuti e Vincenzo Nemolato, rispettivamente Premio “Le maschere del teatro 2017” come miglior attore non protagonista e miglior attore emergente.

Per il ciclo “Il teatro si racconta”, i tre attori della compagnia incontreranno il pubblico sabato 16 dicembre alle ore 17,30 al Saloncino Manzoni, conduce l'incontro Saverio Barsanti, direttore artistico dell'Associazione Teatrale Pistoiese.

“Come i grandi classici, American Buffalo costruisce ponti tra la realtà che racconta e le visioni possibili che è in grado di generare” - racconta Marco D’Amore (che ricordiamo al Manzoni anche nella Trilogia della villeggiatura di Servillo) -; “io, perso nel viaggio della lettura, ho visto costruirsi lentamente, davanti ai miei occhi, uno di questi ponti … è partito da Chicago (città natia di Mamet) e, passando per l’angusta bettola di Don, è giunto a Napoli, in un vicolo in cui le ‘puteche’ (botteghe in dialetto napoletano) esistono ancora. Dove è possibile incontrare i 'tipi' descritti nel testo, ascoltarne le storie in una lingua che ricorda il famoso sound a cui si riferisce l’autore quando racconta dei suoi personaggi, una lingua di popolo che arriva direttamente dalla pancia ed esplode senza filtri, la lingua napoletana. American Buffalo è la storia di un fallimento. Annunciato, quasi voluto, destino ineluttabile a cui non ci si può sottrarre. È racconto da bassofondo, di slang e male parole, di botteghe maleodoranti e vestiti sdruciti. È apologia della deriva: tre esseri umani e un piano improbabile destinato alla rovina a cui ci si attacca con le unghie senza rinunciarci! È desiderio di rivalsa, di vita anche a costo della vita altrui. L’American Buffalo è una vecchia moneta da mezzo dollaro, che probabilmente vale qualcosa o forse no. Fa pensare all’incertezza del nostro tempo, alla possibilità contemplata di giocarsi tutto, la vita e la morte, con un tiro soltanto … testa o croce?”

“C’è qualcosa di magico nello scrivere dentro un’altra scrittura – dichiara Maurizio de Giovanni - Navigare nel tempo e nello spazio, cercare quanto di universale e perenne ci sia in dialoghi e storie, e immaginare come sarebbero quei dialoghi e quelle storie in un altro secolo e in un altro continente. Solo questa magia consente di non sentirsi eccessivamente presuntuosi nel riscrivere un Maestro come Mamet; è anzi un tributo, un inchino deferente verso un autore che ha saputo delineare personaggi senza età e senza confini. Se poi si aggiunge Napoli, una città universo, un luogo non luogo dove tutto è plausibile e anche l’assurdo diventa semplice e possibile, allora è tutto ancora più divertente e magico. American Buffalo è successo qui e ora, non lo sapete? Ed è altrettanto esplosivo, quel racconto. Venite a vedere, e ve ne accorgerete.”

Del testo di Mamet si ricorda anche la trasposizione cinematografica nel 1996, regia di Michael Corrente, protagonista Dustin Hoffman.

Estratti stampa

“Un’irruenza di parole scomode e schiette, cafonaggine grossolana, e irrespirabilità sociale s’avvertono nell’‘American Buffalo’ che la regia di Marco D’Amore, forte del parlato napoletano a firma di Maurizio de Giovanni, ambienta nell’antro di un rigattiere partenopeo senz’anima, senza soldi, senza senso. Tonino Taiuti incarna alla perfezione un commerciante dell’usato capace di una straordinaria pochezza in un fallimentare agguato ai danni di chi ha incautamente acquistato da lui un sospetto nichelino con su impresso un bufalo. È in cerca di un esecutore, e in tali panni si candida maldestramente O’ Professore, un D’Amore in paranoica forma. Lasciano fuori dalla tresca il banale ragazzotto di bottega, un Vincenzo Nemolato di beotaggine da manuale. Il dialetto, la furfanteria della pronuncia, il posto dimenticato da Dio, rispecchiano impensabilmente Mamet.”
Rodolfo di Giammarco, La Repubblica – 9 ottobre 2016

“Dovreste vederli, il meraviglioso ragazzo, Vincenzo Nemolato, come sempre si tiene stretto la sua pallina da tennis; il commovente Tonino Taiuti con i suoi spruzzi di barba, da vecchio hippie; e quel rottame umano, il Professore (e regista dello spettacolo) Marco D’Amore, con i suoi occhi semichiusi, con la sua capacità di guardare in faccia la realtà – in nome della sua verità.”
Franco Cordelli, Corriere della Sera – 13 ottobre 2016

"Marco D’Amore ne fa uno spettacolo rivelazione, destinato a restare tra i migliori della stagione […] la traduzione del testo firmata da Luca Barbareschi (che li ha pubblicati entrambi per Sillabe) è stata a sua volta «ritradotta» da Maurizio de Giovanni, in un napoletano ‘marginale’ quanto clamorosamente caldo ed efficace. E i tre interpreti ne fanno un terreno di confronto esplosivo per la bravura di ciascuno."
Gianfranco Capitta, Il Manifesto – 22 ottobre 2016

I biglietti da 10,00 a 28,00 euro sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Manzoni 0573 991609 – 27112 www.teatridipistoia.it

La stagione 2017/2018: www.teatridipistoia.it

11/12/2017 12.27
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