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Università di Firenze
La giustizia e le soluzioni complementari al processo
Presentato progetto di studio in collaborazione tra UNIFI e Corte d'Appello di Firenze
Giudici e giovani laureati fianco a fianco per analizzare e sperimentare azioni di risoluzione dei conflitti complementari al processo. Il progetto di ricerca promosso dal Dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università di Firenze e dalla Corte d'Appello di Firenze, avviato in queste settimane, ha come obiettivo testare “sul campo” nuove modalità di gestione delle controversie legate alla mediazione. Un tema questo che oggi richiama sempre più l’attenzione dei professionisti del diritto.

Quattro giovani laureati dell’Università di Firenze saranno impegnati per un anno nello studio di casi specifici per valutare la possibilità di soluzioni conciliate dalle parti. Le borse di studio sono state erogate con il cofinanziamento della Fondazione CR Firenze.

Il progetto è stato presentato oggi alla stampa da Margherita Cassano presidente della Corte d'Appello di Firenze, da Maurizio Barbarisi, presidente di sezione della Corte d'Appello di Firenze, da Patrizia Giunti direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università di Firenze, presente il rettore Luigi Dei.

«Questa iniziativa si colloca nell'ambito delle attività promosse da Scienze giuridiche come Dipartimento di eccellenza, selezionato dal Ministero dell’Università e della ricerca – ha detto Patrizia Giunti, direttore del Dipartimento -, in vista della formazione di giovani professionisti con competenze avanzate, intese sempre più come capacità di coniugare il sapere giuridico, chiamato ad affrontare problemi inevitabilmente peculiari e complessi, non solo con le specificità tecniche del caso, ma anche con la concretezza delle situazioni che vengono poste dalle parti, in ragione del fondamentale ruolo “sociale” rivestito dal giurista».

«Giudici, avvocati o manager si trovano oggi chiamati all’esercizio costante di quella capacità di muoversi “tra il caso e la norma” che viene definita prudenza – sottolinea Paola Lucarelli responsabile scientifica del progetto e del Laboratorio Un Altro Modo -. I borsisti dovranno imparare a valutare le caratteristiche degli interessi in conflitto per ricercare gli indici di negoziabilità e mediabilità del caso, orientarsi nella migliore scelta della gestione della lite, contribuire a un rapporto efficiente fra il processo e i percorsi complementari di risoluzione dei conflitti».

20/12/2018 22.08
Università di Firenze


 
 


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