Regione Toscana
Infrastrutture: nuovo ponte sull’Arno, esiti in corso su Masterplan Firenze determinano dirette interferenze
L’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli risponde al consigliere del Movimento 5 stelle Gabriele Bianchi
Nuovo ponte sull’Arno, gli esiti in corso sul Masterplan di Firenze “hanno determinato una diretta interferenza”. È quanto ha dichiarato l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli rispondendo all’interrogazione presentata dal consigliere Gabriele Bianchi (M5S) sul progetto del nuovo ponte sull’Arno tra Signa e Lastra e in particolare sulla “opportunità di portare avanti il dibattito pubblico”, previsto dalla legge regionale 46/2013, considerato che la Regione ha approvato atti a procedimento già in corso.
Ceccarelli ha fatto una “ricognizione” e ricordato il nodo della compatibilità urbanistica tra l’area di Piano Manetti, nel comune di Signa, dove è prevista la rilocalizzazione del lago di Peretola, e la futura bretella Lastra a Signa-Indicatore con il nuovo ponte.
Una “situazione di indeterminatezza”che “condiziona il procedimento di approvazione” dell’ampliamento dell’aeroporto di Firenze e che la Regione intende superare con una diversa “soluzione progettuale” (così come scritto al punto 7 della deliberazione di Giunta numero 1474 del 21 dicembre 2018): in sostanza spostare il tracciato della bretella in modo da non sovrapporsi con il lago a Piano Manetti.
Secondo il consigliere del Movimento 5 stelle la delibera contrasta la legge sulla partecipazione, e specificatamente l’articolo 11, nella parte in cui si prevede che la Regione non adotti atti che possono interferire con gli esiti di un dibattito pubblico già in corso.
L’assessore ha chiaramente invitato Bianchi a “leggere tutta la legge”. “Vedrà che è prevista la possibilità di interrompere un processo di partecipazione nel momento in cui ci si trovi di fronte ad un procedimento di rango statale. Esattamente la nostra fattispecie”. E sempre sui percorsi partecipativi, l’assessore ha voluto chiudere sulla conferenza dei servizi svoltasi ieri (martedì 29 gennaio) e rinviata al prossimo 6 febbraio: “Vorrei che riunioni come quella fossero filmate e inviate al popolo della partecipazione. Quando ci sono persone che non sanno più dove arrampicarsi e per imporre una certa soluzione operano un’invasione a tutto campo, è davvero la mortificazione delle istituzioni ai massimi livelli”.
“Non sono affatto soddisfatto della risposta”, ha replicato Bianchi, che ha definito il dibattito pubblico uno “strumento di governo”. Sulla possibilità di interromperlo richiamata da Ceccarelli, il consigliere ha dissentito e citato la legge (comma 2 dell’articolo 11), nel passaggio in cui stabilisce che il percorso partecipativo “sospende l’adozione o l’attuazione degli atti di competenza regionale”. “La legge potrebbe davvero dare voce ai cittadini, ma sembra che venga applicata solo quando fa comodo alla Regione”.
Sul punto è intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani: “Non credo ci sia opera pubblica in Italia che sia stata così partecipata. Il corso del dibattito pubblico ha sviluppato appieno il proprio corso”.
30/01/2019 17.36
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