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Regione Toscana
Consiglio della Regione. Inchiesta mascherine: Barni, non sono quelle prodotte per Estar
Nella comunicazione al Consiglio la vicepresidente della Giunta chiarisce che i dispositivi citati nelle intercettazioni si riferiscono “presumibilmente alla commessa per la Protezione civile nazionale. Le date e i prodotti non corrispondono”
“Quelle di cui si parla nelle intercettazioni non sono le mascherine prodotte per Estar. Le date e i prodotti non corrispondono. Gli stralci delle intercettazioni presumibilmente si riferiscono alla commessa per la Protezione civile nazionale”. È quanto dichiara la vicepresidente della Giunta Monica Barni nel corso della comunicazione sulla fornitura dei dispositivi di protezione individuale parte della Regione.
Nella ricostruzione fatta da Barni, in Toscana all'inizio del periodo di emergenza sanitaria (a partire dall'ultima settimana di febbraio), Estar e le Aziende sanitarie “hanno dovuto affrontare l'assoluta mancanza di dispositivi medici e di protezione da destinare agli operatori a causa delle mancate consegne da parte dei fornitori abituali. Estar ha quindi attivato forniture locali di mascherine a tre strati bianche denominate Toscana 1 che nulla hanno a che vedere con quelle citate negli articoli di stampa. Il loro potere di filtraggio è stato infatti testato dall'Università di chimica di Firenze”.
“Le mascherine prodotte – continua la vicepresidente - sono state fornite alle Aziende sanitarie nel periodo da fine febbraio alla prima settimana di aprile, in mancanza o a integrazione delle ordinarie mascherine chirurgiche. Nelle sale operatorie sono state fornite le poche quantità di mascherine reperite sul mercato, le migliori disponibili in quel momento”. “Dopo la prima settimana di aprile, a seguito anche della ripresa delle forniture ordinarie e dei primi arrivi da parte del commissario per l'emergenza, le mascherine sono state interamente destinate ai cittadini in maniera gratuita. Per queste cosiddette protettive, non ci sono particolari norme di attestazione o certificazione essendo ammessa dall'istituto superiore di sanità anche l'autoproduzione casalinga e attestato comunque che tutte avevano superato il test dell'università”, spiega ancora la vicepresidente.
Sull'inchiesta in corso e citando anche la Guardia di Finanza di Parto, Barni conferma che “Estar è parte lesa. Si stanno ponendo in essere azioni di tutela. La centrale ha inoltre prestato piena collaborazione agli inquirenti, fornendo documentazione e rimanendo a disposizione”.

17/06/2020 17.25
Regione Toscana


 
 


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