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Regione Toscana
Garante infanzia e adolescenza: i minori invisibili
Appello della rete dei Garanti regionali al Governo ed al Parlamento Italiano per la riapertura dei Centri diurni, socioeducativi, semiresidenziali e residenziali
L’emergenza sanitaria da Covid 19 ha colto tutti impreparati. Molti sono stati gli interrogativi ed i bisogni che il lockdown ha imposto, a volte senza una possibile soluzione alternativa alla reclusione e alla supervisione a distanza. Come se già non bastassero, la pandemia ha creato ulteriori categorie di invisibili e proprio tra le fasce della popolazione che più di altre avrebbero bisogno di protezione e tutela. Una di queste categorie è costituita dalle persone di minore età che, affidati dal Tribunale per i minorenni al Servizio sociale, sono collocate in parziale protezione presso i centri diurni e semiresidenziali, la cui apertura con l’avvento della pandemia è stata sospesa.
In questo quadro di particolare gravità Camilla Bianchi, insieme ad altri Garanti regionali dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ha rivolto un appello al Governo e al Parlamento affinché sia avviato subito un confronto su questi temi. Nella Tutela e nella protezione delle persone di minore età, sappiamo che tantissime sono affidate ai Servizi sociali educativi dall’autorità giudiziaria minorile. Per migliaia di loro il dispositivo emesso dai Tribunali per i minori prescrive dopo l’affido ai Servizi sociali, il collocamento e la frequenza di Centri diurni, o Centri socio educativi o di Centri semi residenziali. In altri venticinquemila casi, invece, il collocamento è in idonee Comunità educative residenziali. La tendenza quindi, a ricorrere a strutture semiresidenziali o semplicemente diurne è crescente, come crescente è la loro presenza sull’intero territorio nazionale.
I Centri iurni infatti svolgono un ruolo fondamentale nel supportare la famiglia fragile,in quanto garantiscono la tutela ed il supporto educativo dei figli minorenni, grazie a figure di riferimento costituite da professionisti specializzati (Educatori professionali, psicologi ecc), a spazi adeguati ed attrezzati per l’accoglienza di un numero di minori esiguo con un rapporto educatore-minore di 1 a 4. Sono spazi che offrono la possibilità di preparare il pranzo, la merenda ed anche la cena, e permettono orari flessibili, compatibili con gli orari di lavoro dei genitori o, come spesso accade, delle sole mamme, unico genitore presente. I bambini e ragazzi sono accompagnati dall’uscita della scuola fino al rientro a casa la sera per la cena e vengono affiancati nello svolgimento dei compiti scolastici (anche in remoto), nell’accompagnamento allo sport, alle sedute di psicoterapia, di logopedia, visite mediche, ed in tutti quegli impegni nei quali la famiglia potrebbe essere nell’impossibilità di organizzarsi.
Queste azioni suppletive a quelle familiari sono garantite mediante un dispositivo a tutela delle persone di minore età dall’autorità giudiziaria minorile, e spesso sono frutto di un lavoro di prossimità e di collaborazione tra Servizi sociali e famiglie, che ben accettano l’azione di supporto dei Centri diurni. Il tempo trascorso, le relazioni con gli adulti di riferimento e le relazioni con i coetanei presenti nella struttura, creano spesso un gruppo coeso, che costituisce un contesto di supporto alla famiglia naturale, sia per il tanto tempo ivi trascorso, sia per lo stringere relazioni significative in azioni emotivamente coinvolgenti. Tutto questo, in molte realtà è tutt’ora fermo e chiuso dai primi giorni del mese di marzo. Solo alcune Regioni hanno legiferato per riattivare tali strutture a partire dal 4 maggio 2020, la partenza della Fase 2 nell’Emergenza Covid.
Per questo i garanti regionali dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza chiedono che questi luoghi vengano al più presto autorizzati a riprendere la loro attività su tutto il territorio nazionale, perché garantiscono un diritto alla tutela di migliaia di minore età, soprattutto ora che la fase 3 è attiva, ed è possibile andare in spiaggia, riprendere a praticare lo sport di squadra, utilizzando parametri di sicurezza facilmente applicabili e meno complessi delle precedenti fasi dell’Emergenza Covid. Al contrario, afferma Canilla Bianchi, garante della Toscana, il perdurare della loro chiusura condannerà una fascia importante di persone di minore età ad una fase di clausura in contesti familiari educativamente disturbanti,
Hanno sottoscritto l’appello: Ludovico Abbaticchio (Puglia), Camilla Bianchi (Toscana), Grazia Maria De Matteis (Sardegna), Vincenzo Giuliano (Basilicata) Francesco Lalla (Liguria), Leontina Lanciano (Molise), Antonio Marziale (Calabria), Jacopo Marzetti (Lazio); Andrea Nobili (Marche), Ylenia Serra (Piemonte).

17/07/2020 17.13
Regione Toscana


 
 


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