Regione Toscana
Informativa Prs 2021-2025: il dibattito in Aula
Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), aprendo il dibattito sull’informativa della Giunta regionale, relativa al documento preliminare sul Programma regionale di sviluppo (Prs) 2021-2025, ha invitato a partire dalla “foto dell’esistente”, che ci parla di “una economia reale dai dati drammatici e di una regione che non ha un confronto roseo con gli altri paesi”. E di fronte ad un Prs strettamente legato al Pnrr e ai Fondi strutturali europei, caratterizzati da condizioni e scadenze stringenti, il consigliere ha chiesto “chiarezza sul percorso”, con schemi e tempi dei principali programmi e opere pubbliche. E sfogliando il documento presentato dal presidente Eugenio Giani, Capecchi si è soffermato sul ritardo nella attuazione dei piani, in particolare sulla non menzione del Piano dei Rifiuti, “vera emergenza di questa regione”, così come sulla problematica delle dipendenze, concludendo che “sul piatto ci sono molti soldi, ma poco si dice di come ci verranno dati e come li potremo spendere”.
Secondo Marco Casucci (Lega) “il Prs, che dovrebbe essere la cornice per i prossimi cinque anni di governo, è un documento copia-incolla dal passato con qualche aggancio al Pnrr” e con dati alla mano sulla crisi della Toscana – dal Pil calato di 12 punti alla contrazione del volume lavoro, dal crollo del Made in Italy ai 121mila poveri nella nostra regione – il consigliere ha invitato ad affrontare la grande sfida. “Se vogliamo lavorare per la crescita dobbiamo procedere con passo deciso sul rilancio degli investimenti, dobbiamo avere lo stesso coraggio dell’Europa e del Governo Draghi – ha affermato – un approccio umanistico per un cammino comunitario, che guarda alle giovani generazioni”. Secondo Casucci nel documento presentato, “pieno di parole retoriche, non si vede la Toscana del domani”. Da qui l’urgenza di una governance chiara da parte della Giunta, accanto ad una azione di monitoraggio svolta dal Consiglio regionale.
Di “momento importante e di responsabilità storica per tutti, chiamati a creare le condizioni per portare la Toscana fuori dalla grave crisi provocata dalla pandemia” ha parlato Marco Niccolai (Pd), che si è detto meravigliato da chi critica la coerenza della programmazione con il Recovery Fund. Secondo il consigliere occorre salutare con favore le risorse che a disposizione, perché abbiamo gli strumenti per uscire dalla crisi, “a noi decidere come dirottare un miliardo di risorse europee accanto ai cinque circa del Pnrr”, facendo tesoro di quanto la pandemia ha insegnato. “Noi abbiamo le idee chiare – ha sottolineato – guardiamo alla Toscana solidale e quindi siamo impegnati sul tema delle disuguaglianze territoriali: la crisi da Covid ci dice che le aree interne sono luoghi dove ci sono opportunità e risposte”.
Per Andrea Ulmi (Lega) non ci sono dubbi: “si tratta di un documento scritto in perfetto politichese”, ha esordito. Secondo il consigliere il rilancio della sanità toscana non può certo avvenire in continuità col decennio precedente: occorre prendere le distanze dal passato, dire come si vogliono gestire le liste di attesa, non parlare di nuove Case della salute quando le 76 che c’erano non hanno funzionato. Per Ulmi “occorre ripensare in modo concreto questo documento, che galleggia in aria e non ha alcuna base solida: più che un libro dei sogni è un libro degli incubi – ha concluso – perché non dà la minima sostanza a quanto viene affermato”.
Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), partendo dai disagi affrontati sulla Fi-Pi-Li, ha anche condiviso una risposta di Irpet sulle criticità ordinarie in termini di costi sociali, che si aggirerebbero sui 100mila euro al giorno. “Ebbene, in questo libro dei sogni c’è pochissimo su questa strada di grande comunicazione, così come sui collegamenti ferroviari tra Pisa e Firenze, di fronte a una nuova previsione di pista per l’Aeroporto, che slitta al 2025-2035, così come si dimenticano i collegamenti tra le strade provinciali”, ha affermato. E passando ad affrontare il tema della sanità e della salute: “nemmeno in questo contesto di libro dei sogni si immagina di investire soldi negli ospedali periferici, che hanno fatto argine nella pandemia”, ha concluso il consigliere parlando delle Usca, “l’esperienza migliore in sanità: sono stati i paladini e sono andati a casa dei malati”.
“Il Prs si trova in una eccezionale congiunzione astrale con il Pnrr e con i Fondi europei, è uno scheletro che dobbiamo riempire insieme, e ha alla base una Toscana coesa, capace di superare i gap storici”, così Anna Paris (Pd), che ha invitato tutti a dare corpo a quello scheletro, attraverso una precisa metodologia. Ovvero impegnare la Giunta regionale ad attivare un percorso di condivisione e concertazione territoriale con i cittadini, per dar vita ad una progettualità dal basso, in una pluralità di competenze e unità di intenti. E parlando dei progetti che più ha a cuore, la consigliera si è soffermata sulle città universitarie, per parlare della ricchezza del capitale umano, affrontando infine anche il tema dell’economia circolare.
Per Gianni Anselmi (Pd) la stagione che abbiamo di fronte va affrontata senza cadere in due errori, “da un lato l’assenza di ambizione, dall’altro l’istinto a conservare: le stringenti scadenze ci impongono di alzare la testa oltre l’orizzonte dando concretezza ai progetti”. In sintesi: “se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, fai qualcosa che non hai mai fatto”. E partendo dal Prs, strumento di governo che sarà declinato dai Defr di ogni annualità, Anselmi ha invitato ad “attualizzare il calibro e la statura della cultura politica toscana, per dare il senso di una visione complessiva di questa nostra regione, che costruisce dal basso, discutendo con sindaci e imprese”. “La non rinuncia ad avere qualcosa che non abbiamo mai avuto – ha concluso – è il senso della politica riformista”.
“Una Toscana vecchia che ancora non vuole guardare la futuro”. È questa la sintesi sui contenuti del Piano regionale di sviluppo 2021-2025 per la capogruppo del Movimento 5 stelle Irene Galletti. “Ciò che leggo e ho ascoltato nelle parole del presidente della Giunta è per buonissima parte sovrapponibile ad altre comunicazioni. Ci sono una serie di desiderata che si vanno ripetendo negli anni a dimostrazione che gli obiettivi posti non sono stati raggiunti”. E sulla crisi dovuta all’emergenza pandemica, Galletti va anche oltre: “Diventa quasi un alibi”. Il “contenuto politico” della comunicazione è in estrema sintesi “una serie di promesse e proposte, buone intenzioni ed idee che temo rimarranno sulla carta o poco più”. Visto il momento e le ingenti risorse in arrivo, a detta della capogruppo gli “obiettivi scritti nel documento andrebbero sviluppati in parallelo al Piano nazionale di ripersa e resilienza. Mancano gli indicatori per capire se si sta facendo un buon lavoro o se occorre mettere in campo correttivi”. Sulle linee indicate nel Piano, Galletti non ravvisa proposte per colmare le disuguaglianze: “Il benessere dei cittadini, dato dall’ambiente, dalla salute e dai servizi, viene prima del Pil”. Sulla povertà educativa, “che va di pari passo con quella digitale”, ha un giudizio netto: “si affronta con parole già usate”. Non esiste, insomma, “originalità. Non c’è un approccio nuovo come invece chiede l’Europa” conclude.
“Leggere questo Piano non può che ispirare responsabilità” dichiara la presidente della commissione Cultura Cristina Giachi (Pd). “Responsabilità di guardare oltre e prefigurare il futuro del nostro territorio con tutto quello che comporta, anche commettere errori e perdere occasioni”. “Con questo spirito – continua – siamo all’avvio di un procedimento che è davvero uno tra i più importanti di questo Consiglio” e sulle materia di stretta competenza è chiara: “Siamo ancora troppo abituati a pensare alla cultura come un investimento pubblico di offerta ai cittadini ma è molto di più. È un settore che crea lavoro soprattutto giovanile, che crea innovazione sociale, tecnologica e genera ricchezza” A detta della presidente, siamo di fronte ad una “occasione unica per mettere mano a ritardi endemici. Il patrimonio che abbiamo non è relegabile alla sola valorizzazione, pur necessaria, ma deve trovare il giusto spazio negli strumenti di programmazione”.
Critico il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Torselli che suddivide il Piano in linee di indirizzo e sulla decarbonizzazione dichiara: “non si ravvisa, all’atto pratico, come si intenda procedere”. Sulla mobilità sostenibile ricorda gli anni che si sono voluti per la tramvia di Firenze: “undici per collegare un terzo della città. Con questa tempistica per l’Area Vasta e per arrivare fino a Prato, ad essere ottimisti servirà un altro decennio”. Sulla digitalizzazione non ravvisa un “tentativo di superare il digital divide. Mi piacerebbe – dichiara – una Toscana che offre le stesse possibilità a tutti i suoi cittadini. Oggi non è così e fa male pensare che non possiamo offrire ai giovani pari opportunità”. Su lavoro e sul “diritto a garantirlo” richiamato nel Piano il capogruppo “sfida” la maggioranza: “Stiamo preparando una proposta di legge per costruire un fondo alternativo se non contrario al reddito di cittadinanza. È inaccettabile leggere che manda manodopera. Ci sono moltissimi giovani che vorrebbero un lavoro ma si scontrano con stipendi da fame, non equiparabili ai loro coetanei europei”. In chiusura ricorda che i fondi in arrivo dall’Europa sono anche prestiti e avverte: “Se non investiamo in qualcosa che porta reddito, quello che oggi sembra un regalo potrebbe diventare un incubo non solo per la Toscana ma per l’Italia tutta”.
Un occhio di riguardo alla scuola “è il nostro futuro” lo chiede la consigliera della Lega Luciana Bartolini: “Le scelte che dobbiamo prendere dovranno essere ben indirizzate. Dobbiamo guardare al domani, al futuro dei giovani che più hanno sofferto durante la pandemia”. “Il Prs – continua - deve far ripartire la Toscana creando lavoro ed opportunità. Le risorse devono essere impiegate nella formazione, anche professionale e nell’orientamento nelle scuole medie”.
“Sappiamo bene che in questa legislatura il Prs vuol dire ripartenza da una pandemia che ha travolto il mondo ma leggo nelle parole di Giani proposte e temi che sono ormai noti da anni” dichiara la caporguppo della Lega Elisa Montemagni. “Ho sentito parlare di Toscana carbon neutral ma è un manifesto che è arrivato il momento di tradurre. Non abbiamo – continua – una visone sull’energia che sia al passo coi tempi, non esiste un Piano dell’amianto sia per il pubblico che per il privato. Si parla ancora di economia circolare, l’abbiamo persino messa nello Statuto, ma non c’è corrispondenza nei fatti. Stiamo aspettando il Piano rifiuti mentre dobbiamo affrontare il tema di quelli urbani e speciali per dare risposte ai nostri distretti produttivi. Il gap infrastrutturale è noto e dobbiamo lavorare ad un sistema di livello regionale superando le divisioni tra territori”. Sul Piano del Paesaggio conclude con un’osservazione: “Può essere un’occasione per trovare equilibrio tra tutela ambiente ed antropizzazione”.
“Aver legato il Prs al Pnrr è un merito e un elemento di chiarezza. Non si deve pensare che la cornice dello sviluppo della Toscana sia da limitare nel Recovery ma significa comunque dare il segno politico ed istituzionale di una qualità dell’agire regionale e di una forte volontà di tenere la Toscana dentro le dinamiche europee” dichiara Massimiliano Pescini (Pd). “Il Prs lo abbiamo individuato come un Piano che tiene insieme tutti i nostri territori precisando sempre di più il concetto di Toscana diffusa e con un occhio di riguardo e consapevolezza alle aree interne, rurali e montane che si connettono attraverso una serie di investimenti e servizi da collegare utilizzando non solo i fondi del Recovery ma anche quelli ordinari europei”. Pescini cita anche quello dell’agricoltura che “continueremo a favorire”. “La società toscana, nelle sue forme organizzate, deve essere ascoltata profondamente e continuamente prima di redigere il Piano nella sua forma definitiva Non vogliamo – ha concluso - che appaia costruito dento il palazzo ma modellato sulle esigenze della regione perché sia elemento cardine dello sviluppo”.
Per il capogruppo Pd, Vincenzo Ceccarelli, “siamo di fronte a una grande opportunità, un’occasione storica, perché per la prima volta dopo tanto tempo saranno disponibili risorse rilevanti”. Oltre ai fondi strutturali 2021-27 in arrivo dall’Europa e alla capacità di investimento della Regione, saranno disponibili anche “le risorse del Recovery Fund, al momento difficili da quantificare per la Toscana, ma seguendo criteri di proporzionalità sembra possibile aspirare a risorse tra i 7 e i 10miliardi almeno”. Accanto alle ingenti disponibilità, aggiunge Ceccarelli, si deve registrare con favore anche un “cambio di paradigma dell’Europa, che passa ora a una politica espansiva dopo anni contrassegnati da politiche di contenimento e austerità”. “Con la nostra risoluzione, abbiamo indicato e sottolineato alcune priorità, ma anche cercato di definire un quadro che rappresenta anche l’anima, l’indirizzo politico della nostra azione futura”. Servirà “uno sforzo per ripensare i modelli attuati finora” e si dovrà cogliere l’occasione “per produrre quella ricucitura, la ricomposizione delle ‘tre Toscane’, quella centrale, la più ricca e dinamica, quella della costa e quella delle aree interne”. Il lavoro, dice Ceccarelli, “prende inizio oggi”, dovrà crescere nei territori e la Regione può avere un grande ruolo”. Sarà chiamata anche a fare da “cabina di regia, con la volontà politica di aiutare tutti ad essere nelle condizioni di progettare e poter così concorrere ai bandi e accedere alle risorse disponibili”.
08/06/2021 20.29
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