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Regione Toscana
Selvicoltura: semplificazione nel regime degli interventi
Approvata a maggioranza, con 32 voti favorevoli e 2 contrari del Movimento 5 Stelle, la proposta di legge al Parlamento illustrata da Ilaria Bugetti (Pd)
Svolta nella selvicoltura in Toscana. Con una proposta di legge al Parlamento il Consiglio regionale chiarisce il regime degli interventi, in particolare su boschi e foreste, e interviene sul Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo 42/2004) per superare le difficoltà burocratiche legate all’obbligo dell’autorizzazione paesaggistica anche solo per il taglio di un piccolo appezzamento.

Attualmente l’articolo 149 del Codice prevede l’esclusione dall’autorizzazione paesaggistica per una serie di interventi quali “taglio colturale, forestazione, riforestazione, opere di bonifica, antincendio e di conservazione” nel caso in cui i boschi e le foreste interessate siano quelle “vincolate ex lege” per effetto delle disposizioni prima contenute nella cosiddetta “Legge Galasso” ed oggi confluite nel Codice (articolo 142, Aree tutelate per legge).

Con la nuova disciplina, e interpretando un parere del Consiglio di Stato, si intende far ricadere nella fattispecie escluse dall’autorizzazione anche gli interventi in boschi e foreste dichiarati di “notevole interesse pubblico” ai sensi dell’articolo 136 e successivi del Codice.

La proposta di legge è peraltro coerente con due mozioni votate a larga maggioranza dal Consiglio lo scorso dicembre.

“Questa proposta di legge presentata come primi firmatari dal capogruppo Ceccarelli e dal consigliere Benucci, è volta ad intervenire sul Codice dei beni culturali relativamente al regime degli interventi non soggetti ad autorizzazione paesaggistica” ha detto la presidente della commissione Sviluppo economico e rurale Ilaria Bugetti (Pd). “Con questo atto si propone di modificare l’art 149 del Codice specificando che gli interventi di taglio colturale, forestazione, riforestazione, opere di bonifica, antincendio e di conservazione non sono soggetti all’autorizzazione paesaggistica nemmeno quando interessano boschi e foreste ricompresi nelle aree dichiarate i notevole interesse pubblico. La richiesta è di trattare alla stessa stregua zone che in sostanza hanno la stessa tipologia”. Bugetti ha ricordato le audizionitenute in commissione dalle quali è emerso “un giudizio prevalentemente positivo”.

Parere negativo all’atto è stato espresso da Silvia Noferi (Movimento 5 stelle). “Il partito di maggioranza prova ad effettuare una modifica del Codice dei beni culturali per permettere ai silvicoltori di tagliare senza aggravi di autorizzazioni paesaggistiche anche i boschi tutelati perché riconosciuti di grande interesse pubblico”. “A farvi desistere non è riuscita nemmeno la sentenza del Consiglio stato del giugno 2020 che si è espressa contro questa possibilità”. Noferi ha ricordato le argomentazioni menzionate nella relazione tecnica dell’atto che ha definito “grossolane”. “Si dice – ha continuato citando la relazione - che l’autorizzazione paesaggistica è un aggravio procedurale che causa complicazioni anche di natura economica per i proprietari, i gestori di aziende e le imprese che si occupano di selvicoltura che vedono dilatarsi i tempi per l’avvio di un’attività ordinaria e necessaria”.

“Si sono fatte pesanti allusioni inaccettabili – ha dichiarato Cristiano Benucci (Pd) - perché si vuol etichettare il Partito democratico come il partito della motosega, distruttore di foreste”. “Occorre – ha aggiunto - che gli organi che devono legiferare lo facciano, il Parlamento farà le sue valutazioni”. Nel merito, Benucci ha ribadito “questa legge non incentiva il taglio dove non si deve fare perché ci sono le autorizzazioni del vincolo idrogeologico che decidono. Poi, che la Sovrintendenza debba esprimersi in un’area dove c’è anche il bosco per sapere se un pezzettino si possa o meno tagliare, questo a mio giudizio non è un aspetto rilevante a tutela del bosco”. “Si smetta di pensare che il bosco sia un luogo dove l’uomo non mette le mani”. Il nostro interesse è quello di dare certezza delle regole e stabilire un principio che valga in tutte le aree tutelate”.

Voto favorevole è stato espresso anche da Diego Petrucci (Fratelli d’Italia). “Le foreste belle, vive e forti - ha detto - sono quelle che sono state coltivate e tagliate negli anni dai boscaioli. Le foreste che sono state danneggiate più delle altre sono quelle che ricadono nel demanio forestale dove c’è una legislazione più stringente e più limitativa dei tagli”. Petrucci ha parlato delle “decine di migliaia di alberi abbattuti che creano un grave rischio idrogeologico”, del “rischio incendio altissimo, a causa delle decine di migliaia di rami secchi in terra” e infine del “sopravvento di specie infestanti nel bosco come la acacia che sta distruggendo i castagni, i fanghi e gli aceri”.

“L’aspetto a cui si mira di più con questa legge è quello economico - ha detto Irene Galletti (Movimento 5 stelle) - “. Galletti ha aggiunto il “Governo intende continuare ad avere particolare tutela del bene delle foreste e dei boschi, ritenendo che per quanto semplificate, procedure e autorizzazioni debbano esserci” perché “abusi di tagli e distruzione di interi habitat sono all’ordine del giorno quotidianamente”. Galletti ha poi concluso: “presenteremo al Governo una lettera per evidenziare rischi della legge e la sua ratio economicistica nella gestione del bene pubblico”.

Marco Casucci (Lega) ha ricordato le due mozioni approvate in Consiglio regionale il 9 dicembre che chiedevano “un impegno al Governo per muoversi per ridurre tempi e burocrazia, costi per le aziende. Questo è mettere avanti il territorio”. “Si tratta dell’esigenza di tenere in vita le aziende che possono gestire il bosco”. Casucci ha concluso dichiarando: “è bene che noi ci muoviamo ma che si muova Roma per dare risposte e soluzioni immediate”. “E’ una legge che taglia la burocrazia”.

“Se si evoca il Consiglio di Stato – ha affermato Marco Niccolai (Pd) - significa che il Supremo giudice è intervenuto in tema di legittimità” e “noi con questa proposta chiediamo al Parlamento di intervenire e chiarire un aspetto rispetto ad un’interpretazione della legge che ha creato un contenzioso con interpretazione del Consiglio di Stato”. Niccolai ha poi aggiunto: “mi pare ci sia la volontà di creare uno scontro ideologico sul niente perchè viviamo in una regione in cui grazie all’attività agricola abbiamo un paesaggio che tutti ci invidiamo ed è stata la cura del territorio ad aver creato il paesaggio della Toscana”. “Questa legge non vuole creare una deregulation ma togliere un adempimento eccessivo”.

Elisa Montemagni (Lega) ha ribadito il voto favorevole all’atto. “L’abbandono del bosco non combacia con l’ambientalismo, la sfida vera è quella di bilanciare l’attività antropica con quella dell’ambiente, non quella di privare l’uomo di vivere e lavorare all’interno del bosco in questo caso”.

A chiudere il dibattito il capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli. "Questa proposta vorrebbe riportare alla condizione di prima del luglio dell’anno scorso, la condizione che ha permesso alla Toscana di essere la regione più boscata di Italia” e“se la visione è economicista noi crediamo di andare incontro ad un’economia povera, rurale e che consente alla montagna di poter essere abitata e di poter vivere”. “La finalità di questo atto – ha aggiunto - è in linea con le esigenze della Toscana, di un’economia povera e delle nostre montagne e boschi che devono trovare anche in futuro nella tradizione che ci sta alle spalle a possibilità di essere coltivati e rinnovati”.

22/06/2021 19.58
Regione Toscana


 
 


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