Se il dato generale è sostanzialmente stabile nell’ultimo decennio, iniziano a farsi sentire in alcuni settori gli effetti di recenti scelte gestionali: la Paduletta di Ramone e il Marconi sono state praticamente abbandonate dagli anatidi.
In ambedue i casi ha influito l’aumento del disturbo venatorio, rispettivamente per la riduzione della superficie dell’oasi di protezione e per la caccia al cinghiale; per il Marconi ha inciso soprattutto la modifica dell’habitat da parte dell’ente gestore.
Analizzando i dati per aree, si vede che comunque 5662 uccelli acquatici (il 45 per cento del totale), sono stati rilevati all’interno della riserva naturale pistoiese che rappresenta solo il 10 per cento della superficie della zona umida.
Considerando il dato relativo agli Anatidi e folaghe, le specie più sensibili al disturbo antropico, si nota che le aree protette Le Morette, Righetti-La Monaca e Il Coccio ospitavano il 69 per cento di questi acquatici, ben 5360 sui 7742 totali.
Questo nonostante che nell'area Le Morette l’ente gestore non abbia provveduto all’apertura della presa d’acqua nei periodi idonei, determinando uno stato di siccità per gran parte del periodo autunnale e limitandone l'uso da parte degli uccelli acquatici.
Il censimento, promosso a livello di grande area biogeografica da Wetlands International e svolto in Italia sotto l’egida dell’ISPRA, è organizzato in tutta la regione dal Centro Ornitologico Toscano, che nel Padule di Fucecchio si avvale del supporto locale del Centro di Ricerca; le operazioni di conteggio, a piedi e con imbarcazioni, hanno coinvolto quest’anno 11 rilevatori abilitati dall’ISPRA, con il supporto di 18 collaboratori.
Nel corso del censimento sono state rilevate ben 36 specie per un numero complessivo di 12631 uccelli, fra cui spiccano le Alzavole (5311), per le quali il Padule si conferma come l’area più importante della Toscana.
Di grande rilievo i dati per alcune specie di notevole valore conservazionistico, come il Moriglione (471) ed il raro Mignattaio (619); non sono mancati gli avvistamenti di specie rare come la Cicogna bianca (ben 21 esemplari svernanti), il Fistione turco, lo Svasso piccolo e il Marangone minore (6).
I risultati confermano quindi il valore naturalistico della più grande palude interna italiana, ma anche l’importanza della gestione tecnico-scientifica effettuata nella parte protetta per oltre un ventennio, nonostante i problemi gestionali degli ultimi anni.
Il Padule di Fucecchio, il Padule di Bientina e il Lago di Sibolla fanno registrare insieme quasi 25000 presenze, a dimostrazione che le tre zone umide (riunite in un’unica grande area Ramsar) costituiscono ormai per gli uccelli acquatici un polo di attrazione paragonabile a quello della Maremma.
Il Centro di Ricerca e il Centro Ornitologico Toscano ringraziano: la Regione Toscana, la Provincia di Pistoia e la Città Metropolitana di Firenze, il Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno e l’Azienda Agricola Castelmartini; l’associazione Il Padule e la LIPU di Massaciuccoli per le attrezzature; tutti i rilevatori ed i collaboratori che hanno contribuito alla buona riuscita del censimento.
Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi presso il Centro R.D.P. Padule di Fucecchio: tel. 0573/84540, e-mail
fucecchio@zoneumidetoscane.it; i dati completi del censimento sono pubblicati come al solito su www.paduledifucecchio.eu