La centralità di Firenze nell’espansione del fascismo è da attribuirsi al fatto d’essere sede direzionale della grande industria presente in Toscana, oltre che della proprietà fondiaria. Tuttavia, la reazione del capitale industriale ed agrario non è sufficiente a spiegare il seguito che ottenne il movimento fascista a Firenze. I fasci rappresentarono per la piccola borghesia frustrata e per il ceto medio rurale, umiliati nel dopoguerra, la camera di compensazione per uscire dalla stato d’impotenza in cui si trovavano. I fasci divennero un movimento dirompente di coagulo perché la chiara matrice anti socialista permise la saldatura fra l’avversione sociale ed economica e quella politica e istituzionale. Se ne parlerà durante la giornata di studi del 24 febbraio 2023, organizzata da Fondazione Biblioteche Cassa Risparmio Firenze. Qui di seguito il programma:
Saluti
Aureliano Benedetti
Presidente Fondazione Biblioteche Cassa di Risparmio di Firenze
Prolusione
Sandro Rogari
Alle origini della Firenze fascista
Prima sessione
Paolo Nello
L’originalità di un paradigma: il fascismo fiorentino in chiave comparata
Fabrizio Amore Bianco
I Ras fiorentini nell’emersione del secondo e del terzo fascio fiorentino
Alessandro Volpi
Banche, economia e società nella Firenze del primo dopoguerra
Marino Biondi
La Firenze letteraria del primo dopoguerra
Seconda sessione
Alice Cencetti
I periodici fascisti dal 1920 al 1922
Gabriele Paolini
«La Nazione» e il fascismo dal 1919 alla marcia su Roma
Giustina Manica
L’emancipazione femminile fra futurismo e fascismo
Andrea Giaconi
Il tentativo fallito di normalizzazione (1921-1923)
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