Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Festival di Carnevale del Maggio
Sabato 18 febbraio 2023 alle ore 20 il maestro Zubin Mehta sul podio della sala a lui intitolata per il quarto appuntamento sinfonico del Festival di Carnevale. In cartellone le musiche di Johannes Brahms e Béla Bartók: al pianoforte Yefim Bronfman
Dopo le recite de La traviata, ancora in scena nella Sala grande fino al 22 febbraio (titolo del quale è stata appena annunciata un recita in più per il 30 marzo), il maestro Zubin Mehta sul podio della Sala che porta il suo nome sabato 18 febbraio ore 20 per il suo primo appuntamento sinfonico nell’ambito del Festival di Carnevale: sui leggii dell’Orchestra del Maggio un programma che trova in apertura la Tragische Ouvertüre op. 81 di Johannes Brahms, che molti critici supposero scritta e associata a un progetto, mai andato in porto, relativo alle musiche di scena per il Faust di Goethe; segue il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra, Sz. 95 di Béla Bartók, presentato in prima esecuzione a Francoforte il 23 gennaio 1933 e articolato in tre movimenti. Nel corso della composizione il maestro Mehta è affiancato da Yefim Bronfman, fra i più autorevoli interpreti di Bartók al mondo, che torna sulle scene del Maggio a distanza di quasi quindici anni dalla sua ultima esibizione. Chiude la serata un’altra composizione di Johannes Brahms, la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98, ultima e fra le più amate sinfonie del grande musicista di Amburgo dove egli ‘conferma’ il suo valore sul campo dopo aver costruito passo dopo passo il proprio linguaggio nel segno della classicità rivista attraverso la sensibilità romantica.
Torna dunque al Maggio dopo quasi quindici anni di assenza il grande pianista Yefim Bronfman: fra i più apprezzati interpreti della sua generazione, ha debuttato sulle scene fiorentine nel giugno del 1985. Nel corso della sua carriera ha avuto modo di esibirsi al Maggio per cinque volte complessive, le ultime tre sempre a fianco del maestro Zubin Mehta: ha studiato con il pianista Arie Vardi, direttore della Rubin Academy of Music dell’Università di Tel Aviv. Negli Stati Uniti ha studiato alla Juilliard School, alla Marlboro School of Music e al Curtis Institute of Music, con Rudolf Firkusny, Leon Fleisher e Rudolf Serkin. Vincitore del prestigioso “Avery Fisher Prize”, uno dei più alti riconoscimenti assegnati agli strumentisti americani, nel 2010 ha ricevuto il premio “Jean Gimbel Lane” per l’esecuzione pianistica dalla Northwestern University e nel 2015 il dottorato onorario dalla Manhattan School of Music. Collabora regolarmente con celebri direttori d’orchestra, tra cui Daniel Barenboim, Herbert Blomstedt, Riccardo Chailly, Gustavo Dudamel, Daniele Gatti, Valery Gergiev, Zubin Mehta, Riccardo Muti e Sir Simon Rattle. Ampiamente apprezzato per le sue registrazioni da solista, da camera e orchestrali, Yefim Bronfman è stato nominato per 6 Grammy Awards, vincendo nel 1997 con Esa-Pekka Salonen e la Filarmonica di Los Angeles per la registrazione dei tre Concerti per pianoforte di Bartók. Il suo vasto catalogo di registrazioni include opere per due pianoforti di Rachmaninov e Brahms con Emanuel Ax, l’integrale dei concerti di Prokof’ev con la Israel Philharmonic e Zubin Mehta, un disco di composizioni di Schubert e Mozart con gli Zukerman Chamber Players e la colonna sonora del film Disney “Fantasia 2000”. Le sue più recenti pubblicazioni sono il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Magnus Lindberg, nominato ai Grammy nel 2014, commissionato per lui ed eseguito dalla New York Philharmonic diretta da Alan Gilbert su etichetta Da Capo e le registrazioni di tutti i concerti per pianoforte di Beethoven e del Triplo Concerto insieme al violinista Gil Shaham, al violoncellista Truls Mørk e alla Tönhalle Orchestra Zürich diretta da David Zinman per l’etichetta Arte Nova/BMG.
Il programma:
Johannes Brahms
Tragische Ouvertüre op. 81
Le due ouvertures orchestrali del catalogo brahmsiano - l’Accademica e la Tragica - furono realizzate entrambe nell’estate del 1880 durante il periodo di villeggiatura a Ischl. Se l’Ouverture accademica op. 80 è una pagina d’occasione, nata come ringraziamento per la laurea honoris causa conferita l’anno prima al musicista dall’Università di Breslavia, l’Ouverture tragica in re minore op. 81 rappresenta invece una pagina di musica assoluta, ossia priva di qualsiasi riferimento extramusicale, anche se in passato alcuni critici vollero associarla a un progetto, mai andato in porto, relativo alle musiche di scena per il Faust di Goethe. Diametralmente opposta all’Accademica per forma ed espressione, la Tragica si distingue per il piglio irruente e corrusco che solo a tratti viene smorzato da brevi parentesi liriche. Come se dopo l’affresco gioioso e giocoso dell’Accademica, Brahms avesse sentito la necessità di creare una composizione che le facesse da contrappeso per dare libero sfogo al suo lato più malinconico. Così il potenziale drammatico dell’Ouverture tragica emerge fin dal principio tanto nella tonalità scelta, il cupo re minore che Brahms carica di accenti tragici di forte impatto, quanto negli accesi contrasti dinamici che scuotono con vigore l’intera orchestra.
Béla Bartók
Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra, sz. 95
Come ogni compositore-pianista anche Bartók produsse una serie opere pensate per sé stesso, tra cui tre concerti per pianoforte e orchestra. A pochi anni di distanza dal primo di essi (1926), tra il 1930 e il 1931 Bartók si dedicò alla stesura del Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra, presentato in prima esecuzione a Francoforte il 23 gennaio 1933. “Nel mio Secondo Concerto ho deciso di fornire un lavoro diverso dal primo: meno difficile per l'orchestra e con un materiale tematico più attraente. La natura abbastanza popolare e facile della maggior parte dei suoi motivi si spiega con questa mia intenzione”. Così l’autore descriveva un’opera il cui intento era sì quello di compiacere interpreti futuri e pubblico grazie a elementi tematici dal profilo più definito e riconoscibile rispetto al primo concerto, ma senza rinunciare però alla logica costruttiva che si esprime in una scrittura tutt’altro che facile, ricchissima di passaggi virtuosistici ed episodi di carattere marcatamente ritmico. Articolato in tre movimenti, il Concerto n. 2 segue la struttura concentrica tipica di tante opere di Bartók: due movimenti in tempo Allegro incorniciano infatti il movimento centrale, un Adagio diviso a metà da una sezione in Presto, che rappresenta il cuore della composizione.
Johannes Brahms
Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98
Durante le vacanze estive del 1884 e del 1885 Brahms attese alla composizione della Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98, l’ultima del suo catalogo. Erano trascorsi quasi dieci anni dalla sua prima e temutissima prova in campo sinfonico e Brahms aveva ormai confermato il suo valore sul campo dopo aver costruito passo dopo passo il proprio linguaggio nel segno della classicità rivista attraverso la sensibilità romantica. Così nella sua ultima creatura sinfonica il virtuosismo compositivo si sposa a una cantabilità intrisa di malinconia dando vita a un discorso musicale dove ogni idea tematica viene plasmata meticolosamente prima di trovare la sua collocazione ideale. Il primo movimento, ad esempio, è costruito interamente a partire da un intervallo di terza e dal suo rivolto; si tratta di materiali minimi ma che tra le mani dell’artigiano delle note Brahms vengono sfruttati in tutte le loro possibilità. Anche il secondo tema è costruito su intervalli di terza così come tutte le altre idee tematiche che sembrano germogliare da quel medesimo seme dalle potenzialità infinite. E se nell’Allegro iniziale il compositore costruisce con pochi e semplici intervalli un intero e complesso movimento, nel grandioso Allegro finale decide di sfoggiare il più alto magistero contrappuntistico. Brahms chiude infatti il capitolo, breve ma intenso, della sua produzione sinfonica con una Ciaccona - una serie di variazioni su un basso ostinato - basata su un tema derivato dalla Cantata BWV 150 di Bach, celebrando in tal modo la tradizione musicale di appartenenza e stabilendo, al contempo, il punto di non ritorno del sinfonismo romantico.
La locandina:
JOHANNES BRAHMS
Tragische Ouvertüre in re minore op. 81
BÉLA BARTÓK
Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra SZ 95 Allegro / Adagio. Presto. Adagio / Allegro molto
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JOHANNES BRAHMS
Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98
Allegro non troppo / Andante moderato / Allegro giocoso / Allegro energico e passionato
Direttore
Zubin Mehta
Pianoforte
Yefim Bronfman
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Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Prezzi: Settore D: 25€- Settore C: 40€ - Settore B: 65€ - Settore A: 100€
17/02/2023 11.18
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino