Gli attrezzi chirurgici utilizzati nella Firenze di fine Settecento, quella governata dal Granduca Pietro Leopoldo, tornano d’attualità grazie alla prima visita guidata organizzata dalla Fondazione Santa Maria Nuova in collaborazione con il museo Galileo, inserita nel programma “Il Granduca Leopoldo e la scienza”. L’appuntamento inizierà giovedì 30 novembre dalle 15.30 all’ospedale di Santa Maria Nuova e terminerà alle 17.30 nel museo Galileo.
Il progetto evidenzia come la visione illuminata di Pietro Leopoldo trovò terreno fertile specialmente in campo tecnico scientifico, contribuendo al progresso degli studi e delle applicazioni nel settore medico. Molte delle collezioni medico scientifiche esposte oggi al museo Galileo provengono dall’Ospedale di Santa Maria Nuova, una delle più antiche strutture ospedaliere, ancora oggi in funzione. Da qui l’idea di un ciclo di itinerari tematici dedicati alla storia della chirurgia, della ginecologia e ostetricia, della farmacia e dell’elettricità applicata alla medicina. In ogni appuntamento i visitatori (gruppi al massimo di 20 persone) saranno accompagnati da guide d’eccezione, professionisti in campo medico che offriranno una lettura puntuale di ogni argomento.
Si comincia dunque giovedì 30 novembre alle 15.30 quando, in concomitanza con la festa della Toscana, si parlerà della “Storia della chirurgia e degli strumenti chirurgici”. L’appuntamento è all’ospedale di Santa Maria Nuova, dove verranno introdotti il personaggio del Granduca e il suo contributo, per poi spostarsi al museo Galileo, per prendere parte ad una visita tematica sugli strumenti chirurgici, a cura del professor Francesco Tonelli (professore emerito di Chirurgia – Università degli studi di Firenze). Il percorso si concluderà alle 17.30.
“Gli attrezzi chirurgici che vedremo nelle vetrine del Galileo – commenta Tonelli – furono preparati da Giovanni Alessandro Brambilla, un medico lombardo che si era arruolato nel reggimento imperiale austriaco, con la nomina di sottochirurgo. Superò nel 1757 all’università di Vienna gli esami per diventare chirurgo maggiore. Ben presto, grazie alla sua abilità ed al successo delle sue operazioni, divenne medico personale dell’arciduca Pietro Leopoldo. Lo avrebbe seguito a Firenze, se l’imperatore Giuseppe non si fosse opposto. Nel corso del tempo iniziò a dedicarsi, grazie anche alla stima del sovrano, alla chirurgia militare, che vide la formazione di una vera scuola. Brambilla preparò un’opera illustrata con le immagini degli strumenti e delle tecniche da eseguire nelle diverse situazioni patologiche. Un abile coltellinaio, Joseph Malliard, costruì gli strumenti. Sono di fattura elegante, abbelliti da fregi per lo più in acciaio, con impugnature in avorio o in tartaruga. Non mancano parti in vetro, in legno o caucciù. A Firenze arrivò una copia esatta di questi strumenti e delle relative cassette, così come a Pavia, città universitaria dove aveva studiato Brambilla. Si tratta - conclude Tonelli - di un virtuoso esempio di diffusione dei progressi fatti dalla medicina e dalla chirurgia. Il Granduca mandò a Vienna, in cambio, le copie delle cere anatomiche eseguite dai ceroplasti fiorentini, sotto la guida di Felice Fontana. Ben 1190 pezzi che si possono osservare ancora oggi nelle sale del Josephinum viennese”.
"La visita alle collezioni museali, con l’insolita guida di chi pratica quotidianamente l'arte della medicina, costituisce per noi e per i nostri visitatori una splendida occasione di approfondimento e di integrazione delle conoscenze storico-scientifiche”, commenta Roberto Ferrari, direttore esecutivo del Museo Galileo.
I successivi appuntamenti – che osserveranno sempre gli orari 15.30-17.30 – sono fissati per lunedì 4 dicembre con la “Storia dell’ostetricia e ginecologia e cere anatomiche”; per giovedì 7 dicembre con “Dall’orto medico alla farmacia” e per lunedì 11 dicembre con “Elettricità e medicina”.
La prenotazione è obbligatoria alla mail
info@fondazionesantamarianuova.it e viene richiesta una donazione di 10 euro, da devolvere alle missioni sanitarie e culturali della Fondazione Santa Maria Nuova.