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Redazione di Met
Piano Nazionale per la Sicurezza Idrica e Idrogeologica. Nel libro di D’Angelis e Grassi un progetto per contrastare la crisi climatica
Presentazione giovedì 18 luglio alle 18.00 al Teatro Niccolini in Via Ricasoli, 3 a Firenze
Un vero e proprio Piano Nazionale per la Sicurezza Idrica e Idrogeologica contro alluvioni e siccità, per produrre più energia green, salvare l’acqua da sprechi e inquinamento e contrastare la crisi climatica. Lo firmano Erasmo D’Angelis e Mauro Grassi, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Earth Water Agenda, tra i più importanti esperti in materia idrica e dissesto idrogeologico avendo anche coordinato con i governi Renzi e Gentiloni la struttura di missione “Italiasicura” di Palazzo Chigi. Il progetto è esposto nel loro libro intitolato La nuova civiltà dell’Acqua (pp. 400, euro 20), appena uscito per le edizioni Polistampa, che sarà presentato giovedì 18 luglio alle 18.00 al Teatro Niccolini (Via Ricasoli, 3).
La crisi ambientale ci mette sempre più spesso di fronte all’alternarsi di fasi persistenti di siccità e devastanti alluvioni. Fenomeni di un clima inedito per le nostre generazioni, che non si contrastano con l’immobilità o con annunci “spot”, e nemmeno con leggi e norme del secolo scorso, peraltro quasi mai applicate. Senza contare che l’Italia vanta i più bassi investimenti d’Europa per le infrastrutture idriche, oltre a una classe politica spesso indifferente. Si rende dunque necessario un progetto articolato e di ampio respiro che riguardi invasi, acquedotti, reti fognarie, depuratori e sistemi di riuso. “In queste pagine”, spiegano D’Angelis e Grassi, già autori nel 2020 del fortunato Storia d’Italia e delle catastrofi, “illustriamo in modo costruttivo perché vada ripensata e riorganizzata l’intera materia idrica, con un cambio radicale. Abbiamo l’obbligo di passare dalle parole ai fatti, di inserire l’acqua all’interno delle politiche climatiche e per lo sviluppo economico, e abbiamo il dovere di farlo poiché partiamo da un punto di forza raro: abbiamo la grande fortuna di essere tra i pochi paesi dove, anche nelle annate siccitose, precipita più acqua di quanto ne serva”. I punti chiave del piano, elaborato assieme a esperti delle istituzioni, delle università, degli enti scientifici e operatori di aziende idriche e consorzi di bonifica, sono diversi: aumentare gli stoccaggi di risorsa ripulendo le dighe dai sedimenti e costruendo nuovi invasi, ridurre le dispersioni modernizzando le reti esistenti e posandone di nuove, tutelare le potenzialità delle acque sotterranee. Il tutto sostenuto da investimenti strategici: del resto, continuare a non reagire significherebbe colpire non solo la qualità dell’ambiente e della nostra vita, ma anche destabilizzare l’economia e la competitività del nostro paese. “È invece necessario”, concludono gli autori, “ridiscutere il nostro approccio ecologico, percorrendo un sentiero virtuoso per superare i problemi più stringenti e arrivare finalmente a una nuova civiltà dell’acqua”.

15/07/2024 12.08
Redazione di Met


 
 


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