Comune di Greve in Chianti
Greve in Chianti. Un viaggio tre le visioni figurative e concettuali di Angiolo Liverini, artista grevigiano tra i più apprezzati del Novecento. Al Museo San Francesco una retrospettiva dedicata al pittore scomparso lo scorso anno
Sabato 14 settembre alle ore 16 vernissage della personale “Angiolo Liverini. Dal figurativo al concettuale”
L’assessore Giulio Saturnini: “l’evento dedicato ad Angiolo Liverini è l’ultimo di un cartellone espositivo che per tutto l’anno ha registrato grande interesse e partecipazione da parte del pubblico”
Nella sua casa di Montefioralle ha dipinto fino all'età di 97 anni e, poco prima di passare ad altra vita, l'artista grevigiano che ha amato l'impressionismo francese e allo stesso tempo sperimentava forme e visioni della corrente concettuale del XXI secolo, coltivava l'idea di organizzare una personale nel suo territorio di origine. Un desiderio raccolto dal figlio Francesco e dal nipote Michele, curatori della prima mostra, promossa dal Comune di Greve in Chianti, e dedicata al pittore e scrittore Angiolo Liverini, nato a Greve nel 1926 e scomparso a Montefioralle nel 2023. Sabato 14 settembre apre i battenti alle ore 16 negli spazi del Museo San Francesco di Greve in Chianti la retrospettiva “Angiolo Liverini. Dal figurativo al concettuale”.
Nella saletta espositiva Vanni saranno esposte quindici opere, realizzate in oltre 50 anni di vita artistica dal pittore che non ha mai smesso di praticare questa sua grande passione, sinonimo di costante attività di ricerca nella rappresentazione della realtà che spazia dall'arte figurativa a quella materica, astratta e concettuale.
“In questo primo omaggio pubblico al nonno, per il quale ringraziamo l'amministrazione comunale di Greve in Chianti ed in particolare l’assessore Giulio Saturnini, mostreremo in estrema sintesi l’intero percorso artistico di Angiolo Liverini, dagli anni Cinquanta fino al 2023, un bellissimo viaggio nella pittura del Novecento che attraversa alcune delle tappe salienti del pittore che dipingeva ad olio su tavola e tela, quali i ritratti al femminile, le opere che raffigurano le vitali atmosfere parigine, città alla quale si sentiva particolarmente legato, la rappresentazione dei robot e dell'energia nello spazio, frutto della sua interpretazione dell'arte concettuale”.
“Concludiamo la ricca stagione espositiva del Museo San Francesco con questa bellissima personale dedicata ad un noto artista del nostro territorio, scomparso lo scorso anno – precisa l’assessore Giulio Saturnini – l’evento dedicato ad Angiolo Liverini è l’ultimo di un cartellone espositivo che per tutto l’anno ha registrato grande interesse e partecipazione da parte del pubblico. Le tante mostre organizzate, peraltro di altissimo livello, come quella sul Maestro della Madonna Straus, hanno dato spazio all’esposizione di opere e capolavori dell’arte rinascimentale fino ad ospitare artisti contemporanei di respiro locale e regionale, tra cui molti giovani ed emergenti”.
Orario di apertura: martedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:30 alle ore 19:30 Ingresso libero.
CENNI BIOGRAFICI - ANGIOLO LIVERINI
Nasce a Greve in Chianti il 22 gennaio 1926, dagli anni 30 la sua famiglia si trasferisce a Firenze nel rione di San Frediano in Oltrarno. Qui vi trascorre il periodo della guerra e della fame, con il padre Adolfo indaffarato a procurare del cibo per sfamare una famiglia di sei anime. Nel dopo guerra entra a lavorare nell’amministrazione statale, e per arrotondare lo stipendio il pomeriggio lavora in uno studio di pittura che realizzava copie di dipinti del Seicento per il mercato americano. Vista la passione per la pittura e la naturale predisposizione, da assoluto autodidatta, inizia a partecipare a vari concorsi di pittura ed a frequentare l’ambiente artistico fiorentino. Riesce ad ottenere uno studio presso la Fondazione Carnielo in Piazza della Savonarola e lì incrementa le frequentazioni con vari artisti del panorama locale ed internazionale (uno studio era assegnato anche allo scultore israeliano Dani Karavan). Stringe amicizie con Rodolfo Marma, Lucio Venna, Bruno Paoli, Longi e vari altri. Agli albori, la sua pittura sostanzialmente figurativa post-impressionista si concentra su paesaggi dei suoi luoghi di appartenenza, il Chianti con le sue coloniche ed i suoi olivi e viti ne fanno la parte del padrone, i lungarni e le piazze dell’Oltrarno non sono da meno, successivamente si orienta anche sulla figura prevalentemente femminile. Vince il premio Vallombrosa ed ottiene varie segnalazioni presso altre rassegne. Iniziano i suoi viaggi a Parigi insieme ad altri amici artisti al fine di respirare quell’atmosfera che tanto ha rivoluzionato il movimento dell’arte moderna negli anni di inizio del XX secolo. Al ritorno dal primo viaggio ha già un mercante di riferimento e varie delle sue opere sono presenti in alcune collezioni di un certo rilievo. Le sue opere sono ospitate frequentemente presso la Galleria Arno di Firenze. Partecipa a rassegne ed esposizioni a carattere nazionale ottenendo un certo riscontro. Giunto agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso, la sua vena creativa subisce una crisi, non si riconosce più nelle opere che realizza. Essendo un assiduo lettore ed un attento osservatore si rende conto che la società in questi anni è profondamente cambiata e ciò si protrae per qualche anno. Ispirato anche dalla lettura di Umberto Eco (Opera aperta) e dal Tao della Fisica di Fitjof Capra, inizia a sperimentare un nuovo modo espressivo, passa dal figurativo alla ricerca di forme/figure che possano rappresentare la complessità della vita, così nasce il periodo dell’ Uomo robot, delle Periferie seguito da quello più significativo degli Alfabeti che porta ad un’importante mostra a Siena nell’anno 2007 presso gli Antichi Magazzini del Sale in Piazza del Campo, in collaborazione con lo scultore tedesco Renate Seliger con il quale stringe una sincera amicizia.
11/09/2024 13.14
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