I fatti di Seano. Novità nelle parrocchie. La Messa per la giornata dei migranti. Renzo Buricchi e i frati della Verna. Basilio Petrà tra i consultori del Dicastero per la dottrina della fede. La cultura come strumento di integrazione e il museo come luogo di inclusione. Il Convegno pastorale diocesano. Scuola ed Emporio della Solidarietà. L'augurio del vescovo Giovanni Nerbini agli studenti pratesi. Il pellegrinaggio a Boccadirio. Ostensione della Sacra Cintola. Mons. Gastone Simoni.
Il suicidio nel carcere di Prato. Scuola serale di italiano per i cinesi. La campagna "bolletta sospesa". Barni direttore dell'Ufficio di pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Prato
10 ottobre 2024
I fatti di Seano sono gravi e preoccupanti. Non si può girare la testa. Le condizioni di tanti lavoratori nel distretto tessile sono inaccettabili. Dichiarazione congiunta degli Uffici di Pastorale sociale e del lavoro delle diocesi di Prato e Pistoia
«Non possiamo rimanere silenti davanti ai fatti di Seano. Sono stati compiuti fatti gravi e preoccupanti: le aggressioni subite da coloro che protestano per le loro condizioni lavorative non sono tollerabili», scrivono in una nota congiunta gli uffici per la pastorale sociale e del lavoro delle diocesi di Prato e Pistoia.
«Non possiamo inoltre girare la testa e pensare che tutto vada bene nel tessuto economico: le condizioni di tanti lavoratori del distretto tessile pratese, soprattutto di provenienza straniera, sono spesso inaccettabili. “La vita di ogni comunità esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione, il cancro dello sfruttamento umano e lavorativo e il veleno dell’illegalità.” disse Papa Francesco nella sua visita a Prato del novembre 2015. Queste parole ancora oggi devono essere riferimento nell’azione quotidiana di ciascun uomo di buona volontà, che non può scegliere la strada dello sfruttamento per un interesse personale.
È necessario ricordare come al centro del lavoro ci siano le persone, con una propria storia, una propria casa e una propria vita. Assieme è necessario costruire una vita sostenibile, equa e giusta, che possa vedere nel lavoro un luogo della partecipazione e della valorizzazione della persona stessa, non certo uno spazio di annichilimento dell’umanità. Per questo, come Pastorali Sociali e del Lavoro di Pistoia e Prato continueremo la nostra azione affinché si possa superare lo schema del profitto ad ogni costo verso la ricerca di un lavoro degno per tutti».
Selma Ferrali, Direttore Ufficio pastorale sociale e del lavoro Diocesi di Pistoia
Fulvio Barni, Direttore Ufficio pastorale sociale e del lavoro Diocesi di Prato
4 ottobre 2024
Cambio alla guida di alcune parrocchie della Diocesi di Prato
Il vescovo Giovanni Nerbini ha stabilito le seguenti nomine: il canonico Marco Pratesi lascia la parrocchia di Santa Maria del Soccorso e diventa il nuovo parroco della cattedrale. Il canonico Luciano Pelagatti, precedente parroco, diventa collaboratore parrocchiale.
A Santa Maria del Soccorso arriva don Marco Locati, che lascia la parrocchia di San Salvatore a Vaiano. Quest’ultima comunità è stata affidata a don Waldemaro Kowalczuk, che si sposta così da San Miniato alla Briglia e lascia anche la parrocchia di Carmignanello. In seguito a questo spostamento monsignor Nerbini ha deciso di riorganizzare così alcune parrocchia del vicariato Valbisenzio: don Mirko Choroszy assume l’incarico di parroco di San Miniato alla Briglia, Gamberame e Faltugnano; don Emanuele Lanfranchi è parroco di Carmignanello, Usella e Sofignano.
Cambi anche in città. don Antonio Di Miceli lascia la parrocchia di San Giovanni Bosco e si trasferisce a Santa Maria a Capezzana, parrocchia rimasta senza parroco dopo l’improvvisa morte di don Rodolfo Melani. Il parroco di San Giovanni Bosco è don Gianni Gualtieri, che rimane parroco della vicina comunità dei Santi Martiri e costituirà così una nuova unità pastorale con il supporto di don Michele Di Stefano, sacerdote fresco di ordinazione. Don Michele inoltre è stato nominato membro della equipe di Pastorale giovanile.
Don Marco Degli Angeli, da alcuni mesi in forza alla parrocchia di Sant’Antonio a Reggiana, vivrà un anno sabbatico fuori Diocesi e andrà a compiere una esperienza di impegno pastorale e missionario nella comunità Nuovi Orizzonti. La parrocchia di Reggiana sarà retta da don Patrick Issomo Mama, nominato amministratore parrocchiale. Don Degli Angeli lascia provvisoriamente anche la guida della Pastorale giovanile diocesana, affidata dal Vescovo a suor Deborah Tesi, nominata coordinatrice per questo anno pastorale.
Don Maurizio Corradini diventa collaboratore parrocchiale di San Pietro a Mezzana e don Joseph Joyson è il nuovo collaboratore parrocchiale di San Salvatore a Vaiano, dove si occuperà in particolare di Pastorale giovanile.
Le date degli ingressi nelle parrocchie saranno definite prossimamente a partire dalle situazioni concrete dei singoli parroci.
2 ottobre 2024
Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. La Diocesi di Prato festeggia la ricorrenza domenica 6 ottobre
«Dio cammina con il suo popolo». È il titolo scelto da papa Francesco per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. La Diocesi di Prato festeggia la ricorrenza domenica 6 ottobre con una messa celebrata in cattedrale alle ore 10,30. Al termine ci sarà un rinfresco multietnico aperto a tutti nell’atrio di Palazzo vescovile, dove sarà possibile gustare piatti e prodotti tipici provenienti da varie parti del mondo.
La celebrazione eucaristica è presieduta dal vescovo Giovanni Nerbini ed è concelebrata dai cappellani delle otto comunità cattoliche straniere presenti a Prato: cinese, filippina, rumena, cingalese, nigeriana, ucraina, pakistana e albanese.
«Nel suo messaggio il Papa ci ricorda che tutti, popolo di Dio, siamo migranti in questa terra – dice don Gabriele Bejenaru, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale dei migranti – e che i migranti rappresentano, non solo simbolicamente, questo popolo in cammino. Il Santo Padre ha invitato a organizzare iniziative con migranti, rifugiati e persone vulnerabili. Noi ci ritroveremo il 6 ottobre e poi daremo vita a altri momenti nel corso dell’anno pastorale».
Renzo Buricchi e l'amicizia spirituale con i frati della Verna. Domenica 6 ottobre incontro sul tema nella basilica di S. Maria delle Carceri
«Vinse più battaglie san Francesco col colloquio al Sultano che tutti i Generali delle crociate». Basterebbe una frase incandescente come questa, tratta da una delle lettere che il servo di Dio Renzo Buricchi, il «tabaccaio di Prato», indirizzò ai frati minori della Verna, per intuire la portata di questa amicizia spirituale che verrà messa a tema nell’incontro a lui dedicato domenica 6 ottobre, a partire dalle 16, nella Basilica di Santa Maria delle Carceri. Questo il titolo dell’iniziativa: «Fra le rocce della Verna. Renzo Pietro Buricchi e la spiritualità francescana».
Interverranno fra’ Paolo Fantaccini, frate minore della Verna, il teologo mons. Basilio Petrà, Marcello Pierucci, amico di Renzo, e don Alessandro Andreini, postulatore per la fase diocesana dell’inchiesta sulla vita e le virtù di Renzo. Alle 18,30 è in programma una concelebrazione eucaristica presieduta dal vicario generale della diocesi di Prato mons. Daniele Scaccini.
L’incontro sarà anche l’occasione per fare il punto sul cammino dell’inchiesta diocesana per la canonizzazione di Renzo Buricchi, apertasi l’8 ottobre 2022: è ormai terminato l’ascolto dei testimoni, 34 in tutto, e si sta concludendo la raccolta della documentazione storica circa la vita del servo di Dio, in vista della chiusura della fase diocesana, prevista per i primi mesi del prossimo anno.
«Una testimonianza assai eloquente di questa amicizia con la Verna – spiega il postulatore don Alessandro Andreini – sono alcuni scritti di Renzo che trovarono accoglienza su “La Voce della Verna”, il periodico che ancora oggi diffonde notizie e riflessioni dal monte delle stigmate che quest’anno ha ricordato gli 800 anni di quell’evento straordinario. Contributi, quelli di Renzo, evidentemente apprezzati dai frati che vi riconoscevano una sincera ammirazione e una profonda sintonia con il loro percorso spirituale».
Chi era. Renzo Buricchi nasce nel 1913 a Seano, era di estrazione contadina e comunista e riuscì a conoscere Dio attraverso l’osservazione delle natura. Il vescovo Nerbini lo ha definito «un personaggio davvero straordinario nella sua assoluta semplicità e ordinarietà di vita». Buricchi ha gestito per quarant’anni il bar tabaccheria in piazza del Comune a Prato – per questo veniva chiamato il «tabaccaio» – e in modo riservato ha radunato un piccolo gruppo di amici contagiandoli con il suo stile e invitandoli costantemente alla preghiera. Questo atteggiamento e i suoi insegnamenti iniziarono a uscire dal «nascondimento» alla fine degli anni Novanta con il libro «Un cipresso per maestro», scritto dal biografo Marcello Pierucci. Grazie al vescovo Gastone Simoni e a don Giuseppe Billi la figura di Buricchi viene valorizzata, prima in diocesi, e poi anche fuori da Prato.
24 settembre 2024
Rinviata la seconda serata del Convegno pastorale della Diocesi di Prato
Rinviata per indisposizione della relatrice la seconda serata del Convegno pastorale della diocesi di Prato programmata per domani, mercoledì 25 settembre. L’incontro sarà martedì 8 ottobre alle 21,15 nella chiesa di San Domenico.
Ricordiamo il tema della serata: la professoressa Paola Bignardi, già presidente nazionale di Azione Cattolica e autrice del libro «Dio, dove sei? Giovani in ricerca», parlerà di: «Una rinnovata missione per il Vangelo».
Sono invitati partecipare tutti coloro che sono impegnati a vario titolo nelle parrocchie, nei gruppi e nei movimenti presenti nella comunità ecclesiale di Prato.
23 settembre 2024
Monsignor Basilio Petrà è stato nominato da papa Francesco tra i Consultori del Dicastero per la Dottrina della Fede
Monsignor Basilio Petrà è stato nominato da papa Francesco tra i Consultori del Dicastero per la Dottrina della Fede. Lo ha reso noto questa mattina la Sala stampa della Santa Sede.
Teologo moralista e già preside della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale a Firenze, monsignor Petrà ha 78 anni ed è sacerdote della Diocesi di Prato. Per molti anni ha insegnato a Roma all’Accademia Alfonsiana e al Pontificio Istituto Orientale. Dal 1994 al 2007 è stato consultore della Pontificia Congregazione per le Chiese Orientali Cattoliche.
Oggi Papa Francesco lo ha inserito tra i Consultori del Dicastero per la Dottrina della Fede, ovvero tra gli esperti che possono essere coinvolti dalla Congregazione per consulenze o indagini in ambito dottrinale e teologico. «È un riconoscimento importante e un grande onore per la nostra Chiesa pratese», afferma il vescovo di Prato monsignor Giovanni Nerbini nel complimentarsi con monsignor Petrà per la nomina.
«È da intendersi anche come riconoscimento del suo lavoro di studio e di ricerca in ambito teologico, che certamente ha aperto nuovi orizzonti. Monsignor Petrà è sempre stato guidato dall’amore per la Chiesa, oltre che per il bene dell’uomo, e ci fa molto piacere che la sua intelligenza e la sua sensibilità siano state riconosciute in ambito ecclesiale al massimo livello», conclude monsignor Nerbini.
16 settembre 2024
Ottimo risultato per la raccolta di materiale scolastico promossa a favore dell'Emporio della Solidarietà
Con l’inizio della scuola l’Emporio della Solidarietà di Prato è pronto a offrire ai propri utenti quaderni, penne, pennarelli e tutto ciò che serve per il ritorno in classe. Ha ottenuto un ottimo risultato la doppia raccolta di materiale scolastico che si è tenuta sabato scorso, 14 settembre, nei supermercati Coop al Parco Prato e all’Esselunga di viale Leonardo da Vinci.
Grazie alla generosità dei clienti, nel primo punto vendita sono stati donati oltre cinquemila pezzi, mentre nel secondo supermercato, dove si raccoglievano anche generi alimentari, sono stati inscatolati 19 quintali di prodotti. Quanto raccolto sarà messo a disposizione delle famiglie in difficoltà economica che frequentano l’Emporio della Solidarietà in via del Seminario.
«Siamo molto soddisfatti, dobbiamo ringraziare i pratesi per l’ottima risposta e i volontari che ci hanno dato una mano a rendere possibile la raccolta», dice il coordinatore dell’Emporio Piero Rotondo. Sono stati ottanta, in gran parte giovani, coloro che hanno aderito all’appello lanciato a mezzo stampa e sui social a partecipare all’iniziativa. Non è mancato il decisivo contributo delle parrocchie, ma importante e incoraggiante è stato l’apporto dato da ragazzi e ragazze che hanno deciso di dedicare un po’ del loro tempo a servizio degli altri.
Ricordiamo che l’Emporio della Solidarietà è un progetto promosso da Diocesi, Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. Si tratta di uno speciale supermercato nel quale non si usano soldi, ma punti caricati su una tessera rilasciata da Caritas, servizi sociali del Comune, San Vincenzo de Paoli, Gruppi di Volontariato Vincenziano e Centro di Aiuto alla Vita. Nel 2023 oltre cinquemila famiglie hanno usufruito del servizio, gli accessi sono stati 31mila e 250mila i quintali di prodotti distribuiti.
13 settembre 2024
L'augurio del vescovo Giovanni Nerbini agli studenti pratesi per l'inizio della scuola
In occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico, il vescovo Giovanni Nerbini ha scritto un messaggio indirizzato agli studenti delle scuole pratesi
Carissimi studenti di ogni ordine e grado,
nei giorni scorsi ho pensato a voi, in procinto di riprendere il cammino scolastico dopo una estate intensa e mi auguro ricca di esperienze davvero significative.
Molti sentiranno la «fatica» di questo nuovo inizio, alcuni l’entusiasmo per le novità da affrontare, i più grandi certamente il desiderio di giungere alla meta del diploma. Mi auguro che in tutti voi ci sia la consapevolezza dello straordinario dono che avete ricevuto di frequentare la scuola. A tantissimi vostri coetanei, in diversi paesi del mondo, questa opportunità è totalmente negata.
Mi è tornato in mente il racconto del Vangelo di Luca che descrive con alcuni flash, la vita di Gesù dodicenne: viene portato a Gerusalemme, e fu questa certamente una esperienza straordinaria che noi moderni non siamo più capaci di valutare adeguatamente. Lì nel tempio ha un diverbio con i suoi genitori che non hanno capito la sua scelta di rimanere in quel luogo mentre essi con la carovana, partivano per Nazareth cosa che poi accadrà dopo questo increscioso malinteso. E poi l’Evangelista conclude il capitolo: «Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso… e Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini». Nazareth è il luogo della vita ordinaria, delle esperienze quotidiane, feriali: la vita famigliare, il lavoro con il padre, gli amici, lo studio della torah. È lì che Gesù si forma, si struttura tanto che Luca dice cresceva in sapienza, età e grazia.
Cari ragazzi questo è l’augurio che vi faccio: che le esperienze che fate, e la scuola ai primi posti, siano quelle che vi aiutano ad accrescere non soltanto la vostra cultura, cosa importante, ma a realizzare il grande progetto che Dio ha sulla vostra vita, a strutturare armonicamente la vostra umanità, ad essere aperti a Dio che vi cerca e fortemente legati ai vostri compagni ma a tutti gli uomini e le donne con i quali condividiamo questa esperienza sulla terra e con i quali siamo invitati a costruire il futuro della nostra casa comune. Auguri.
12 settembre 2024
Il vescovo Giovanni Nerbini in pellegrinaggio a piedi da Prato a al santuario di Boccadirio per affidare Prato a Maria
A piedi, da Prato al santuario di Boccadirio sull’Appennino bolognese, per affidare Prato e i pratesi alla Madonna. Il vescovo Giovanni Nerbini ha scelto di concludere con un pellegrinaggio i festeggiamenti dell’8 settembre, Natività di Maria, la festa per eccellenza della città di Prato. Monsignor Nerbini è partito di buon ora, zaino in spalla, dalla cattedrale di Santo Stefano e dopo una sosta intermedia a Montecuccoli ha raggiunto Boccadirio percorrendo in due giorni quaranta chilometri lungo i sentieri di montagna.
Il Vescovo ha dato notizia di questa iniziativa personale attraverso un video messaggio pubblicato sul sito web della Diocesi di Prato (diocesiprato.it):
«Ho portato davanti alla Madonna, così come ho fatto la settimana scorsa davanti alla cappella del Sacro Cingolo, la nostra Chiesa diocesana, la nostra città di Prato e tutta la provincia. Ho pregato per quelli che sono nella sofferenza, i malati, i carcerati, per quanti si affacciano alla vita con tanti sogni speranze, ma anche con tanti problemi, i nostri sacerdoti, le nostre famiglie e quanti cercano lavoro. Per tutti ho chiesto la stessa fede granitica di Maria, la stessa speranza incrollabile che ha avuto lei, lo stesso amore di Maria per Dio e per tutti i fratelli. Tutti voi, tutti insieme e singolarmente, vi ricordo e vi presento alla Madre celeste e vi saluto e vi benedico con grande affetto».
Anche nel 2020, in piena pandemia, monsignor Nerbini decise di compiere un pellegrinaggio a piedi fino a Boccadirio per chiedere l’intercessione di Maria per la città e la diocesi in un momento così difficile e di grande sofferenza per tutti.
Quello fino al santuario bolognese della Beata Vergine delle Grazie è un cammino conosciuto e amato dai pratesi che da secoli lo percorrono per la speciale devozione che li lega a quel luogo, dove il 16 luglio 1460 la Madonna apparve a due piccoli pastori, Donato Nutini e Cornelia Vangelisti. La bambina poi divenne monaca col nome di suor Brigida e visse nel monastero di Santa Caterina a Prato.
8 settembre 2024
8 settembre, tradizione rispettata: tanti pratesi in cattedrale per il solenne pontificale e l'ostensione della Sacra Cintola
Tradizione rispettata. L’incognita maltempo non ha cancellato l’ostensione della Sacra Cintola di Maria, mostrata ai fedeli all’interno della cattedrale e all’esterno, su piazza Duomo, dal pulpito di Donatello, come prevede il secolare rito pratese.
La Diocesi e il Comune di Prato hanno deciso di celebrare la festa della Natività di Maria, l’8 settembre, al mattino, accorpando le due funzioni previste per questa solennità: il pontificale e l’ostensione della reliquia mariana simbolo della città, che avrebbe dovuto tenersi in orario serale. Nel pomeriggio di oggi sono attese forti piogge e la Regione Toscana ha dichiarato allerta arancione, decretando così l’annullamento di tutte le manifestazioni pubbliche, compreso il Corteggio storico, organizzato ogni anno dall’Amministrazione comunale in onore della Sacra Cintola.
In cattedrale la messa solenne è stata presieduta da monsignor Giuseppe Mani, arcivescovo emerito di Cagliari, invitato dal vescovo Giovanni Nerbini a guidare le celebrazioni della festa. Originario della diocesi di Fiesole, monsignor Mani ha 88 anni ed è stato vescovo ausiliare di Roma e ordinario militare per l’Italia. È stato lui a officiare il rito dell’ostensione, mostrando alle autorità e ai fedeli presenti in cattedrale la Sacra Cintola che la tradizione vuole sia appartenuta a Maria. «Siamo chiamati a essere pellegrini di speranza» ha detto monsignor Mani nell’omelia citando le parole usate da papa Francesco nel decreto di indizione del Giubileo. Pur vivendo tempi difficili – «Maria, i tuoi figli si stanno uccidendo, il cielo è pieno di droni e di missili e noi dovremmo far festa? Forse dovremmo piangere» – monsignor Mani ha sottolineato che «la speranza è Dio e Dio è il Dio dell’impossibile. Così rispose l’Angelo a Maria, sconvolta per la notizia che doveva diventare mamma senza conoscere uomo, niente di più assurdo: tutto è possibile a Dio. Ecco perché non siamo matti a far festa in queste circostanze in cui viviamo, perché abbiamo la speranza della vittoria del bene e chiamiamo Maria nostra speranza». Poi un ricordo di monsignor Gastone Simoni, vescovo emerito di Prato scomparso due anni fa e amico d’infanzia di monsignor Mani, definito dal Presule: «testimone di speranza, fede e fiducia in Dio».
Nonostante la minaccia di pioggia sono state tante le persone che hanno deciso di partecipare al pontificale della Natività di Maria, la festa più cara ai pratesi tra le cinque occasioni annuali nelle quali la Sacra Cintura della Madonna viene mostrata in pubblico. Nelle prime file della cattedrale era presente la sindaca Ilaria Bugetti, al suo primo 8 settembre da prima cittadina, insieme alle altre autorità cittadine. Tra queste il prefetto Michela Savina La Iacona, il presidente della Provincia Simone Calamai, il questore Pasquale Antonio De Lorenzo e le parlamentari Erica Mazzetti e Chiara La Porta, l’assessore regionale Stefano Ciuoffo e i rappresentanti dei Comuni del territorio pratese.
In cattedrale anche alcuni rappresentanti delle comunità straniere che vivono sul territorio pratese, vestiti con gli abiti tradizionali, tipici delle loro culture di provenienza. Erano presenti rumeni, cinesi, nigeriani, cingalesi, pachistani e albanesi.
Come annunciato, al termine del pontificale la celebrazione si è spostata nella Cappella del Sacro Cingolo. La Sacra Cintola appartiene alla città di Prato e la sua proprietà è simboleggiata dal possesso delle tre chiavi che servono ad aprire il cofano dell’altare dove viene custodita da oltre otto secoli la preziosa reliquia. Due sono di proprietà del Comune di Prato e una appartiene al Capitolo dei canonici della cattedrale. Ogni anno, in questa occasione, il Comune dona alla Diocesi i ceri votivi per illuminare la Cappella.
«Questo dono ricorda quanto la città è legata a Maria e alla Chiesa di Prato – ha detto il vescovo Giovanni Nerbini rivolgendosi alla sindaca Ilaria Bugetti – per noi questo non è un segno che appartiene al passato, a una storia gloriosa che affonda le sue radici nei secoli e che ha connotato la nostra città anche nella sua conformazione, ma il segno di un legame che si va stringendo anche nel presente e nel futuro. Questa collaborazione è nel segno della città e di tutti coloro che la abitano, che qui gioiscono e qui soffrono».
Poi l’antico rito dell’ostensione, officiato dall’ospite, monsignor Giuseppe Mani, alla presenza di due testimoni: il prefetto di Prato Michela Savina La Iacona e la sindaca di Mussolente, Ellena Bontorin, Comune vicentino legato a quello di Prato da un patto di amicizia.
Per tre volte, come previsto dal cerimoniale, la Sacra Cintola è stata mostrata ai fedeli dalla loggia interna, detta «del Ghirlandaio», e all’esterno dal pulpito di Donatello. Il rito è stato bagnato da qualche goccia di pioggia, che non ha impedito ai tanti pratesi presenti in Piazza Duomo di partecipare all’ostensione muniti di ombrello. La tradizione, dunque, è stata rispettata.
7 settembre 2024
Nuovo cambio orario: l'ostensione della Sacra Cintola sarà al mattino dopo il pontificale
Cambia nuovamente il programma della festa dell’8 settembre, Natività di Maria. L’ostensione della Sacra Cintola sarà officiata al mattino, al termine del solenne pontificale celebrato in cattedrale. Le avverse condizioni meteo attese nel pomeriggio sul territorio pratese hanno portato il Comune e la Diocesi a modificare nuovamente gli orari delle funzioni. Non più nel pomeriggio, come precedentemente comunicato, ma la mattina di domani, domenica 8 settembre. Lo hanno deciso congiuntamente il vescovo Giovanni Nerbini e la sindaca di Prato Ilaria Bugetti, alla luce dell’allerta meteo arancione emessa per domani pomeriggio alle ore 17.
3 settembre 2024
Il pulpito di Donatello è agibile e potrà essere utilizzato per l'ostensione dell'8 settembre
L’8 settembre, festa della città di Prato, il pulpito di Donatello potrà essere utilizzato per officiare la solenne ostensione della Sacra Cintola di Maria. La conferma arriva al termine dell’ispezione effettuata questa mattina dai tecnici della Diocesi di Prato insieme alla Soprintendenza. Con l’ausilio di un cestello elevatore è stata compiuta una verifica della copertura del pulpito, il cosiddetto «ombrello», da dove lo scorso 25 agosto si era parzialmente distaccata una decorazione in legno. Non sono state riscontrate criticità e il soffitto ligneo è stato giudicato stabile. L’ispezione, durata un’ora e mezzo, è stata compiuta dalla ditta Piacenti Spa alla presenza dell’architetto Giuseppina Clausi, funzionaria della Soprintendenza per la città metropolitana di Firenze e per le province di Prato e Pistoia.
Alla luce di questa decisione, nelle prossime ore saranno tolte le transenne posizionate per sicurezza sotto al pulpito a seguito del parziale distaccamento avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 agosto.
Il vicario generale e direttore dell’ufficio diocesano per i beni culturali, monsignor Daniele Scaccini, esprime soddisfazione: «l’8 settembre, Natività di Maria, è una solennità molto importante e sentita per la città di Prato, la tradizione sarà rispettata e la Sacra Cintola di Maria potrà essere mostrata ai fedeli dal pulpito di Donatello come richiede il secolare rito dell’ostensione. Siamo grati alla Soprintendenza e a tutti quelli che hanno lavorato cosi velocemente per ottenere questo risultato».
31 agosto 2024
Furto nella parrocchia di Sant'Antonio a Mercatale di Vernio. Rubati quattro calici e tre pissidi
Furto nella parrocchia di Sant’Antonio a Mercatale di Vernio. Ieri pomeriggio, venerdì 30 agosto, ignoti sono entrati in sacrestia rompendo il vetro di una delle due porte di ingresso che si trovano all’interno della chiesa. Sono stati rubati quattro calici e tre pissidi (l’oggetto liturgico usato per conservare le ostie consacrate) che in quel momento erano vuote. L’eucarestia, custodita nel tabernacolo, non è stata toccata. Dell’accaduto si è accorto il parroco don Vincent Souly, arrivato in parrocchia intorno alle 17,30 per preparare la chiesa per la tradizionale adorazione del venerdì e la celebrazione della messa.
«Gli oggetti rubati non sono antichi e non sono di valore, però siamo molto addolorati e dispiaciuti per quanto è successo – dice don Vincent –, sono settimane che la nostra chiesa è nel mirino dei ladri, lo scorso 22 agosto qualcuno ha tentato di forzare, ma senza riuscirci, le cassette delle offerte per l’accensione delle candele. Tra i calici rubati c’è anche quello che mi era stato regalato dieci anni da alcuni parrocchiani e al quale tenevo molto». Questa mattina il parroco ha sporto denuncia ai Carabinieri del comando di Vernio.
La chiesa di Sant’Antonio a Mercatale è sempre aperta per dar modo ai fedeli di poter entrare per un momento di preghiera e lo sarà anche in futuro, nonostante questo ultimo spiacevole episodio. «Stiamo pensando di installare un sistema di videosorveglianza, il nostro desiderio è quello di continuare a lasciare la chiesa aperta», conclude don Vincent.
28 agosto 2024
Verso l'8 settembre, la festa più cara ai pratesi: il programma con tutte le celebrazioni in cattedrale
Sarà monsignor Giuseppe Mani, arcivescovo emerito di Cagliari, a presiedere il solenne pontificale dell’8 settembre nella cattedrale di Prato, in occasione della solennità della Natività di Maria. Originario della diocesi di Fiesole, come il vescovo Giovanni Nerbini, monsignor Mani ha 88 anni e prima di guidare la Chiesa di Cagliari è stato rettore del Seminario romano e vescovo ausiliare di Roma per dieci anni. È lui l’ospite chiamato a officiare i riti della festa più cara ai pratesi e a sera sarà presente al Corteggio e all’ostensione della Sacra Cintola. L’8 settembre è un momento sempre molto atteso, perché è in questa occasione che i fedeli hanno la possibilità di vedere e venerare la preziosa reliquia simbolo della città, solitamente custodita nello scrigno posto sotto l’altare della Cappella della cattedrale, detta appunto «del Sacro Cingolo».
In preparazione alla festa
Da lunedì 2 a venerdì 6 settembre le celebrazioni si tengono nella Cappella del Sacro Cingolo: alle 17 recita del rosario e alle 17,30 è in programma la messa. Il 2 celebra il parroco canonico Luciano Pelagatti, il 3 monsignor Giovanni Bartolini, il 4 pellegrinaggio delle parrocchie del vicariato sud-ovest, il 5 settembre celebra padre Giulio Vannucci dei Ricostruttori nella Preghiera, il 6 pellegrinaggio del vicariato ovest. Sabato 7 settembre, vigilia della festa, la messa è alle ore 18 ed è celebrata da don Michele Di Stefano (ed è preceduta dalla recita del rosario alle ore 17,30).
L’esposizione della Sacra Cintola
La Sacra Cintola sarà esposta alla venerazione dei fedeli sabato 7 settembre dalle 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 18. L’8 settembre, Natività di Maria, sarà possibile rendere omaggio alla Sacra Cintola dalle 7,30 alle 12 e dalle 15 al termine dei vespri solenni. In queste occasioni sarà possibile entrare nella Cappella del Sacro Cingolo per vedere da vicino la reliquia mariana.
Il pontificale della Natività di Maria
Domenica 8 settembre, come da tradizione al mattino sono attesi due pellegrinaggi in onore della Vergine: alle 8, messa celebrata dalla parrocchia di San Lorenzo a Campi Bisenzio (diocesi di Firenze) e alle 9 messa celebrata dalle parrocchie di San Pietro e della Visitazione a Galciana. Queste comunità arriveranno in cattedrale dopo un pellegrinaggio compiuto a piedi, con partenza dalle rispettive parrocchie.
Alle 10,30 celebrazione del solenne pontificale della solennità presieduto da monsignor Giuseppe Mani e concelebrato dal vescovo Giovanni Nerbini e dal presbiterio diocesano. Presenti in forma ufficiale l’Amministrazione comunale, quella provinciale, le autorità cittadine e i rappresentanti dei Comuni presenti sul territorio diocesano. Al termine della messa, sul sagrato della cattedrale, offerta dei ceri per illuminare la Cappella del Sacro Cingolo, da parte del Comune di Prato. Tv Prato seguirà in diretta la celebrazione e la consegna dei ceri. Viene sospesa la messa delle ore 12.
Vespri solenni e Reposizione della reliquia
L’8 settembre, alle 17, recita del rosario e alle 17,30 canto dei vespri solenni guidati da monsignor Giuseppe Mani, con il Capitolo della cattedrale. Al termine Reposizione della Sacra Cintola nello scrigno posto sotto l’altare della Cappella. Alle 18 celebrazione della messa.
A sera Corteggio e Ostensione
Alle 20 inizierà l’edizione numero 57 del Corteggio storico, con la consueta partecipazione dei gruppi storici e la novità della sfilata, nei loro costumi tradizionali, dei rappresentanti di alcune delle comunità straniere che vivono in città. I figuranti attraverseranno le strade del centro storico fino ad arrivare in piazza Duomo per compiere le esibizioni davanti al pubblico e alle autorità e assistere alla solenne ostensione, in programma alle 22,45.
28 agosto 2024
Messa nella cattedrale di Prato nel secondo anniversario della morte del vescovo emerito mons. Gastone Simoni
Nel giorno del secondo anniversario della morte di monsignor Gastone Simoni, la Chiesa pratese ha celebrato questa mattina una messa in suffragio del vescovo emerito che ha guidato la Diocesi per vent’anni.
«La sua persona e il suo ministero rimangono impressi in tutti quegli che lo hanno conosciuto, non solo nelle sue parole, espresse attraverso appassionate e compendiose omelie e documenti, ma anche nei gesti paterni e trasformanti, di un uomo che con tutta umiltà ha cercato di servire la realtà bella che aveva abbracciato pienamente», ha detto il vicario generale della Diocesi di Prato monsignor Daniele Scaccini nell’omelia della messa, concelebrata dai canonici del capitolo della cattedrale.
«La sua indiscutibile intelligenza e cultura, custodita e alimentata nel tempo – ha aggiunto monsignor Scaccini – non si imponeva mai come barriera nelle relazioni, anzi diventava occasione per partecipare la bellezza e la ricchezza delle possibilità affidate da Dio all’uomo. Questo lo rendeva familiare e facilitava il confronto, sempre improntato al dialogo anche con coloro che non condividevano lo stesso credo». Infine il Vicario ha invitato a «raccogliere, custodire e trasmettere» il magistero che monsignor Simoni ha lasciato alla Diocesi di Prato.
Alla celebrazione erano presenti i rappresentanti del Collegamento Sociale Cristiano – Amici di Supplemento d’Anima, il luogo di incontro e confronto tra cattolici impegnati nel sociale e nella politica fondato da monsignor Simoni. Un gruppo che ancora oggi fa rete tra quanti hanno a cuore il raggiungimento del bene comune seppur con appartenenze diverse. Uno degli ultimi insegnanti del vescovo Gastone, Pastore che ha saputo tessere relazioni e diventare punto di riferimento autorevole e credibile.
La celebrazione è stata presieduta dal Vicario perché il vescovo Giovanni Nerbini in questi giorni si trova fuori sede.
26 agosto 2024
Distaccamento da una formella del pulpito della cattedrale di Prato, il vicario mons. Scaccini: «non ci sono problemi di stabilità, si è scollata una decorazione»
Questa notte una decorazione delle formelle che compongono la copertura superiore del pulpito della cattedrale di Prato si è parzialmente staccata. A notarla è stato un passante che ha prontamente richiesto l’intervento dei vigili del fuoco. Giunti in piazza Duomo con un autoscala, i pompieri hanno provveduto a recuperare la decorazione e a consegnarla al personale della Curia diocesana. L’area sotto il pulpito è stata temporaneamente transennata per motivi di sicurezza.
Il vicario generale monsignor Daniele Scaccini, insieme al presidente dell’Opera del Duomo Claudio Cerretelli e al restauratore Daniele Piacenti, ha effettuato un sopralluogo sul pulpito di Donatello per verificare la situazione. «Non abbiamo riscontrato problemi di stabilità della struttura, – afferma il Vicario –, a staccarsi, parzialmente, è stata la decorazione di una formella della copertura, una “mattonella” della grandezza di trenta centimetri per venti, che si è praticamente scollata. Probabilmente il calore e altri agenti atmosferici hanno provocato il restringimento dei perni di ferro e la perdita di aderenza della colla con la quale la decorazione era fissata. Procederemo con urgenza alla verifica di tutte le altre decorazioni e dell’intera copertura del pulpito, in modo da garantirne la piena sicurezza il giorno dell’ostensione della Sacra Cintola in programma l’8 settembre».
Del lavoro è stato incaricato il restauratore Daniele Piacenti, autore degli ultimi lavori di ripulitura e restauro del pulpito di Donatello, avvenuti nel 2015, anno della visita di papa Francesco a Prato. In quella occasione il cantiere interessò sia la parte marmorea, che la parte lignea, oltre alla copertura in piombo dell'ombrello. Nei prossimi giorni, mediante l’uso di un cestello, sarà verificata la solidità di tutte le decorazioni e riapplicata la porzione staccata.
L’area del sagrato della cattedrale non viene utilizzata durante i concerti del festival Settembre Prato è Spettacolo e dunque non ci saranno limitazioni allo svolgimento delle manifestazioni musicali in programma a partire da domani.
Il pulpito della cattedrale di Prato, realizzato da Donatello e Michelozzo tra il 1428 e il 1438 sulla facciata esterna della chiesa, fu creato per l’ostensione pubblica della Sacra Cintola di Maria, la reliquia simbolo della città. Il tradizionale rito si ripete cinque volte l’anno, la prossima occasione sarà quella dell’8 settembre, solennità della Natività di Maria, la festa più sentita e amata dai pratesi.
25 agosto 2024
Due anni fa la morte di monsignor Gastone Simoni, vescovo emerito di Prato. Il 28 agosto la messa in suffragio
Due anni senza monsignor Gastone Simoni. Il vescovo emerito di Prato morì all’età di 85 anni il 28 agosto 2022 a Fiesole, sua diocesi di origine, dove era tornato a vivere quando aveva terminato il suo mandato episcopale nella città laniera. La sua morte e i giorni difficili della malattia furono accompagnati dalla preghiera e dall’affetto di tantissimi pratesi.
La Chiesa di Prato lo ricorderà mercoledì 28 agosto con la celebrazione di una messa in suffragio alle 9,30 in cattedrale.
Monsignor Simoni è stato un Pastore molto amato e stimato, non soltanto dai credenti, perché era considerato un punto di riferimento autorevole e credibile. La sua capacità di leggere la realtà e i cambiamenti in atto nella società ha dato modo alla comunità, ecclesiale e civile, di camminare con coscienza e responsabilità nel tempo presente. Tra i meriti riconosciuti a monsignor Simoni c’è quello di aver saputo tessere relazioni e di aver intrapreso iniziative di inclusione e di carità nel segno del “bene comune”, il faro costante del suo episcopato a Prato, durato venti anni.
19 agosto 2024
Nel monastero di San Vincenzo si celebra il Triduo del Crocifisso miracoloso di Santa Caterina de' Ricci
Sarà padre Bernardo Gianni a presiedere la messa solenne nel giorno che ricorda l’abbraccio tra il Crocifisso miracoloso e Santa Caterina de’ Ricci. L’evento prodigioso avvenne il 24 agosto 1542, esattamente 482 anni fa, e da allora la comunità monastica di San Vincenzo Ferreri celebra un triduo di preghiera come richiesto alla Santa di Prato durante il miracolo.
Dom Bernardo, nativo di Prato, conosce molto bene il monastero di San Vincenzo per averlo frequentato da giovane studente. Per lui sarà la prima celebrazione nella basilica delle monache Domenicane da quando ha abbracciato la vocazione religiosa.
Il Triduo del Crocifisso. Come ogni anno, sono molto attesi i tre giorni dedicati al prodigio del Crocifisso di santa Caterina de’ Ricci. Il 24 agosto di quasi cinque secoli fa, «suor Caterina si sentì chiamare dal Crocifisso, il quale di rilievo, di grandezza circa un braccio e di legno stava sopra il proprio altarino. E rivoltandosi ella subito, lo vide essersi spiccato dalla croce e venirsene verso di lei, con i chiodi fitti nelle mani e ne i piedi…», scrive fra’ Serafino Razzi nel suo libro sulla santa. Come detto Caterina ricevette una richiesta: che le suore ricordassero quell’abbraccio portando il Crocifisso in processione per trevolte pregando per la conversione dei peccatori. E dunque: dal 22 al 24 agosto, alle 7,30 lodi e alle 8 la messa; alle 18,30 vespro con la comunità monastica. Le celebrazioni si tengono nel coro. Il 22 agosto presiede il vescovo di Prato Giovanni Nerbini, venerdì 23 agosto don Alberto Pintus e sabato 24 agosto padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte. Durante il triduo, dopo la celebrazione eucaristica del mattino, seguirà la processione del Crocifisso miracoloso.
Il rettore, don Paolo Baldanzi, la priora, suor Anna Lisa Koepke, e tutta la comunità monastica ringraziano chi parteciperà alle celebrazioni.
29 luglio 2024
Dopo cinque mesi le Esequie di San Girolamo, capolavoro di Filippo Lippi, sono tornate al Museo dell'Opera del Duomo di Prato
Sono tornate a casa, nel Museo dell’Opera del Duomo di Prato, le Esequie di San Girolamo dipinte da Filippo Filippi. La grande opera, una pala d’altare alta quasi tre metri, era in prestito a Forlì e per cinque mesi è stata una delle principali attrazioni della mostra dedicata ai Preraffaelliti. Questa mattina il dipinto è stato riconsegnato alla Diocesi di Prato e ricollocato nella sala del Rinascimento, che ospita opere del XV-XVI secolo.
«Siamo contenti di questo ritorno, ma soprattutto che abbia fatto bella mostra di sé a Forlì, dove ha testimoniato l’importanza dell’opera di Filippo Lippi per i maestri Preraffaelliti», dice Veronica Bartoletti, direttrice dei Musei Diocesani di Prato. Realizzata intorno al 1453, l’opera fu commissionata per il Duomo di Prato dall’anziano proposto Geminiano Inghirami. Il committente, vestito con un ricco abito rosso, è raffigurato in ginocchio, ai piedi di San Girolamo. Fu proprio Inghirami, in contatto con la scena artistica fiorentina, a portare a Prato Filippo Lippi, per lavorare alla cappella maggiore del Duomo.
«La sua collocazione originaria era nel transetto della cattedrale – spiega la direttrice Bartoletti – chi ancora oggi vi passa davanti può vedere il luogo da cui proviene il dipinto, perché ha una collocazione uguale alla forma della cornice. Le Esequie di San Girolamo è uno dei massimi capolavori dell’opera di Lippi, che accanto agli affreschi della cappella maggiore sono tra i tesori più importanti della nostra città».
Il Museo dell’Opera del Duomo di Prato è aperto da martedì a sabato, dalle 10 alle 17 e la domenica dalle 13 alle 17 (martedì riposo settimanale). L’ingresso è dal campanile della cattedrale. L’orario rimane invariato per tutta l’estate.
29 luglio 2024
Suicidio nel carcere di Prato, il vescovo Giovanni Nerbini: «fallimento di una democrazia che non riesce a dare concretezza alla Costistuzione»
«Provo un dolore immenso perché una vita si è spezzata a causa della disperazione. Noi però siamo chiamati ad andare oltre il dolore, dobbiamo constatare il fallimento di una democrazia che ha nella carta costituzionale dei principi bellissimi, che però non riescono a trovare una concretezza». È il commento del vescovo di Prato monsignor Giovanni Nerbini alla notizia del suicidio avvenuto sabato scorso nel carcere della Dogaia, quando un 27enne italiano si è tolto la vita nella sua cella. Si tratta del secondo caso dall’inizio dell’anno nel carcere di Prato.
«Questa situazione dovrebbe trovarci tutti coinvolti e impegnati – aggiunge monsignor Nerbini – è fondamentale offrire e strutturare servizi e percorsi che facciano sentire le persone accolte, sostenute e accompagnate verso un effettivo reinserimento».
27 luglio 2024
Il tentato furto più noto di Prato: nel 1312 il pistoiese Musciattino cercò di rubare la Sacra Cintola della Madonna, simbolo della città
Era la notte tra il 27 e il 28 luglio 1312 quando Giovanni di Ser Landetto da Pistoia, meglio conosciuto con il nome di Musciattino, tentò di rubare il Sacro Cingolo custodito all’interno del duomo di Prato, allora pieve di Santo Stefano. Come sappiamo quel furto non venne portato a termine e la preziosa reliquia mariana è rimasta nella mani dei pratesi lungo sette secoli, fino ai nostri giorni.
La festa posticipata. Proprio nella data del 28 luglio, ogni anno, la Chiesa di Prato festeggia la Madonna sotto il titolo proprio «Del Sacro Cingolo». Nel 2024 la ricorrenza cade di domenica, ma non essendo solennità, in cattedrale si celebra la messa festiva, propria del giorno. La festa della Madonna sarà ricordata il giorno successivo, lunedì 29 luglio, con due messe celebrate nella Cappella del Sacro Cingolo: alle 7,30 e alle 9,30, quest’ultima sarà in forma solenne. Presiede il parroco della cattedrale canonico Luciano Pelagatti, che al termine delle messe illustrerà ai presenti la storia della reliquia e i bellissimi affreschi di Agnolo Gaddi che impreziosiscono la cappella.
Torniamo alla leggendaria storia di Musciattino. Quella famosa notte, dopo aver messo le mani sulla Sacra Cintola, il ladro uscì da Prato, ma si perse perché divenne improvvisamente cieco e senza rendersene conto tornò al punto di partenza. Credendo di essere arrivato a Pistoia iniziò a gridare: «Aprite pistoiesi, ecco la cintola de’ pratesi». In realtà stava bussando alle porte della pieve di Santo Stefano. Così venne immediatamente acciuffato dai canonici del Capitolo. Per l’enormità del sacrilego delitto commesso, la sua fine fu tragica. A nulla valse la restituzione della Cintola, dopo un processo lampo, Musciattino «fu condannato ad essere strascinato – narra nel 1722 il Bianchini – alla coda di uno asino, ad essergli tagliate amendue le mani sulla piazza, avanti alla chiesa collegiata… ad essere finalmente condotto presso il fiume Bisenzio, ed al luogo ove allora si faceva giustizia, e quivi ad essere bruciato, e morto». Sullo stipite di una delle porte laterali del Duomo restava, ad estrema testimonianza, l’impronta della sua mano sacrilega tirata, dopo l’esecuzione, «or qua o là dal popolo per dispregio».
Il giorno dopo, il Consiglio generale del Comune deliberò di creare un’apposita cappella nella quale la reliquia fosse più sicuramente e più onoratamente custodita.
La storia di Musciattino è rimasta nell’immaginario dei pratesi, anche se la festa del 28 luglio non è tra le più conosciute e partecipate dai fedeli. La città infatti si stringe attorno alla Sacra Cintola e a Maria, durante le cinque date canoniche previste per l’ostensione della reliquia. Tra queste, la più amata è quella dell’8 settembre, per la cosiddetta Madonna della Fiera.
La prossima ostensione sarà quella dell’Assunta, o di Santa Maria, una festa legata al culto della Cintola, perché fu proprio durante la sua assunzione in cielo che la Madonna consegnò la propria cintura all’apostolo Tommaso. Poi la storia è tutta pratese.
13 luglio 2024
In parrocchia la scuola serale di italiano per i cinesi di Prato
Una scuola serale di italiano per cinesi, in particolare per i lavoratori, per coloro che sono fuori casa tutto il giorno e hanno poco tempo per dedicarsi ad altri impegni. A promuoverla è la parrocchia del Sacro Cuore di Prato, retta dallo scorso ottobre dai padri Verbiti, religiosi con esperienze missionarie a Taiwan e in Cina. Il parroco padre Attilio Rossi conosce molto bene il cinese, mentre il vice parroco padre Giacomo Li è nato in Cina: da loro è nata l’idea di proporre questa opportunità di integrazione rivolta alla comunità orientale di Prato.
«Da quando siamo arrivati al Sacro Cuore abbiamo cercato di entrare in contatto con le famiglie cinesi presenti nel territorio parrocchiale, ma è davvero difficile, nonostante abitino qui da tempo c’è ancora molta diffidenza, soprattutto nei confronti della religione», spiega padre Attilio, che ha avuto modo di suonare molti campanelli durante le benedizioni pasquali. «Quella che intendiamo offrire è una opportunità che consideriamo molto utile: quella di imparare un po’ di italiano, conoscere qualche frase per riuscire a comunicare con alcune frasi base – dice ancora il religioso –; l’idea è di proporre una scuola serale, molto flessibile, siamo aperti tutte le sere e ci si può presentare liberamente».
I corsi iniziano lunedì 22 luglio e si tengono ogni giorno, tranne la domenica, dalle 21 alle 22,30. La sede è a Comunità Viva in via Fiorello Bini, 44, il costo è di 3 euro a incontro, con la possibilità di sottoscrivere abbonamenti.
Per farsi conoscere all’interno della comunità cinese, padre Attilio ha iniziato a diffondere l’iniziativa tramite WeChat, il sistema di messaggistica più diffuso in Cina e tra i cinesi in tutto il mondo. Per informazioni sul corso consultare la pagina Facebook della parrocchia.
9 luglio 2024
L'arte in guerra e i salvataggi eccezionali. Giovedì 11 luglio conferenza al Museo dell'Opera del Duomo di Prato
Il rocambolesco viaggio della salvezza del polittico di Piero della Francesca, sotto le bombe su un camion attraverso la Toscana, i ricoveri di fortuna della primavera del Botticelli e il disperato lavoro di ricerca di Leonetto Tintori, che per giorni raccolse e mise al sicuro i mille frammenti della Tabernacolo di Mercatale di Filippo Lippi sbriciolato dal bombardamento che colpì Prato il 7 marzo 1944. È una lunga storia di speranza e di salvezza quella che giovedì 11 luglio alle 21, Alessia Cecconi (direttrice della Fondazione CDSE), racconterà nel corso della conferenza «Botticelli e Piero della Francesca in guerra. Alcuni casi di salvataggi eccezionali durante il secondo conflitto mondiale», evento inserito nei giovedì di luglio del Museo dell’Opera del Duomo. La conferenza è a ingresso gratuito con accesso da via Santo Stefano.
Le aperture serali straordinarie del Museo, con delle attività e proposte per tutti i giovedì di luglio, costituiscono infatti un modo per poter visitare i capolavori in un orario insolito. Nel Museo prosegue fino al 28 luglio anche la mostra «Arte Ferita, Arte Salvata. Chiese e patrimonio artistico a 80 anni dal bombardamento di Prato» curata dai Musei Diocesani di Prato e dalla Fondazione CDSE e aperta anch’essa tutti i giovedì di luglio dalle 21 fino a mezzanotte. L’ingresso del Museo dell’Opera del Duomo di Prato è dal campanile della cattedrale.
4 luglio 2024
Estra dona un contributo di 10mila euro per la campagna «bolletta sospesa», promossa dalla Diocesi di Prato per aiutare le famiglie in difficoltà
Estra tende la mano all’Associazione Insieme per la Famiglia e dona 10mila euro per la campagna «Bolletta sospesa». Lanciata a dicembre 2022, l’iniziativa è promossa dalla Diocesi di Prato ed è pensata per aiutare tutti coloro che si trovano in difficoltà a far fronte alle spese per le utenze domestiche, che in quel periodo erano aumentate in modo considerevole. Nel primo semestre 2024 Insieme per la Famiglia, l’ente diocesano che gestisce il fondo solidale, ha già erogato oltre 70mila euro accogliendo 173 richieste di aiuto, corrispondenti ad altrettanti nuclei familiari. Nel 2023, primo anno a regime del progetto, i contributi versati per il pagamento delle bollette sono stati circa 180mila euro.
«Su richiesta di un aiuto da parte dell’Associazione Insieme per la Famiglia ci siamo detti immediatamente disponibili a dare un sostegno al pagamento delle bollette in sospeso – dice Nicola Ciolini, amministratore delegato di Estra – è uno dei primi interventi che facciamo per dare un contributo a questa campagna e certamente proseguiremo la collaborazione, così come facciamo per altre iniziative promosse da associazioni che si impegnano per scopi benefici. Per l’azienda è importante aiutare il territorio a superare le difficoltà che deve affrontare».
La campagna «bolletta sospesa» nasce all’interno del fondo del Buon Samaritano, lanciato durante il difficile periodo della pandemia per sostenere chi aveva perso il lavoro a causa del Covid. Quel progetto solidale è proseguito e oggi è dedicato, in particolare, a dare una boccata di ossigeno a tutte quelle famiglie, in particolare quelle monoreddito, appartenenti alla cosiddetta «fascia grigia», che non riescono ad arrivare alla fine del mese a causa del forte aumento dei prezzi. «Continuiamo ad avere moltissime richieste – spiega Idalia Venco, presidente dell’Associazione Insieme per la Famiglia – e non solo per il pagamento delle bollette, anche per le rate di mutuo, gli affitti e le spese sanitarie, che pesano molto nell’economia di una famiglia, con figli piccoli, nella quale lavora una sola persona. Il nostro aiuto non è soltanto di tipo economico, cerchiamo di accompagnare chi si trova in una situazione di difficoltà, spesso temporanea, a uscirne».
Chi si rivolge agli sportelli di Insieme per la Famiglia, la cui sede è in via Giovanni Di Gherardo, 16, sono italiani e stranieri, non soltanto persone giovani con figli minori, ma anche anziani soli e senza una rete parentale di riferimento. Da gennaio 2020 a dicembre 2022 il fondo del Buon Samaritano ha accolto 244 domande e erogato oltre 272mila euro. «Noi non diamo il contributo direttamente a chi ce lo chiede, ma ci sostituiamo nel pagamento delle utenze o delle altre spese che ci vengono richieste», precisa Idalia Venco. L’associazione è gestita da sette volontari che si occupano dell’ascolto e dell’analisi della situazione economica delle persone richiedenti.
Il fondo del Buon Samaritano è alimentato grazie alla generosità dei pratesi. Chi vuole può dare un contributo facendo un versamento all’iban IT81Y0503421565000000001079 c/o Banco Bpm. Quanto donato è detraibile a fini fiscali. Per informazioni rivolgersi a Insieme per la Famiglia, scrivendo una email a
segreteria@insiemeperlafamiglia.it oppure chiamando il numero 350-1110527 da lunedì a venerdì (escluso il mercoledì) dalle 10 alle 12.
3 luglio 2024
540 anni fa il prodigio nelle antiche carceri di Prato: il 6 luglio 1484 l'immagine della Vergine si animò di fronte al piccolo Jacopino
Il 6 luglio è una data importante nella secolare storia che lega la città di Prato a Maria. Quel giorno di 540 anni fa, era il 1484, l’immagine della Madonna col Bambino, affrescata sulla parete esterna delle antiche carceri, dette «stinche», si animò, e staccandosi dal muro dove era effigiata, scese a terra e si pose in adorazione di Gesù. Il primo testimone del prodigio fu un bambino di otto anni, Jacopino Belcari, futuro sacerdote e rettore di quella che sarà la chiesa di Santa Maria delle Carceri.
Anche quest’anno la ricorrenza viene festeggiata in modo solenne dalla comunità retta da monsignor Carlo Stancari con una serie di iniziative che ricordano quei prodigi. Tra questi ci fu anche la discesa dell’immagine di Maria nel carcere sottostante, circondata dai santi, che si mise in preghiera chiedendo perdono per i peccati del popolo, e poi tornò nel posto dove era dipinta. Quelle manifestazioni vennero chiamate dal popolo della Madonna «del carcere», o «della Misericordia».
La tradizione racconta anche del sudore di sangue e delle lacrime che solcarono il volto di Maria, asciugate da un soldato con le nappe del fodero della spada. Questi oggetti, divenuti reliquie, sono ancora oggi conservati nella Basilica delle Carceri, all’interno di un prezioso reliquiario argenteo, che verrà mostrato in occasione della festa.
Ecco il programma delle celebrazioni. Sabato 6 luglio, festa della Madonna delle Carceri, Madre di Misericordia, alle 19 messa solenne presieduta da monsignor Justin Madathiparambil, vescovo ausiliare di Vijayapuram in India, che in passato, per alcuni anni, ha prestato servizio in parrocchia. La celebrazione è preceduta alle 18 dalla recita del rosario e alle 18,30 dal canto dei vespri solenni. Lo stesso giorno, alle 12, Angelus e atto di affidamento a Maria. In preparazione alla festa si tiene la tradizionale novena fino a venerdì 5 luglio, con messa alle 11, celebrata in cripta, dove la Beata Vergine scese in segno di intercessione verso i sofferenti e i peccatori. Il 5 luglio, vigilia della festa, alle 16 saranno esposte alla venerazione dei fedeli le nappe che asciugarono le lacrime della Madonna. Ogni giorno alle 17,30 rosario, alle 18 vespri primi e alle 18,30 messa.
Durante il periodo di festa sarà possibile ottenere l’indulgenza plenaria e visitare l’antico carcere, una occasione per scoprire un luogo suggestivo dal punto di vista spirituale e storico.
1 luglio 2024
Fulvio Barni nominato dal vescovo Nerbini nuovo direttore dell'Ufficio di pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Prato
Il vescovo Giovanni Nerbini ha nominato Fulvio Barni nuovo direttore dell’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Prato. Ventiquattro anni, laureato in Scienze politiche, sta conseguendo la laurea magistrale in Politica, istituzioni e mercato all’Università di Firenze ed è tra i più giovani in Italia a ricoprire questo incarico. Barni è della parrocchia di San Paolo, dove segue il gruppo giovanile, e da tempo è impegnato nei temi del sociale con il Progetto Policoro, del quale è stato animatore dal 2020 al 2023.
Insieme alla nomina del direttore è stata rinnovata l’equipe diocesana, adesso composta da: Lorenzo Vacirca, Gabriele Agati, Benedetto Mucci, Sara Paulli, Francesco Spinelli, Maria Laura Cheli e Ester Macrì.
Fulvio Barni sostituisce nell’incarico Michele Del Campo, nominato alla guida dell’Ufficio dal vescovo Agostinelli e poi confermato dal vescovo Nerbini. «Ringrazio a nome mio e della diocesi Michele per aver guidato l’Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro con grande passione e non comune competenza – afferma monsignor Nerbini –, ha dimostrato di saper stare al passo con le novità e le problematiche del tempo, interagendo e dialogando con le istituzioni per favorire e proporre soluzioni alle questioni sociali del nostro territorio».
Il primo impegno per Fulvio Barni come nuovo direttore è quello di partecipare alle imminenti Settimane sociali dei cattolici italiani, in programma dal 3 al 7 luglio a Trieste. Oltre a lui, della delegazione pratese fanno parte Sara Paulli del Progetto Policoro e Viviana Manasci della Caritas. Sarà presente il vescovo Giovanni in qualità di delegato per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace, la custodia del creato della Conferenza episcopale toscana.