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Diocesi di Firenze
Il messaggio dell'Arcivescovo Gambelli durante la commemorazione delle vittime del crollo del cantiere di via Mariti a Firenze
La messa, nella chiesa dell'Ascensione di N.S. Gesù Cristo, è stata presieduta dal Vicario generale della diocesi, mons. Giancarlo Corti
Di seguito il messaggio dell'Arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli, che è stato letto domenica 16 febbraio prima della celebrazione in suffragio delle vittime del crollo nel cantiere di via Mariti a Firenze avvenuto un anno fa:




Messa suffragio vittime via Mariti

Chiesa dell'Ascensione di N.S. Gesù Cristo
16 febbraio 2025



Carissimi,
siamo uniti in questa celebrazione ad un anno dall'incidente avvenuto nel cantiere di via Mariti, a poca distanza da questa parrocchia, dove hanno perso la vita cinque nostri fratelli Mohammed, Luigi, Taoufik, Mohamed e Bouzekri.
Il tempo non ha cancellato la memoria di quanto tristemente e ingiustamente accaduto e il nostro cuore è sempre addolorato per queste persone che non ci sono più, per i loro familiari e per i loro cari che soffrono la loro assenza, per la mancanza del loro affetto.
Li ricordiamo tutti oggi nella nostra preghiera e chiediamo aiuto al Signore per alzare gli occhi dopo questa tragedia e aprirci ad un orizzonte di speranza.
La speranza per noi cristiani è fondata su Gesù che ha vinto la morte per sempre, la fede ci conforta nel fatto che questi nostri fratelli non sono scomparsi nel nulla, ma sono nelle mani buone di Dio che ha sofferto, ci è vicino, piange con noi e non ci abbandona mai, soprattutto nei momenti più difficili.
La speranza risiede poi nella nostra umanità, nel voler costruire un mondo più giusto dove il lavoro, elemento importante per la dignità della persona, per il sostentamento della famiglia, ma anche per una piena cittadinanza e inclusione sociale, sia assicurato e sicuro.
Invece purtroppo si continua a morire lavorando ed è inaccettabile perché la vita è un bene assoluto. Le vittime che ogni volta piangiamo sono un peso insopportabile per la coscienza di tutti, mentre la sicurezza deve rappresentare un dovere a cui corrisponde un diritto inalienabile della persona. Si deve perciò operare ancora di più per diffondere una giusta cultura della sicurezza tramite lo sforzo di tutti: istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori.
Insieme alla preghiera, in attesa che la giustizia terrena faccia il suo corso, e che comunque non potrà mai restituire all'affetto dei loro familiari queste persone, oggi il modo migliore per ricordare Mohammed, Luigi, Taoufik, Mohamed e Bouzekri, e tutte le vittime degli incidenti sul lavoro, è quello di un maggiore impegno e un’assunzione di responsabilità collettiva perché a ogni livello, nella legislazione, nell’organizzazione del lavoro, nell’accuratezza dei controlli sia garantita la sicurezza, e la vita delle persone sia sempre rispettata sopra ogni altro interesse.
Mi unisco a voi nella preghiera e con il pensiero per commemorare questi nostri fratelli defunti per essere vicino alle famiglie e chiedere per loro consolazione.


Gherardo Gambelli
Arcivescovo di Firenze

17/02/2025 10.59
Diocesi di Firenze


 
 


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