Il Teatro comunale Niccolini continua a sfogliare le migliori pagine della prosa italiana nell’ambito del ventottesimo cartellone, promosso e realizzato dal Comune e Fondazione Toscana Spettacolo. La celebre compagnia Arca Azzurra, di casa al Niccolini, residente da molti anni nello stabile sancascianese, non poteva mancare all’appello di una stagione sempre più ricca di commistione di generi, linguaggi, espressioni artistiche, aperta al dialogo tra tradizione e innovazione, classici e testi contemporanei.
La proposta che andrà in scena giovedì 20 febbraio alle ore 21 (replica fuori abbonamento) affida al grande attore e scrittore Giuseppe Cederna il compito di interpretare, nel ruolo di Iago, lo spettacolo “Otello”, produzione della compagnia chiantigiana, insieme alle attrici e agli attori Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Lucia Socci, Lorenzo Carmagnini, Riccardo Naldini, Elisa Proietti. La traduzione e l’adattamento sono curati da Francesco Niccolini, la regia è opera di Emanuele Gamba.
In questa riscrittura dell’Otello, ispirata al cortometraggio di Pasolini
Che cosa sono le nuvole, il protagonista si muove in un universo teatrale decadente, in cui un “monnezzaro”, novello Iago, orchestra la tragedia con toni grotteschi e surreali. Il mondo della scena si svela feroce e comico, popolato da personaggi ridicoli e corrotti, incapaci di resistere alle tentazioni della gelosia e del tradimento.
Approfondimento
In Amleto, nel 1602, il Principe di Danimarca assolda una compagnia di attori per ordire la sua personalissima vendetta; con le battute giuste, poche lacrime e qualche pantomima, Amleto mette in scena la storia di un re ucciso dal fratello, assassino che si sposerà la cognata con buona pace di una corte cieca, muta e sorda. Amleto quindi mette in scena la propria “trappola per topi” (e come topo apostroferà l’infido Polonio prima d’infilzarlo) e lo fa ispirandosi ad una storia vera e vicina, alla propria, una storia tragica e dolorosa che mai potrà trovare pacificazione alcuna. E in questo caso, il Teatro vive e vibra della sua capacità – per dirla all’antica - di toccare e scuotere le coscienze, in primis quelle dei diretti colpevoli. Due anni dopo, nel 1604, nella tragedia di Otello, Jago, straordinario demiurgo della scena, non si accontenta di uno spettacolino da incastrare fra due dialoghi, ma spinge la sfida creativa oltre la mimesi e compie il miracolo, rendendo reale ciò che reale non è. Gigante umanista, Jago conosce l’uomo meglio di tutti, è regista capace di profondissima maieutica e maneggia gli strumenti magici del Teatro con la maestria di un altro Prospero.
In questo caso, il Teatro è teatro dei pupi - forse la nostra versione più vera? - ma purtroppo o per fortuna i fili sono recisi, non corrono più verso l’alto e il cielo come quello di Euripide è muto e vuoto, forse abbandonato per sempre. In assenza di una qualche divinità creatrice – e riparatrice - ci si arrangia da soli con un guardiano portiere, incatenato ad un teatro, teatrino, teatrone che ad ogni bussata, accoglie una compagnia ed una storia nuova, una fabula da recitare, illuminare e cantare. Circondato da luci su piantane, due appendiabiti, una cassa d’attrezzeria, qualche sedie e pochi abiti, Jago - per amore di Desdemona o per amore del Teatro chissà - allestisce un labirinto, quello della mente del Moro in cui finte parole accendono passioni vere che portano dritte ad epiloghi di morte; e ancora una volta vince la parola, il verbo, il logos che squarcia il cielo come tuoni, fulmini e saette che traversano la scena inseguendosi vorticosi nel vento, perché si sa “…la calunnia è un venticello”. E se lo cantava Rossini, ci dobbiamo credere.
Info e prevendita
Teatro Niccolini, ufficio segreteria - piazza della Repubblica, 12
lunedì, martedì e venerdì ore 9-13, giovedì ore 9-13 e 15-19
tel. 055 8256388 -
segreteria@teatroniccolini.it
BoxOfficeToscana e Ticketone - apertura sala e biglietteria un’ora prima dello spettacolo.