Diocesi di Prato
Il vescovo Giovanni Nerbini e 168 giovani parteciperanno al funerale di Papa Francesco
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23 aprile 2025. Il vescovo Giovanni Nerbini e 168 giovani della Diocesi di Prato parteciperanno al funerale di Papa Francesco
Il vescovo Giovanni Nerbini insieme a 168 ragazzi e ragazze della diocesi di Prato saranno presenti al funerale di Papa Francesco. Dal 25 al 27 aprile il gruppo dei pratesi è a Roma per partecipare al Giubileo degli adolescenti e così è nato spontaneo il desiderio di prendere parte alla grande celebrazione in San Pietro. «Francesco amava i suoi giovani, gli stimava e pur nella sofferenza e nel dolore della malattia non si è mai risparmiato a stare con noi – dice suor Deborah Tesi, responsabile della Pastorale giovanile diocesana –, siamo pronti a dare la nostra testimonianza e a vivere questa esperienza che ricorderemo per tutta la vita».
I ragazzi e le ragazze di Prato, appartenenti a diverse parrocchie, partiranno per Roma la mattina di venerdì 25 aprile con tre pullman. Il gruppo è guidato dal vescovo Nerbini e sarà accompagnato da quattro sacerdoti (don Michele Di Stefano, don Andrea Guglielmi, don Silvano Pagliarin e padre Damiano Grecu) e da quattro religiose (suor Deborah, suor Emma e suor Alexandra delle Domenicane di Iolo e la Carmelitana suor Paola). I giovani partecipanti hanno dai 12 ai 17 anni, con loro anche gli animatori dei vari gruppi parrocchiali, in gran parte ventenni. Presente una delegazione di Azione Cattolica. A tutti è stato consegnato, in occasione della Gmg diocesana dello scorso 13 aprile, il kit del pellegrino, contenente una maglietta bianca con il logo della Pastorale giovanile diocesana di Prato e un poncho di colore giallo.
«L’invito che abbiamo fatto ai nostri giovani è quello di essere portatori di speranza, è il tema del Giubileo ed è il modo giusto per testimoniare la nostra fede. Molti di noi erano presenti alla Gmg di Lisbona e non abbiamo dimenticato le parole di papa Francesco: “non abbiate paura, sognate, camminate con fede e speranza perché Dio vi ama”. Andremo a Roma con questo spirito», conclude suor Deborah.
21 aprile 2025. La Chiesa di Prato in preghiera per Papa Francesco, in tanti alla celebrazione in cattedrale presieduta dal vescovo Nerbini
La Chiesa di Prato si è riunita in preghiera in cattedrale per ricordare Papa Francesco. In tanti hanno risposto all’invito del vescovo Giovanni Nerbini e hanno partecipato questo pomeriggio alla recita del rosario e alla celebrazione della messa per il Santo Padre, morto questa mattina all’età di 88 anni. Presenti anche una quindicina di sacerdoti, mentre altri hanno pregato per Francesco nelle proprie parrocchie.
Alla celebrazione erano presenti una delegazione di Azione Cattolica, una rappresentanza della Pastorale giovanile diocesana e della Misericordia, ed erano numerosi i membri delle associazioni e dei gruppi ecclesiali. Tutti insieme per ringraziare Dio del pontificato di Papa Francesco e accompagnarlo nella preghiera.
«Sebbene un velo di tristezza avvolge il nostro animo per la morte di Papa Francesco – ha detto monsignor Nerbini introducendo la preghiera – dal mondo intero si alza un ringraziamento a Dio Padre per il dono di questo successore di Pietro, che ci ha aiutato a riscoprire il volto di una Chiesa impegnata ad annunciare il Vangelo della gioia e della misericordia, in cammino lungo le strade del mondo e in ascolto del grido dell'umanità, in questo momento di preghiera affidiamo il nostro Papa alle cure premurose di Maria».
Nell’omelia monsignor Nerbini ha tratteggiato la figura di Francesco: «Quante volte ci ha invitato a uscire fuori, ad annunciare la Buona Novella? Questa è la bellezza della Chiesa, delle guide che il Signore ci ha donato, perché sia ogni giorno vivo, fresco, attuale questo messaggio che non passerà mai di moda: la presenza di Cristo in mezzo a noi». Il Vescovo ha ricordato come Francesco sia stato messo in discussione da qualcuno e le tante accuse che gli sono state rivolte durante il suo pontificato, «facciamo attenzione – ha osservato mons. Nerbini –, noi amiamo la Chiesa e Pietro, che si chiami Francesco, Benedetto o Giovanni Paolo, noi amiamo la Chiesa e i successori di Pietro. Ho chiesto a tutti voi di pregare perché lo Spirito Santo mostri e indichi al mondo il successore di Pietro, forse noi potremmo non essere d’accordo con questa scelta, ma non ci dobbiamo dimenticare che la Chiesa non è soggetta a mode o simpatie, altrimenti screditiamo il suo ruolo».
Infine un ricordo di Francesco: «Con i suoi segni e i suoi gesti sapeva conquistare, sapeva trasmettere prima ancora di parlare, che il Signore ci aiuti a costruire una umanità, una spiritualità capace di comunicare, perché il Vangelo passa anche da questo. Un vescovo diceva: se possibile siate anche simpatici, perché anche la simpatia parla di Dio. Io credo sia vero. Papa Francesco lo ha fatto».
Il vescovo Nerbini ha chiesto ai sacerdoti e alle comunità parrocchiali di continuare a pregare nelle messe feriali e nella festiva di domenica prossima per papa Francesco, «e si preghi nella preghiera dei fedeli lo Spirito Santo, perché dia alla Chiesa il nuovo pastore universale».
18 aprile 2025. La Via Crucis intorno all'ospedale di Prato. Il vescovo Nerbini annuncia la dedicazione della cappella ospedaliera a Carlo Acutis
«Carlo Acutis è un santo dei nostri giorni, nella sua vita ha sperimentato il dolore in maniera piena, assoluta, gli chiediamo di essere il mediatore per i nostri malati, affinché ciascuno, nel proprio letto, possa trovare consolazione, speranza». Lo ha detto il vescovo di Prato Giovanni Nerbini annunciando che la cappella dell’ospedale Santo Stefano sarà dedicata al Beato Carlo Acutis, prossimo alla canonizzazione. La prima domenica dopo Pasqua infatti, durante il Giubileo degli Adolescenti, Papa Francesco lo proclamerà santo. L’annuncio è avvenuto questo pomeriggio, prima della Via Crucis del venerdì santo, celebrata intorno alla struttura ospedaliera e partecipata dal personale e dalle associazioni di volontariato che prestano servizio in ospedale e in ambito sanitario.
«Un Santo nuovo per un ospedale nuovo – spiega Stefania Cecchi, direttrice di Pastorale sanitaria della Diocesi di Prato – Carlo è morto a 15 anni per una leucemia fulminante, durante il suo ricovero gli infermieri e i medici rimasero stupiti per il modo in cui affrontava la malattia e la sofferenza. La sua è stata una bellissima testimonianza, mentre era in ospedale pensava alla fatica degli infermieri e degli operatori sanitari che lo avevano in cura. Questi fatti sono riferiti dalla mamma Antonia. Ci è sembrato il Santo più adatto al quale dedicare la cappella ospedaliera», conclude Stefania Cecchi.
Nella piccola chiesa dell’ospedale è stato posto dietro l’altare un quadro raffigurante Carlo Acutis, fornito dal giornalista pratese Nicola Gori, postulatore della causa di beatificazione. Questo spiega anche lo speciale legame tra il futuro santo e Prato, dove da tempo c’è una speciale venerazione per questo ragazzo morto nel 2006 e amato in tutto il mondo. Il vescovo Nerbini ha benedetto l’immagine di Acutis alla presenza della direttrice del presidio ospedaliero Maria Teresa Mechi, del vice direttore Dante Mondanelli e di Monica Chiti, responsabile della direzione infermieristica del Santo Stefano.
Con l’annuncio di questa dedicazione è iniziata la Via Crucis in ospedale presieduta dal vescovo Nerbini e concelebrata dai cappellani padre Giacomo Mucia e don Carmelo Fusco. La pioggia annunciata nel giorno di oggi ha concesso una tregua e la croce è stata portata come da programma intorno alla struttura del Santo Stefano. Le riflessioni offerte nelle sette stazioni previste, che hanno ripercorso il cammino di Cristo verso la morte, erano dedicate al Giubileo e al tema della speranza.
È dall’anno del Covid, durante le pesanti restrizioni imposte dalla pandemia, che la Diocesi di Prato ha scelto di celebrare il rito della Via Crucis, il giorno del venerdì santo, all’ospedale Santo Stefano, come segno di vicinanza nei confronti di coloro che stanno soffrendo a causa di una malattia.
La proposta fu del vescovo Giovanni e dell’allora cappellano ospedaliero don Carlo Bergamaschi, «se è vero che la croce è segno di morte – disse monsignor Nerbini – è vero anche che essa preclude sempre al giorno di Pasqua, alla risurrezione, vuol dire segnare con la speranza questo momento di dolore per tante persone e le loro famiglie».
La Pastorale sanitaria di Prato assicura una presenza settimanale nei reparti dell’ospedale. Due volontari, in accordo con l’Asl, si recano in visita ai degenti per portare loro una parola di conforto e fornire una assistenza di tipo spirituale. Un servizio offerto alle persone interessate e promosso in collaborazione con i cappellani, il cui compito è quello di portare la Comunione ai malati ed essere a disposizione per i sacramenti. La cappella dell’ospedale, presto cappella San Carlo Acutis, è sempre aperta. Ogni giorno viene celebrata la messa alle ore 6,30; nei festivi e prefestivi anche alle ore 16,30. Domani, sabato santo, si celebra la veglia pasquale alle ore 17,30. In occasione dell’Anno Santo, il primo giovedì del mese si tiene l’Adorazione eucaristica dalle 15,30 alle 16 per ottenere l’indulgenza giubilare.
17 aprile 2025. Celebrata a Prato la solenne messa crismale, il vescovo Nerbini ai sacerdoti: «fate assaporare il Vangelo buono del Signore»
Con la solenne messa crismale è iniziato il Triduo pasquale. Questa mattina nella cattedrale di Santo Stefano il vescovo Giovanni Nerbini ha presieduto la celebrazione nella quale si fa memoria dell’istituzione del sacramento dell’ordine e il clero diocesano ha rinnovato le proprie promesse sacerdotali. Ai preti pratesi, al loro ministero, è andato il pensiero di monsignor Nerbini nell’omelia. «Non ci compete vedere se gli uomini e le donne sono migliori o peggiori, se ascoltano o ignorano le nostre parole e i nostri richiami, se camminano o meno sulla strada dei comandamenti – ha osservato il Vescovo – ma che tutti possano assaporare il Vangelo buono del Signore e sentire nel cuore il desiderio di fare un passo avanti nella sua direzione». Monsignor Nerbini ha fatto riferimento al Giubileo che stiamo vivendo e alla grande risposta arrivata dai fedeli, «che ci ha sorpreso positivamente per la partecipazione numerosa e fattiva, che ha un riscontro quotidiano nelle tante persone che nelle chiese giubilari si accostano al sacramento della riconciliazione e si mettono in cammino, spinti dal bisogno interiore di riscoprire, di riavvicinarsi a Cristo». Il Vescovo ha chiesto ai sacerdoti di «intercettare il gemito che sale dall’uomo segnato dal peccato, dalla malattia, dallo smarrimento».
Nell’occasione sono stati ricordati alcuni particolari anniversari di sacerdozio. Quest’anno saranno cinquant’anni di messa per monsignor Basilio Petrà, padre Tonino Della Vecchia dei padri Sacramentini e del missionario in Ecuador don Bruno Strazieri. Festeggia venticinque anni di sacerdozio padre Guidalberto Bormolini di Ricostruttori nella Preghiera al Borgo. Un pensiero è andato a don Giovanni Finocchi, per oltre trent’anni missionario pratese in Ecuador, scomparso il 24 febbraio. Monsignor Nerbini ha portato ai presenti il saluto del vescovo emerito Franco Agostinelli.
Durante la messa crismale il vescovo Nerbini ha consacrato gli oli santi che saranno utilizzati per il conferimento dei sacramenti nelle parrocchie pratesi durante il corso dell’anno. Si tratta del crisma (usato nel battesimo, nella cresima e nel sacramento dell’ordine), dell’olio dei catecumeni e dell’olio degli infermi. Anche quest’anno, come avviene ormai da molto tempo, l’olio usato per il crisma, una essenza di bergamotto, è stato donato dall’Antica Farmacia Guasti.
Domani, venerdì santo, si rinnova il rito della Via Crucis all’ospedale Santo Stefano, con la processione guidata dal vescovo Giovanni Nerbini che girerà intorno al complesso con inizio alle 15,30. Nell’occasione sarà ufficializzata la dedicazione della cappella ospedaliera al Beato Carlo Acutis, che sarà proclamato Santo da papa Francesco il prossimo 27 aprile durante il Giubileo degli adolescenti.
9 aprile 2025. La via crucis dei giovani al Polo scolastico
Partirà dal polo scolastico di via di Reggiana la Via Crucis dei giovani della Diocesi di Prato. L’appuntamento è per venerdì 11 aprile alle 21,15 e vedrà la partecipazione di don Gianni Castorani, responsabile delle Sentinelle del Mattino di Pasqua di Firenze. Sarà presente il vescovo Giovanni Nerbini.
La Pastorale giovanile diocesana, nell’organizzare questo tradizionale momento in preparazione alla Pasqua, ha voluto portare i ragazzi e le ragazze in uno dei loro luoghi abituali, davanti alle scuole superiori, per vivere questi spazi di incontro e di vita quotidiana, in modo diverso. Ad accompagnarli nel cammino dietro alla croce, saranno le storie di giovani testimoni, morti dal 2000 in poi, che hanno messo a disposizione la loro vita per il Signore. La proposta viene proprio da don Gianni che ha scelto queste belle figure di ragazzi e ragazze, sorprendenti e poco conosciute.
Domenica 13 aprile, invece, Domenica delle Palme, alla parrocchia dell’Ascensione ci sarà la Gmg diocesana, pensata quest’anno come Festa per gli adolescenti che parteciperanno al Giubileo in San Pietro dal 25 al 27 aprile. Sarà un pomeriggio per stare insieme, per conoscersi e consegnare il kit del pellegrino, ma non mancherà la merenda. Insieme al vescovo Nerbini, i ragazzi e le ragazze pratesi che parteciperanno al Giubileo degli adolescenti saranno 168.
24/04/2025 15.52
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