Regione Toscana
Libri: storie di resistenza e liberazione nel Valdarno
Presentata, a palazzo del Pegaso, l’antologia “Siamo liberi?”, scritta in occasione degli 80 anni della Liberazione
Una profonda presentazione della cantautrice Letizia Fuochi; lo storico Giorgio Sacchetti racconta i lasciti dell’antifascismo; lo scrittore Stefano Beccastrini racconta la storia di due giovani eroi; il musicista Arlo Bigazzi fra ricordi familiari e storie partigiane; lo scrittore Giuseppe Giachi affronta una vicenda dalla parte di chi aderì alla RSI; il giornalista Enzo Brogi immagina un commovente incontro; il filosofo Marco Noferi racconta la storia di un partigiano; il musicista Giampiero Bigazzi presenta un mosaico di testimonianze; la poesia di Giorgio Torricelli sulla strage di San Pancrazio; "l'ascolto” per immagini dell’artista Sergio Traquandi; gli avvenimenti dell’estate del ’44 raccontati dalla giornalista Martina Giardi; il fiore del partigiano della fotografa Silvia Maglione. Si compone di queste storie il libro “Siamo liberi? Resistenza e Liberazione nella valle dell’Arno racconti e memorie generazionali” (Mompracen Edizioni) che è stato presentato oggi pomeriggio nella sala Gonfalone di palazzo del Pegaso.
“Sono felice di presentare questo libro, che è una delle tante iniziative che l’Ufficio di presidenza ha voluto mettere in calendario per celebrare e ricordare gli ottanta anni della Liberazione – ha commentato Francesco Gazzetti, segretario questore dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale. – Questo libro è interessante perché ci racconta che protagonisti di tante delle vicende della Resistenza e della Liberazione sono tante donne e tanti uomini che spesso sono rimasti ai margini della storia”. Il libro aiuta a capire che “il movimento della Liberazione è stato un grande movimento di popolo, qualcosa che ha visto le nostre comunità e i nostri territori reagire alla tirannia”.
“In Valdarno l'antifascismo non è nato fin da subito, come sentimento di contrapposizione al fascismo nascente. Già nel ‘21 si hanno le prime condanne dei tribunali ormai fascistizzati nei confronti degli operai, dei minatori, dei braccianti”, ha spiegato il consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli. “Quello che presentiamo è un libro originale, è lo sforzo collettivo di più autori che raccontano una serie di storie che più che osservate in diretta, hanno sentito raccontare dai genitori, dai nonni, dai parenti. Sono storie che raccontano la Storia dal basso e che raccontano quanto sia stata diffuso, forte e partecipato il movimento della Resistenza in Valdarno, dando un contributo fondamentale per la Liberazione e la riconquista della democrazia”.
Come ha spiegato Giampiero Bigazzi, autore musicale e scrittore, che firma uno dei racconti contenuti nell’antologia, “abbiamo scritto il libro per ricordare gli ottanta anni della Liberazione e lo abbiamo fatto raccontando delle storie che affondano le radici nella Storia. La scelta narrativa ci è parsa la migliore, perché tutti noi autori facciamo parte della generazione di cerniera, cioè quella generazione di persone nate tra gli anni Quaranta e Cinquanta, persone che la guerra non l’hanno fatta in prima persone e in qualche caso non l’hanno nemmeno vista, ma che ne hanno sentito molto parlare in famiglia o dai conoscenti”.
L’idea di questo libro a più voci, come sottolineato, nasce nell’occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione del Valdarno Superiore (1944) e dell’Italia (1945).
Il 1944, in particolare, è un anno importante per il Valdarno, non solo perché durante l’estate di quell’anno il “passaggio del fronte” portò al ritiro delle truppe naziste verso nord, fino alla liberazione di Firenze e poi oltre la Linea Gotica, ma anche perché in quei lunghi mesi si consolidò la presenza militare delle brigate partigiane, sui monti del Chianti e sul Pratomagno e soprattutto perché la sconfitta dell’esercito tedesco portò, fra giugno e luglio, a terribili stragi: Castelnuovo dei Sabbioni, Meleto e negli altri borghi cavrigliesi, Civitella, Cornia e San Pancrazio, ma anche nei comuni di Bucine, Figline Valdarno e Loro Ciuffenna. Queste vicende coinvolsero l’intera popolazione valdarnese. Molte sono le storie che videro protagonisti partigiani e civili, soldati dopo l’8 settembre, operai delle miniere e della ferriera, cittadini sfollati.
I profili degli autori e il loro stile narrativo sono diversi, ma è un gruppo unito da frequentazioni comuni, molte condivisioni culturali e di impegno e, soprattutto, da una lunga amicizia. Hanno vissuto insieme proprio il periodo in cui la memoria era rappresentata dalla testimonianza diretta di chi, anche senza volerlo, ne era stato attore.
Il progetto del libro ha previsto la scrittura inedita di brani che raccontano ricordi e storie legate alla comunità valdarnese, mantenendo sullo sfondo lo scorrere della Storia. Una narrazione che parla della vita delle persone in quel frangente decisivo, non solo per i paesi bagnati dall’Arno, ma anche per l’Italia e per il mondo.
27/06/2025 13.59
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