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Autolinee Toscane. STOP alla violenza sulle donne. Collaborazione con il Centro Antiviolenza La Nara. “Sui nostri bus c’è posto per il rispetto. Sempre”
Pendini con messaggi di invito a non rimanere indifferenti, a denunciare comportamenti violenti e chiamare se si è vittime o testimoni di violenza. Una campagna che culminerà il 25 novembre con la collaborazione al progetto artistico “Vorrei che voi mi vedeste” esposto al Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci e itinerante sui bus toscani
“Se sei una donna vittima di violenza, premi il tasto giusto.” È questo il messaggio forte e diretto che da alcune settimane accompagna i passeggeri dei bus di Autolinee Toscane a Prato. Un invito a chiedere aiuto, a non restare in silenzio, e a non voltarsi dall’altra parte di fronte a comportamenti violenti.
La campagna, nata dalla collaborazione tra il Centro Antiviolenza La Nara e Autolinee Toscane, ha un obiettivo chiaro: far sapere che sul territorio esiste un luogo sicuro dove le donne possono trovare ascolto, protezione e supporto.
La campagna è stata presentata alla Sala Giunta del Comune di Prato, con il saluto di Renata Castrucci, Sub-Commissaria del Comune di Prato, dalla Dott.ssa Francesca Ranaldi responsabile del Centro Antiviolenza La Nara, Arzachena Leporatti di Autolinee Toscane, Stefano Collicelli Cagol, Direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci.
Da inizio ottobre, su decine di autobus in servizio a Prato e provincia, sono stati affissi pendini con il numero del Centro La Nara e il 1522, il numero nazionale antiviolenza. Il messaggio è semplice ma potente: “Sui nostri bus c’è posto per il rispetto. Sempre.” Lo stesso slogan è visibile anche nella biglietteria della Stazione Centrale e sui canali digitali dell’azienda – Instagram, Facebook, LinkedIn e sito web – accompagnato da attività di sensibilizzazione interna.
Il bus, per sua natura, è un luogo di passaggio, di incontro, di comunità. Ed è proprio questa sua dimensione pubblica che lo rende uno strumento efficace per veicolare un messaggio che riguarda tutti: la violenza non è un problema privato, ma una responsabilità collettiva. Esporre questi messaggi significa rompere il silenzio, abbattere il muro della vergogna e dell’isolamento. Significa offrire una chiave, un contatto, una possibilità concreta di uscire dalla violenza. Autolinee Toscane e La Nara scelgono di esserci. Di fare rete. Di dare voce a chi troppo spesso non ne ha.
“I mezzi pubblici sono utilizzati ogni giorno da migliaia di persone: donne, uomini, giovani, anziani, di ogni provenienza. In questo contesto così variegato e quotidiano, rendere visibile l'informazione su come chiedere aiuto in caso di violenza di genere rappresenta un modo efficace per raggiungere chi, spesso in silenzio, vive situazioni di sofferenza e paura – commentano Francesca Ranaldi e Paola Papi del Centro Antiviolenza La Nara - Ancora molte donne che subiscono violenza di genere non sanno a chi rivolgersi. Vedere quel numero di telefono o quel messaggio di supporto mentre si è sedute su un autobus può essere il primo passo verso la consapevolezza che una via d’uscita esiste, che non sono sole e che le operatrici di accoglienza del Centro Antiviolenza sono pronte ad ascoltarle e supportarle”.
Il Centro Antiviolenza la Nara (Cooperativa Alice), attivo su tutta la provincia di Prato dal 1997, iscritto all'Elenco Regionale dei Centri Antiviolenza e della Case Rifugio, collabora con enti e operatori multidisciplinari del territorio, lavorando insieme alle donne per un reale percorso secondo un progetto personalizzato. Dalla sua apertura ad oggi il Centro La Nara ha accolto e accompagnato in un percorso di uscita dalla violenza più di 5000 donne e ha ospitato nella Casa Rifugio e nelle Case di Seconda Accoglienza donne con i loro figli e figlie minori, sostenendoli in un percorso di protezione e messa in sicurezza.
Questa campagna non parla solo alle vittime, ma anche a chi vuole aiutare e spesso non sa come farlo. I messaggi diffusi sui bus di Autolinee Toscane offrono indicazioni concrete per riconoscere e indirizzare situazioni di violenza, contribuendo a costruire una cultura della consapevolezza e della responsabilità condivisa. È un segnale forte: c’è attenzione, c’è contrasto, c’è una rete pronta ad agire. Per questo è fondamentale che quei numeri e quei messaggi continuino a viaggiare ogni giorno, insieme alle persone, sui mezzi pubblici.
“Autolinee Toscane è tutti i giorni in strada, trasporta, sposta, muove migliaia di persone, fra cui oltre il 60% è di genere femminile – commenta Arzachena Leporatti, brand e community manager di Autolinee Toscane – L’autobus deve parlare alla comunità anche di questi temi, perché solo così possiamo contrastare la violenza e le molestie, anche quelle che possono accadere sui mezzi pubblici”
Il 25 novembre sarà il giorno anche dell’inaugurazione al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci del progetto “Vorrei che voi mi vedeste”. Un titolo che richiama al fatto che la violenza di genere si nutre di invisibilità. È da questa consapevolezza che nasce l’iniziativa, promossa dal Centro Antiviolenza La Nara con il supporto di at-autolinee toscane, che ne ha sostenuto la produzione, con il patrocinio e il contributo del Comune di Prato. Un progetto che ha scelto il linguaggio universale dell’arte – fotografia e narrazione – per raccontare ciò che troppo spesso resta nascosto.
L’installazione ripercorre i femminicidi avvenuti in Toscana dal 2014 al 2025, con un duplice obiettivo: ricordare le vittime, anche quelle più invisibili, e sensibilizzare il pubblico. Ogni storia è raccontata attraverso un’immagine – scattata dalla fotografa pratese Arianna Senesi - e un testo – elaborato dalla scrittrice e podcaster Anna Bardazzi - che restituiscono dignità, memoria e voce alle donne uccise. Un racconto diretto, toccante, che arriva al cuore.
“Pensiamo sia fondamentale essere a fianco del Centro Antiviolenza La Nara di Prato e Autolinee Toscane in questo percorso di denuncia e sensibilizzazione verso il tema della violenza sulle donne – commenta Stefano Collicelli Cagol - Il Centro Pecci, attraverso diverse attività, dalle mostre agli eventi, è impegnato a rendere collettiva la responsabilità al contrasto delle violenze sulle donne. Il progetto artistico ‘Vorrei che voi mi vedeste’ di Arianna Senesi è un momento importante che permette di rendere visibile la presenza di questo problema sul territorio pratese e contribuisce a contrastarlo”.
L’installazione sarà al Centro Pecci, nella Project Room, fino all’11 gennaio 2026 e ad ingresso gratuito nei giorni e negli orari di apertura del museo, ma sarà anche itinerante su autobus di Prato dedicati al progetto, dove ogni giorno le opere viaggeranno insieme ai passeggeri, trasformando il tempo di un tragitto in un’occasione di consapevolezza.
Questa iniziativa che parte da Prato si è però anche data l’obiettivo di estendersi, di replicare, dare energia e voce in tutta la Toscana, in modo capillare, muovendosi in tutti i territori, nello stesso modo in cui i bus riescono a fare.
13/11/2025 13.08
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